Rifugio Lancia in inverno



Lunghezza: 10,9 Km
Dislivello: 707 m
Tempo in movimento: 3h30
Altitudine max: 1825 m
Difficoltà: media

Classica e semplice escursione sul versante ovest del Pasubio. Partenza da Giazzera 1100 m. e arrivo al rifugio Vincenzo Lancia 1825 m. Sono possibili diverse opzioni per il ritorno
Come arrivare: da Rovereto si prende la provinciale della Vallarsa in direzione Trambileno-Pian delle Fugazze. Dopo circa 3 km e aver attraversato il ponte di S.Colombano si gira a sinistra seguendo le indicazioni per il rifugio Lancia. Si giunge così in località Giazzera a 1092 m. (13 km da Rovereto). Se la strada è transitabile, come nel nostro caso, si prosegue in auto ancora per un po' e si posteggia in uno degli spiazzi sulla destra della strada. Si continua a piedi lungo la forestale diretta al rifugio, asfaltata fino al pian del Cheserle
Mercoledì è stata l'unica giornata passabile di questa settimana, il tempo non era bello ma nemmeno pioveva e di questi tempi è già qualcosa. Volendo sgranchirsi le gambe, un roveretano o un abitante di Noriglio (soprattutto quest'ultimo) subito pensano ad una camminata almeno di quattro ore sui prati del Lancia o sul Finonchio. È un riflesso antico difficile da spiegare. Forse i loro avi risalivano queste montagne nei momenti di pericolo, più probabilmente per tagliare il fieno e portarci le mucche al pascolo. Noi seguiamo oscuramente questo istinto. 
Il pian del Cheserle
La montagna è spesso a lungo innevata perché il Pasubio, di cui fa parte, fa da argine alle perturbazioni provenienti dalla pianura, raccogliendone l'umidità.
Non ci aspettavamo però, a primavera già iniziata, di trovarvi un paesaggio ancora così ostinatamente invernale 

Il Pian del Cheserle con vista verso la Vallagarina

Malga Cheserle


Nei pressi del Sasso della Pozza
Il Sasso della Pozza

Comincia la salita 
Poco dopo i Sette Albi
Il tetto del rifugio Lancia (1825 m.) è sgombro ma tutt'intorno si ergono alti cumuli di neve. Ora che è chiuso per un periodo di riposo, gli alpinisti che lo raggiungono trovano aperto solo il piccolo bivacco a piano terra. Peccato però che la porta sia a metà ostruita da un grosso accumulo di neve. La stufa è stata tolta per paura degli incendi. Va bene la prudenza ma così lo rendi triste e inospitale, adesso ci vai solo se sei inseguito dall'orso e senza cellulare. Altra cosa era da giovani venirci in compagnia o magari per passarci la luna di miele. Siamo tornati al concetto minimalista del bivacco

La conca del rifugio Lancia


Malga Pozze
Il Col Santo

Il col Santino
Vista verso Mori
Discesa con la slitta

Più su, oltre il rifugio, la valle si apre e ricorda i paesaggi finlandesi, con avvallamenti e tratti quasi pianeggianti circondati da boschi rarefatti. Che dire, la sua bellezza non è paragonabile a quella mozzafiato delle dolomiti ma offre scorci molto suggestivi e un panorama a tratti vastissimo. A parte alcune domeniche estive e invernali, durante il resto dell'anno questo territorio è poco frequentato. I dirupi scoscesi delle valli (Terragnolo e Vallarsa) che circondano l'altopiano, la quasi mancanza di strade e le limitazioni al traffico isolano e proteggono questo ambiente naturale pur molto vicino in linea d'aria ai centri abitati. La discesa dal rifugio con gli sci è piacevole e facile, solo che con la neve di aprile devi spingere un po'. La discesa classica si fa però risalendo il costone sopra il rifugio fino alla cima del Col Santo (2112 m.) e scendendo poi dai prati. Tempi di percorrenza fino al rifugio: 2 ore circa di salita dal parcheggio sopra il paese di Giazzera, un'ora e mezza a scendere. Ci rivedremo con i fiori..


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