Val Duron in inverno

Lunghezza: 16 Km 
Dislivello: 722 m
Tempo in movimento: 5 h
Altitudine max: 2046 m
Difficoltà: media

La val Duron è una magnifica valle pensile situata tra il gruppo del Catinaccio e quello del Sassolungo. Larga e pianeggiante dopo un iniziale tratto incassato, si presta molto bene ad una tranquilla escursione invernale con le ciaspole. Solo l'ultimo tratto lungo il pendio prativo che porta al passo Duron può rappresentare dei rischi di distacchi in caso di forte innevamento ed è quindi importante valutare bene lo stato della neve prima di affrontarlo. La valle è una delle poche tra quelle dolomitiche a non essere deturpata da impianti di risalita. Un tempo era frequentata dai viandanti che dalla Val d'Isarco andavano a commerciare nelle valli del Cadore. Se si arriva al passo si può godere dello stupendo spettacolo che offre l'Alpe di Siusi
Come arrivare: si esce dalla A22 a Egna-Ora e si seguono le indicazioni per la Val di Fassa. Raggiunto il paese di Campitello 1448 m. situato ai piedi del Col Rodella si gira a sinistra e si risale per qualche centinaio di metri l'erta stradina "de Salin" diretta in Val Duron parcheggiando di fronte ad un ponticello sul rio omonimo
La salita lungo la stretta valle sotto incombenti pareti e nel fitto bosco si fa subito molto ripida ma dopo mezz'ora di cammino la pendenza si attenua e la valle si allarga, permettendo di ammirare ad est l'imponente e simmetrica mole del Gran Vernel.
Una baita (Fraines) adibita a bar e il declivio di un piccolo pascolo invitano ad una breve sosta prima di affrontare il sentiero che risalendo un contrafforte roccioso conduce al rifugio Micheluzzi a quota 1860 (il tutto un'ora circa)
Al rifugio, aperto in inverno ma che troviamo chiuso perché ormai la stagione invernale è finita, lo scenario della valle cambia completamente. La val Duron ora diventa una magnifica valle dolomitica pressoché pianeggiante e abbastanza larga, mantenuta a pascolo dai valligiani che qui costruirono nel passato numerose baite ora restaurate


Seguiamo per un'oretta la larga pista tracciata delle motoslitte varcando il rio Duron presso malga Miravalle. In fondo si staglia nell'azzurro l'elegante profilo dei Denti di Terrarossa, una formazione di torri dolomitiche dalle rocce rossastre

Passiamo vicino a delle tipiche abitazioni alpine, abbastanza diverse tra loro, spesso con una base in muratura e il fienile in legno, decorate con sculture e decorazioni lignee che conferiscono loro una sorta di personalità. Sono quasi tutte in buono stato




Alcune hanno uno stile marcatamente country che ricorda quello dei pionieri nelle Montagne Rocciose. Quella del signor Lino Brach ne è un esempio. Si trova non molto lontano dal rifugio Micheluzzi a quota 1866 m

Il personaggio vive qui tutto l'anno con il suo cane Athos, offrendo un servizio di ristorazione ai turisti di passaggio. Ha una piccola motoslitta per il trasporto dei viveri. A quanto ne so è l'unica persona che vive qui tutto l'anno e sembra non dispiacersene affatto. Quando l'abbiamo incontrato stava giocando con il suo cane ed era molto lontano dallo stereotipo scorbutico del valligiano solitario. Era evidente che aveva voglia di fare quattro chiacchiere con qualcuno

Continuando lungo il sentiero si incrociano i sentieri diretti ai rifugi Sassopiatto e Antermoia e che noi ignoriamo



Dal rifugio Antermoia scendono gli sciatori che attraversano il Catinaccio passando per il Passo Principe, un fantastico trek per alpinisti esperti
Il sentiero adesso comincia a salire verso il passo Duron attraversando un rado boschetto e poi per aperti pascoli in uno scenario molto suggestivo. Raggiungiamo malga Decoldaura  a 2046 m.. dove ci fermiamo per una pausa di riflessione. La neve è ancora molta anche se sembra assestata ma le tracce di slavine sono così numerose da farci desistere dal proseguire. Dal passo Duron 2209 m, la meta della nostra escursione, si può raggiungere la meravigliosa Alpe di Siusi con vista sul Sassolungo, le Odle e il Catinaccio. Così per noi non è stato e con qualche rimpianto abbiamo preferito per prudenza fermarci. Obbligatorie di questa stagione sono le ciaspole senza le quali non si può procedere soprattutto nel pomeriggio. Ormai la temperatura resta abbondantemente sopra lo zero durante tutto il giorno e qualche bucaneve qua e là ci ricorda che ormai la primavera è arrivata anche quassù
Riprendiamo il cammino di ritorno sulla traccia dell'andata 

La valle nei pressi dalla baita di Lino Brach con i Denti di Terrarossa sullo sfondo
Il rio Duron qui è silenzioso e tranquillo  
Passato il rifugio Micheluzzi abbandoniamo con un po' di rimpianto la larga valle per il bosco con innanzi il poderoso Gran Vernel ancora molto innevato. Senza le ciaspole ai piedi percorriamo l'ultimo ombroso tratto ascoltando il rumore del torrente che ora ha ripreso il suo impeto. Andrà una volta a valle ad immettersi nell'Avisio



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