Forca Rossa - Fuciade

Lunghezza: 10 Km
Dislivello: 660 m.
Tempo in movimento: 4 h
Altitudine max: 2489 m
Difficoltà: media

Escursione primaverile in parte su neve ben assestata. La meta è una sella situata tra le crode del monte La Banca a nord e la voragine franosa delle Marmolade ad est. E' l'unica via di passaggio tra la profonda val Franzedas e l'amena conca di Fuciade ed è attraversata dall'Alta via delle Dolomiti n.2  e dall'Alta via dei Pastori. Offre grandi panorami sulle Pale di S.Martino, sul gruppo di Costabella, Cima dell'Uomo e le cime dell'Auta. Il nome deriva dal colore delle rocce circostanti

Come arrivare: da Moena in val di Fassa si segue la strada per il passo San Pellegrino. Il percorso seguito per arrivare alla Forca Rossa parte dal posteggio situato sulla strada che porta al rifugio "Flora Alpina", 400 metri più in basso rispetto al passo di San Pellegrino, direzione Falcade Da lì partono due strade, una che porta al rifugio Fuchiade (o Fuciade, in lingua ladina) e l'altra che si dirige verso un vallone, la Valfredda (o Val Freida), punteggiato nella parte bassa da numerosi baiti in pure stile country, cioè senza troppi fronzoli, come piace a me. Prendiamo quella per la Valfredda
Il sentiero dal parcheggio sale tagliando il versante orografico destro della Valfredda, passa sull'altro versante per riportarsi ancora sul destro all'uscita della valle sulla grande conca sotto il Pizzo Le Crene (e destra) e il monte La Banca (a sinistra)
Il vallone che scende dalla Forca Rossa verso Fuciade è quasi ormai libero dalla neve mentre è ancora presente più in alto per cui preferiamo spostarci sul bordo della valle dove ce n'è di meno tanto più che non abbiamo portato con noi né ramponi né ghette
La traccia comincia a essere sempre meno visibile ma il percorso è molto intuitivo. A sinistra il Pizzo Le Crene
Giunti in prossimità della valico saliamo sul crinale di un profondo vallone le cui rocce rosse hanno dato il nome alla sella. Sono i calanchi delle  Marmolade sulle pendici del Col Becher
Nel tratto finale la salita si fa decisamente più ripida. La neve copre ancora abbondantemente gli ultimi 300 metri del percorso (siamo nei primi giorni di giugno) ma noi la evitiamo restando sul crinale. In basso si vede la Valle di Franzedas che scende verso malga Ciapela. 
Un po' provati decidiamo per una breve sosta ed uno spuntino
In prossimità della Forca Rossa soggiorna un nutrito stormo di gracchi alpini. Volteggiando in stormi sopra di noi ci stanno osservando da tempo e non tardano ad arrivare. Scendono sempre più bassi, decisi a chiedere la loro parte di calorie. Riesco solo a fare qualche foto, abbastanza deludente perché ho dimenticato a casa la reflex e devo usare il gps, ma lo spettacolo dei corvi è veramente interessante. Da come agiscono si intuisce la loro intelligenza, dal modo obliquo in cui ci guardano si capisce che sono loro i padroni di questo cielo e che di noi non hanno timore
Il gracchio alpino è un corvide curioso e sempre affamato: basta mettere un po' di cibo per terra e lui si avvicinerà per raccoglierlo con circospezione ma senza paura. Ha trovato nel turista alpino una fonte di sostentamento facile ed affidabile. Vola quasi sempre in stormo a quote elevate e scende a valle solo nei periodi più freddi. Ha le zampe rosse ed il becco giallo. In questa escursione abbiamo potuto vederlo in tutta la sua maestria di volo e nella sua astuzia di corvide evoluto 
Quest'aquila che veleggia maestosa invece sembra indifferente a noi e al nostro magro pasto. La Forca Rossa da qui è ormai vicina

Di fronte a noi la Pale di San Martino ancora abbondantemente innevate. Dietro si scorge una parte del ghiacciaio della Fradusta
Alle nostre spalle una serie di imponenti bastioni rocciosi tra cui spicca la Cima dell'Uomo, il Sasso di Valfredda e il Formenton
Le Cime dell'Auta a est
Forca Rossa, a 2486 metri di quota, è anche il punto di passaggio dell'Alta via delle Dolomiti n.2 che giungendo da malga Ciapela, ai piedi della Marmolada, prosegue verso il passo San Pellegrino.
Sulla forcella si trova questo manufatto in legno al cui interno si trovano dei sassi firmati, un sorta di libro di vetta in pietra

Il cielo si sta rannuvolando ed è ora di scendere verso il rifugio Fuciade lungo il sentiero CAI 670 che però è ancora in parte coperto dalla neve e meno male che le tracce sono su neve assestata e la temperatura ancora bassina altrimenti ci ritroveremmo con la neve ben sopra le ginocchia.
Il sentiero attraversa un grande circo glaciale e poi si snoda lungo un vasto e verde pascolo

 Il monte La Banca e il Pizzo Le Crene
Ghiaioni alla base del Formenton 

 Primi segni di risveglio
Decidiamo di pranzare sopra un grosso masso erratico. Il sole ora si concede a tratti e allora picchia forte ma più spesso si nasconde tra nuvoloni sempri più scuri, segno di tempo instabile. Sullo sfondo le Pale
 Verso la conca di Fuciade
Arrivati dopo un'ora di cammino in prossimità del rifugio inizia a piovere; è una pioggia all'inizio leggera che si trasforma ben presto in un robusto acquazzone
Al rifugio beviamo qualcosa aspettando che smetta. Ci sono già gruppi di turisti estivi, famiglie e qualche straniero. Fin qui si arriva anche in auto ed è come essere già quasi in paese. Cessata la pioggia continuiamo poi lungo la strada che porta al passo san Pellegrino, ma dopo 200 metri prendiamo sulla sinistra una deviazione che ci riporta in breve al parcheggio. Questa volta la partita con il tempo l'abbiamo vinta noi. Gran bella giornata comunque...


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