Tuckett e Brentei in inverno

Lunghezza: 14 Km
Dislivello: 1162 m
Tempo in movimento: 3h45
Altitudine max: 2257 m
Difficoltà: media

Percorso molto panoramico nel cuore del Brenta. Dal posteggio di Vallesinella si sale (sentiero 317) in 1 h al rifugio Casinei e quindi fino al Tuckett (2h15 circa in totale).  Si scende poi per il 328 per la sella Fridolin fino ad intercettare (30') il 318 che dal Casinei sale in direzione del Brentei. Dall'incrocio manca ancora 1h per arrivare al Brentei. Il ritorno dal Brentei a Vallesinella si fa sullo stesso sentiero (318) in 1h50. La traccia gps manca del tratto iniziale tra Vallesinella e il Casinei 
Come arrivare: Da Madonna di Campiglio si seguono le indicazioni per Vallesinella (5 km), dove si trova un ampio parcheggio. Durante la bella stagione il traffico è limitato con un divieto di transito per i veicoli dalle 9.45 alle 18.50. Nel contempo viene attivato un servizio di bus navetta da Madonna di Campiglio presso il parcheggio  di Vallesinella/Spinale
Approfittiamo di una bella giornata di sole dopo la prima debole nevicata di stagione per compiere un giro tra i più classici del Brenta. Non portiamo con noi le ciaspole perché supponiamo che in quota siano caduti solo pochi cm di neve, mettiamo nel sacco invece i ramponcini nel caso si trovino dei tratti ghiacciati. Non indossiamo nemmeno le ghette è questo si rivelerà un errore perché in alcuni punti sotto il rifugio Tuckett la neve accumulata dal vento è già abbastanza alta da infilarsi negli scarponi. Da Vallesinella, a quest'epoca quasi deserta, ci incamminiamo lungo il 317 che attraversata la passerella sul Sarca di Campiglio si inoltra in un bel bosco di conifere e faggi. Dopo aver intersecato una forestale il sentiero diventa più ripido e si deve affrontare un tratto a zig zag con l'aiuto di gradini pensati per contenere l'effetto erosivo del continuo passaggio degli escursionisti. Dopo il rifugio Casinei affrontiamo un tratto ombroso sotto cima dei Casinei entrando poi in un bosco di larici. Il sentiero ora si alza più deciso in campo aperto e con ampi tornanti attraversa una zona di grossi massi e mughi portandosi sotto i contrafforti del Castelletto Inferiore. Siamo ormai in vista del rifugio Tuckett situato su uno zoccolo roccioso. Dall'altra parte della valle brillano le nevi della Presanella, anch'essa ormai nel suo abito invernale

Il rifugio e l'Alta Vallesinella hanno già assunto il loro aspetto invernale anche se siamo solo in ottobre
Da sinistra: Campanile di Vallesinella,  Castelletto superiore, Cima Sella 2914 m. e Bocca di Tuckett
Il rifugio Tuckett ha una storia interessante. Tra il 1904 e 1905, in un clima di tensioni nazionalistiche, la SAT (Società Alpinisti Trentini) costruì un piccolo rifugio dedicato a Quintino Sella, presidente del CAI (Club Alpino Italiano) al quale è dedicata anche la cima al centro della foto. Un anno dopo gli alpinisti della sezione di Berlino del Deutscher und Österreichischer Alpenverein (DuÖAV) ne costruirono a soli 20 m. di distanza un secondo più grande e lo inaugurarono una settimana dopo quello dedicato a Quintino Sella, denominandolo Tuckettpasshutte in onore di Francis Fox Tuckett, un famoso alpinista inglese che aveva per primo raggiunto nel 1871 il valico sopra la vedretta di Vallesinella che oggi porta il suo nome. I due rifugi subirono gravi danneggiamenti durante la grande guerra e negli anni '20 furono ristrutturati dal CAI a cui fu affidato anche il rifugio tedesco. Ora i due rifugi sono diventati simbolo della ritrovata amicizia tra i due popoli. Qui si può leggere tutta la storia dei due rifugi
Il rifugio è posto ai piedi del Castelletto Inferiore. Nell'agosto del 1871, Tuckett e Freshfield giunsero nel Gruppo delle Dolomiti di Brenta, accompagnati dalla guida Devouassoud. Quell'estate si dedicarono all'esplorazione del Gruppo, scoprendo una via di salita alla Cima Brenta a partire dalla "Bocca di Tuckett"
La Vedretta di Brenta Inferiore. Alla sua testata c'è la Bocca di Tuckett 2647 m. Il piccolo ghiacciaio sta subendo gli effetti dei cambiamenti climatici ed è ormai ridotto alla sua parte terminale nella zona sotto la Bocca di Tuckett

Dal rifugio seguiamo a intuito il tracciato del sentiero 328 che scende spostandosi sulla sinistra. Qui troviamo cumuli di neve che ci fanno pentire di non aver messo le ghette e una distesa di massi da frana
Punta Massari è la  bella cima che si vede sulla destra
Il sentiero scende per questa valletta che conduce alla sella del Friddolin e quindi in Val Friddolin 


Arrivati a questo bivio seguiamo il 318, sentiero Arnaldo Bogani
Arnaldo Bogani, presidente della sezione CAI di Monza, proprietaria del rifugio Brentei promosse la realizzazione di questa galleria per permettere ai muli dsi passare e rifornire il rifugio
Il sentiero taglia il versante roccioso sotto le Punte di Campiglio, seguendone il profilo con tratti in saliscendi con passaggi attrezzati su cenge e attraversando canaloni e colatoi dove la neve resta anche fino ad inizio estate. Mano a mano che si sale la vista si allarga sul Crozzon di Brenta e sulla val Brenta
Ad un punto del sentiero verso est appaiono la Torre di Brenta (la prima a sinistra), gli aguzze guglie degli Sfulmini, il Campanile Alto (quello con le tre dita) e Cima Brenta Alta

In un'ora si giunge in prossimità del rifugio Brentei posto sul pianoro dei Brentei e al centro di uno straordinario anfiteatro dolomitico

Il rifugio Brentei 2179 m. deve anche la sua notorietà per essere stato gestito fino al 2008 dalle famose guide alpine Bruno e Catullo Detassis
La chiesetta dedicata ai caduti sulla montagna. Sullo sfondo cima Margherita e Brenta Bassa

Val Brenta Alta
La Bocca di Brenta, incassata tra cima Brenta Alta e  cima Brenta Bassa, è attraversata dal sentiero 318A diretto al rifugio Pedrotti
Il canalone Neri consente una veloce ma severa salita a cima Tosa
Il cielo sereno del mattino ha lasciato posto a delle velature che attenuano i colori. Scendiamo a valle seguendo il 318 fino a Vallesinella, soffermandoci spesso per ammirare questo paesaggio straordinario. Il possente diedro del Crozzon di Brenta attira magneticamente lo sguardo.  Alla sua destra la Vedretta dei Camosci con in alto l'omonima Bocca. Dietro il Crozzon c'è cima Tosa 3161 m., la più alta del gruppo di Brenta
 

La val Brenta vista dalla parte bassa del sentiero 318 
Larici

Il rifugio Casinei 


Scarica la traccia gps da Wikiloc

Vedi la mappa di tutte le escursioni del blog





Commenti