Lunghezza: 11,84 Km
Dislivello: 836 m
Tempo in movimento: 3h30
Altitudine max: 2054 m
Difficoltà: media
Il Cornetto di Folgaria, nel gruppo della Vigolana, è montagna molto frequentata dagli sci-alpinisti e ciaspolatori quando c'è marcato pericolo di valanghe, visto che le sue pendenze sono sicure, inoltre montagna soleggiata com'è attira gli amanti dell'abbronzatura. Ma questa montagna che sovrasta Folgaria attira anche quando non vi è traccia di neve come in questi giorni di inizio inverno, se non fosse altro perché è comoda e offre panorami stupendi

Il posteggio davanti alla pizzeria Cheizel |
Per evitare la dura salita lungo la ex pista da sci "Cima 3" si è preferito seguire sulla sinistra un' agevole traccia che tagliando in diagonale un prato arriva ad intercettare all'altezza di un tornante il sentiero 451 proveniente dal centro di Folgaria e che seguiremo fino alla cima. Un po più avanti nel bosco a quota 1450 m. ecco apparire una bella fontana di acqua potabile.
Fontanelle |
Ora sopra di noi si presenta il ripido tratto su prato della ex pista "Cima 3" il segmento più duro dell'escursione. Nel dopoguerra questi impianti sciistici furono poi abbandonati per la scarsità di neve essendo molto esposti a sud. Le piste, quelle, sono però restate praticamente intatte per la gioia degli sci-alpinisti. Vi sono progetti per il loro ripristino ma io spero che non se ne faccia niente, come per la zona del Pasubio.
La pista da sci |
Dopo la dura salita, girando a sinistra si ritorna nel bosco con pendenza più leggera. Più sopra, verso la cresta, una vasta distesa di pini mughi permette allo sguardo di spaziare lontano sul Brenta e anche verso nord est, sulla Valsugana e l'altopiano di Lavarone. Si giunge così con un tratto in cresta sull'anticima dove è posto un crocevia (1997 m.). Ancora qualche passo ed eccoci sulla cima (2060 m.) dove due osservatòri ci tolgono tutti i dubbi sui nomi delle cime vicine e lontane.
I due osservatòri |
Il 15 maggio 1916 arrivò quassù Carlo d'Asburgo per seguire la battaglia degli Altipiani che era in pieno svolgimento. Il panorama è davvero vasto, quanto come il vuoto delle nostre pance. Questi osservatòri forniscono anche un riparo in caso di vento, ma oggi la temperatura è di tipo primaverile senza nemmeno la brezza delle cime, una bellezza. Per la discesa, ritornati all'anticima abbiamo girato a destra lungo il 425 che scende sul crinale della selvaggia Val di Gola.
Siamo giunti, sempre su un sentiero tra i mughi, in vista del rifugio Paradiso, già aperto per le feste natalizie e ottimo punto di appoggio per una birra. Certo che dev'essere una meraviglia qui con la neve!.
Per il rientro a Costa abbiamo seguito la traccia che risale un dosso ma arrivati sulla sommità abbiamo deciso di abbandonarla per una deviazione nel bosco che ci ha portati a Costa in circa un'ora. Nell'ultimo tratto, con un'ulteriore deviazione, siamo sbucati sulla vecchia ma bella pista da sci immaginando di avere gli sci ai piedi e da lì giù fino in paese.
Tempo: circa 3 ore per la salita, 2 per la discesa
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