Giro del Finonchio 1


I  prati del Finonchio. Sullo sfondo il Col Santo
Lunghezza. 20,3 km
Tempo: 5h30
Dislivello: 1187 m
Altitudine max: 1611 m
Difficoltà: media



Se si nomina il monte Finonchio, i roveretani pensano alla selva di antenne e ripetitori che da più di cinquant’anni è installata sulla sommità, a due passi dal caratteristico rifugio. Un male necessario ma anche un non trascurabile pugno nell’occhio per chi se li trova davanti sbucando dal bosco. Come la vicina Paganella e tante altre montagne il Finonchio è stato sacrificato al progresso. Il vicino storico rifugio “Fratelli Filzi” è stato recentemente ristrutturato. Anche la gestione è nuova. L’etimo del nome deriva da fieno, e più precisamente da fenunculus, un fieno d'erba corta chiamato anche, in dialetto, pel de cagn, "pelo di cane", perché difficoltoso da falciare (Wikipedia).



Il Finonchio è la montagna degli abitanti di Noriglio e di Volano. Questi ultimi ne hanno colonizzato il versante ovest con piccoli insediamenti fatti di casette nascoste nel verde, quelli di Noriglio ci vengono da sempre per la fienagione. La malga del Finonchio, situata un po’ sotto la sommità e gestita dagli alpini di Noriglio, è un frequentato luogo di ritrovo e feste per la gente del posto. Il versante verso Rovereto, più soleggiato e meno ripido, è attraversato da un fitto reticolo di sentieri che permettono anche delle escursioni ad anello mentre il versante verso Folgaria è più ripido, ombroso e coperto da una fitta foresta. Una volta arrivati sui prati non si può resistere alla tentazione di sdraiarsi e prendere il sole ma qui spesso c’è un venticello fastidioso con cui fare i conti


Nonostante sia montagna vicina e frequentata erano decenni che non ci venivamo, così abbiamo deciso per un giro ad anello. Un giro un po’ lungo (più di 20 km) ma vario e interessante.

Partendo da Senter siamo arrivati a Serrada usando gli antichi sentieri delle Teragnole e dei Seradini. Da Serrada al Finonchio sul Sat 104; per il ritorno il Sat 103 fino a Moietto e poi per sentieri non numerati fino a Pietra, Gerosa e Senter. Col senno di poi avremmo potuto evitare il tratto di forestale ombroso e privo di aperture panoramiche del Sat 104 optando invece per il sentiero più soleggiato che parte da Scottini (Sat107).
Percorso alternativo da Valgrande - Scottini - Dieneri (IT 27-28), poi Finonchio su SAT 104 (traccia gialla) 



Andata
La val di Terragnolo dal sentiero delle Teragnole

Si parcheggia a Senter (668 m.), paesino che si raggiunge dopo aver lasciato Noriglio diretti a Moietto. Alla fine del paese scende un viottolo che 600 m. più sotto va ad innestarsi sul sentiero delle Teragnole (targhetta rossa, girare a sinistra) che in questo tratto corre a strapiombo sulla valle con belle vedute del Leno e di S.Nicolò
Il torrente Leno e S.Nicolò
Questo sentiero che seguiremo per un tratto è quello che un tempo percorrevano a piedi le donne della valle per portare al mercato di Rovereto il latte, la legna ed altri prodotti della loro terra. Superato il tratto esposto si sbocca sul tornante di una strada asfaltata che in leggera salita porta in breve alla frazione Perini, abitata da persone gentili che volentieri scambiano due parole con i passanti. Vicino alla fontana qualcuno ha pensato di mettere una ciotola per i cani
Terrazzamenti a Perini
Nel paese vi è una riserva d’acqua alimentata da una sorgente. Il livello dell’acqua è attualmente al minimo a causa della siccità. Lasciata Perini si perde un po’ quota fino a località Valgrande dove si trova un’altra fontana. Percorriamo qualche metro sulla provinciale e poi riprendiamo sulla sinistra il sentiero (targhetta rossa) che passa vicino ad una casetta rustica (casota) in fase di restauro e prosegue fino a giungere ad uno slargo nel bosco
Il bivio presso l'osteria del Nazio
Nei pressi dei ruderi dell’antica osteria del Nazio (contrazione di Ignazio, il nome dell’oste) al bivio prendiamo sulla sinistra il sentiero dei Seradini (abitanti di Serrada). L’osteria era luogo di incontro tra i viandanti che proseguivano verso i paesi della val di Terragnolo e il passo della Borcola e quelli che invece risalivano la valle verso Serrada. Il sentiero dei Seradini,  ora in fase di ripristino e valorizzazione, risale in pendenza costante la destra orografica della valle tracciando una lunga diagonale nel bosco. Si attraversano località (Orcubil, Larcugol, Cubile, Stichel) i cui toponimi ci ricordano che nella valle un tempo si parlava il cimbro
La casota del Minghele
Interessante la “casota del Minghele”, incassata in un anfratto della roccia e provvista di un punto d’acqua. Queste case erano abitate solo per il tempo dei lavori stagionali che i contadini svolgevano nei campetti terrazzati disseminati un po’ dappertutto nella valle. Poco sopra si arriva all’incrocio (la crosèra) con il sentiero diretto alla frazione di Potrich. Qua e là spuntano ora piante di peonie selvatiche e mughetti
Peonia selvatica
Si attraversa di nuovo la strada provinciale e si entra in Val Pignatte dove sulla sinistra si possono vedere i ruderi di una calchèra usata per la produzione della calce. Su suggerimento di alcuni operai che lavorano al ripristino del sentiero siamo andati a vedere, all’interno della calchèra, i resti un animale (tracce di pelo, una vertebra e una mandibola) appartenenti forse a un camoscio e molto probabilmente ucciso dai lupi che da un po’ di tempo hanno preso a frequentare il Pasubio e l’altipiano di Folgaria
Prove della presenza del lupo
Abbiamo trovato conferma di ciò parlando con la proprietaria dell’albergo Cugola a Serrada. Una coppia di lupi è stata avvistata tra Serrada e Folgaria. L’abbondanza di camosci e altri ungulati attira questi predatori naturali.

L’ultima parte del sentiero dei Seradini ricalca il tracciato della provinciale. Giunti a Serrada (7,3 km dalla partenza), si seguono sulla sinistra le evidenti indicazioni per il monte Finonchio e il rifugio “Fratelli Filzi” (Sat 104). Una facile e larga strada forestale chiusa al traffico conduce ai prati sommitali in circa 1h 20’ attraversando una fitta foresta di conifere (km. 4,3 da Serrada)
Le antenne sulla sommità del Finonchio
Come si diceva la cima è purtroppo rovinata dalla selva di antenne e ripetitori radio-tv ma il panorama è sempre bello e lo sguardo può spaziare molto lontano. La Val Lagarina è ovviamente in primo piano; in bella vista anche il Col Santo sul Pasubio, il Baldo, lo Stivo, il Cornetto del Bondone, la Vigolana e più lontano il Brenta, l’Adamello e la Presanella. Folgaria e il e il Becco di Filadonna sembrano vicinissimi
Il rifugio "Fratelli filzi"

Il rifugio (1603 m.) è stato ristrutturato e inaugurato nell’estate del 2014. La prima costruzione risale agli anni trenta. Distrutto, fu poi ricostruito nel ’57. Dispone di 13 posti letto e di un bivacco invernale. A differenza della maggior parte dei rifugi ha un tetto a botte che ricorda quello dei bivacchi di alta montagna realizzati in lamiera ma la somiglianza si limita a questo perché la struttura è ora dotata del comfort di un rifugio moderno. Con la nuova gestione, oltre ai soliti piatti di montagna, pare che si possano mangiare dei deliziosi tortelli di zucca e altre specialità della cucina mantovana

La faggeta che si attraversa nel ritorno

I roveretani lo frequentano da molto tempo. Da quando Serrada e Folgaria nel dopoguerra sono diventate rinomati centri di villeggiatura la passeggiata al Finonchio è una delle gite più gettonate dai turisti. Un tempo, fino agli anni 60, ricordo che ci si poteva arrivare anche in auto 

Ritorno
La malga del Finonchio
Dal rifugio si scende prima sui prati e poi in una bella faggeta seguendo il sentiero Sat 103 che con discreta pendenza ci porta sul prato della ex-Malga del Finonchio (1344 m.) di cui abbiamo già parlato. Continuiamo sullo stesso sentiero fino al Moietto (924 m.), località soprattutto di seconde case che si anima nei week-end ed in occasione di feste campestri (4 km dal rifugio Finonchio). Girando ora a sinistra su una stradina asfaltata pressoché pianeggiante si giunge all’abitato di Pietra da dove parte un interessante giro ad anello (Giro del Finonchio – F7). Da Pietra si continua su bel sentiero in leggera salita fino al capitello ormai in rovina di Gerosa
Il capitello di Gerosa
La bellezza del bosco insieme ai ruderi delle case in rovina danno al luogo un fascino selvatico e decadente. Da Gerosa si scende passando per i prati dei Pinteri con bel panorama sulla valle. Poco sotto c’è la sorgente dei Fontanei protetta da un arco in pietra. Ormai siamo alla fine del lungo giro e in breve ecco riapparire le case di Senter (4 km circa da Moietto)
I prati dei Pinteri

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