Corno Battisti

Lunghezza: 16 km 
Dislivello: 830 m
Tempo in movimento: 4h15
Altitudine max: 1896 m
Difficoltà: media


Questa escursione nel Trentino meridionale passa per uno dei luoghi più conosciuti della Grande Guerra, il Corno Battisti.  Ripercorrere i sentieri e le gallerie che videro cento anni fa gesta di grande coraggio e terribili scene di battaglia e di morte fa riflettere sulla tragedia e la follia della guerra


Un po' di storia

Il Corno Battisti visto da Obra (Wkipedia)





Il Corno di Vallarsa è uno sperone roccioso che domina la valle omonima. Nel 1915, allo scoppio della guerra, fu conquistato dalle truppe italiane ma cadde in mano tedesca durante la strafexpedition dell'anno successivo (maggio 1916).
La notte del 10 luglio 1916, il battaglione degli alpini Vicenza, al comando del tenente Cesare Battisti, supportato da due battaglioni della fanteria, sferrò un attacco alle postazioni austriache attestate sul Corno.
Pur riuscendo a conquistare la posizione, le truppe italiane furono costrette a ritirarsi a causa di una imponente controffensiva austriaca e dalla mancanza di tempestivi rinforzi da valle. Battisti fu fatto prigioniero insieme al sottotenente Fabio Filzi. Condotti a malga Zocchi, sede del comando militare austriaco, subirono un primo interrogatorio

Battisti studia il piano d'attacco al Corno



Furono successivamente portati a Trento dove, dopo processo, vennero impiccati nella fossa del Castello del Buonconsiglio per alto tradimento, essendo cittadini austriaci irredentisti. In particolare Cesare Battisti oltre che cittadino austriaco era stato già stato deputato di Trento alla Camera di Vienna.


La cattura di Battisti
Due anni dopo l'attacco fallito di Battisti, nella notte tra il 9 e 10 maggio 1918, un drappello di Arditi comandati dall'ufficiale Fulvio Bottari riuscì a sorprendere e sgominare con un attacco all'arma bianca il presidio austriaco. Due giorni dopo, il 13 maggio, avendo una ventina di soldati austriaci riconquistato nuovamente l'osservatorio posto sulla cima del Corno, un altro gruppo di Arditi comandati dall'ufficiale Carlo Sabatini, riuscì a scalare in pieno giorno la friabile parete del Corno, ritenuta inaccessibile e quindi non sorvegliata. Muniti di soli pugnali e bombe a mano, dopo un violento corpo a corpo, riuscirono a sgominare le difese nemiche e ad impossessarsi definitivamente della posizione strategica
Carlo Sabatini con il gruppo di Arditi subito dopo la decorazione con la medaglia d'oro per la conquista del Corno Battisti  (Wkipedia)

A memoria di quelle vicende il Corno di Vallarsa prese in seguito il nome di Corno Battisti. In questa pagina si può leggere in dettaglio la drammatica serie di vicende belliche legate a questo sperone roccioso che, per la sua posizione strategica, fu per tutta la guerra e non solo limitatamente agli episodi citati al centro di intensi attacchi e controffensive da entrambe le parti, causando un elevato numero di perdite da entrambe le parti

Al Corno Battisti




Il percorso
La forestale che porta al rifugio V.Lancia e lungo la quale si trova il parcheggio

Si parte da uno dei posteggi situati nel pressi del cimitero militare e di malga Cheserle, lungo la forestale che da località Giazzera porta al rifugio Lancia sul Pasubio
Malga Monticello

Malga Buse
Fatte poche centinaia di metri si prende a destra il sentiero 111 che segue  la sterrata che conduce a malga Monticello (20'), posta su una bella radura con panorama sulla Vallagarina, sul Baldo e più lontano sul Brenta. Continuando poi sul sentiero  119b si giunge a malga Buse (15'), ora dismessa, di struttura simile alla prima anche se più piccola e anch'essa in posizione soleggiata e panoramica. Il sentiero sale nel bosco tra pini e mugaie e raggiunge il prato posto sul crinale del monte Spil con grandi scorci sulla sottostante Vallarsa e sulle Piccole Dolomiti (gruppo del Carega).
Quasi sulla sommità, dove il pascolo si fa pianeggiante, si possono vedere ancora i resti di una seggiovia costruita negli anni '50 che partiva da Pozzacchio e permetteva agli sciatori, allora quasi pionieri,  di raggiungere agevolmente il vicino rifugio Lancia (30'). Ma questa parte del Pasubio era stata riscoperta ben prima: già negli anni '20 iniziò ad essere frequentata da un gruppo di giovani roveretani che trovavano qui i più vasti campi da sci del Trentino meridionale. Si appoggiavano alla malga Pozza, tuttora esistente e divenuta poi inadeguata per accogliere il numero sempre crescente degli amanti del "regno della Pozza"
Dopo aver superato una casetta con antistante un vasto prato il sentiero inizia a scendere verso il valico del Menderle dove incrocia il sentiero per la vicina malga Zocchi, posta in un'ampia radura e ancora attiva (15')
Il Corno Battisti dal Valico del Menderle

Dopo il valico si ritorna a risalire dolcemente seguendo il 119b fino alla Selletta Battisti (1740 m.), dove sono poste due stele e un altare in memoria di  Cesare Battisti e  Fabio Filzi (20')
Dalla Selletta un sentiero conduce in 10' fino al punto di osservazione, posto sullo sperone estremo del montagna fortificata, a strapiombo verticale sulla Vallarsa, dove si intuisce facilmente come la postazione fosse quasi inespugnabile. La possibilità di controllare da lassù tutti i movimenti di truppe sul fondovalle faceva del Corno di Vallarsa un punto strategico da difendere ad ogni costo
Panorama dal Corno sulla Vallarsa. In primo piano il monte Trappola
Le gallerie
Il sentiero attrezzato
Per consolidare le loro posizioni sia gli austriaci che gli italiani cominciarono a costruire una serie di gallerie. Lo scopo degli italiani era quello di fare saltare con l'esplosivo la sommità del Corno, come si era già sperimentato sul Pasubio sotto il Dente Austriaco. Per visitarne qualche tratto, dalla Selletta bisogna scendere sul sentiero 122 che per tornanti e un traversone conduce sotto le pareti rocciose del Corno dove si scorgono alcune aperture nella roccia.

Seguendo le indicazioni del percorso attrezzato  Franco Galli, si entra nelle viscere della montagna e, muniti dell'indispensabile frontalino o torcia, poiché il buio qui è totale, si esplorano le gallerie che  si diramano in bracci secondari, alcuni dei quali inagibili per il pericolo di frane. Un primo ingresso porta al pozzo della carrucola, un budello verticale alto 15 metri che veniva usato per i rifornimenti e munito di staffe e cordino
Il pozzo della Carrucola

Una volta arrivati in cima al pozzo, dove è presente una fessura che dà sulla valle e procedendo in galleria si giunge ad un incrocio dove sulla roccia appare una targa con la scritta "127° Compagnia Zappatori", che ricorda il lavoro immane dei soldati nello scavare questi tunnel 100 anni fa. Ritornati sul sentiero 122, se si scende ancora per qualche decina di metri si può esplorare un'altra entrata
La fessura non ha iscrizioni; percorsi i primi 10 metri il soffitto si abbassa improvvisamente tanto che bisogna mettersi quasi carponi per poter procedere
La targa in memoria dei soldati che scavarono  le gallerie
Superata questa strettoia, probabilmente pensata per bloccare gli attacchi nemici, inizia una lunga e ripida galleria attrezzata con cordino che risale nel buio più assoluto, su fondo spesso ghiaioso e umido, le viscere della montagna fino a raggiungere la citata targa della "127° Compagnia Zappatori". Continuando si raggiungono degli slarghi usati come depositi e un posto di medicazione

Questo insieme di gallerie è ora percorribile grazie al lavoro di restauro e messa in sicurezza della SAT di Rovereto. Il sentiero attrezzato Franco Galli che le percorre per intero comincia più molto più in basso, alla sella del monte Trappola (accesso da Valmorbia o da Anghebeni)


L'escursione continua
Verso la Bocchetta dei Foxi
Lasciato il Corno Battisti si segue il sentiero 102 che conduce in 20' alla vicina Bocchetta dei Foxi (1720 m.), crocevia di sentieri e posta in una bella e fresca sella erbosa. Da lì si ricomincia a salire seguendo le pendici del monte Testo, dove erano appostate le mitragliatrici austriache che martellavano il Corno
Verso la Bocchetta delle Corde
La  selvaggia valle dei Foxi

Questo tratto leggermente esposto in alcuni punti offre scorci notevoli sulla selvaggia valle di Foxi, sul dirimpettaio Roite e sull'Alpe Cosmagnon. Defilati si scorgono anche il Palon, il Dente italiano e il Dente Austriaco, luoghi di altre battaglie e massacri durante la guerra
Panorama sul Pasubio

In 40' si arriva alla Bocchetta delle Corde (1894 m.) e da lì si comincia a scendere verso il rifugio Vincenzo Lancia (1825 m.), posto in una  vasta conca prativa (20'). La sua costruzione risale alla fine degli anni '30. Il suo principale promotore fu il roveretano Amedeo Costa che volle dedicarlo al suo amico scomparso Vincenzo Lancia, il costruttore di automobili
E' un rifugio frequentato dai roveretani soprattutto per lo scialpinismo ed è curioso che questo nome legato al mondo automobilistico abbia poi preso a significare un'intera zona montagnosa il cui vero nome è Pasubio.
Dal rifugio V.Lancia si segue ora il sentiero 132 affrontando un tratto in salita che sbocca poi su un vasto plateau erboso chiamato Alpe Alba, punteggiato da alcuni caratteristici baiti (20'). Alle nostre spalle si eleva la mole del Col Santo (2112 m.), montagna rotondeggiante che fa si incunea tra la Vallarsa e la Val di Terragnolo e che vide anch'essa aspri combattimenti. Dalla sua cima erbosa il panorama è veramente vasto. Noi continuiamo su questo vasto pascolo che è l'Alpe Alba che in primavera si copre di fiori
L'Alpe Alba

Superati due tipici baiti affiancati (i "due gemelli") il sentiero si biforca: quello a destra, il 132, scende in un vallone boscoso e successivamente sbocca sui prati del monte Pazul da dove inizia la parte più ripida della discesa, il sentiero delle Ull, che porta sulla forestale diretta a Giazzera; quello a sinistra, il 132B, chiamato anche il sentiero della Lasta Alta o sentiero delle Pale, scende in 30' in località Torno passando tagliando per i prati che sovrastano il vallone che da Giazzera sale al rifugio. Da lì  il sentiero comincia a scendere ripido per stretti tornanti e conduce in altri 30' alla malga Cheserle  e quindi al parcheggio.

Scarica la traccia gps da Wikiloc

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