Trek sul Piccolo Colbricon

Lunghezza: km 18,31 (10 km il primo giorno, 8 il secondo)
Dislivello: 1036 m
Tempo: primo giorno:  4-5 h; secondo giorno: 2-3 h
Altitudine max: 2505 m 
Difficoltà: media

Questo piccolo trek di due giorni lungo 18 km nel parco naturale di Paneveggio sfrutta la possibilità di pernottare al baito forestale Buse dell'Oro ma volendo si può fare in un solo giorno. Prevede la salita al Piccolo Colbricon, cima frequentata in inverno per lo sci-alpinismo ma assai poco in estate, con pernottamento nella vicina baita Buse dell'Oro. Il giorno successivo si scende ai laghi di Colbricon e si ritorna al parcheggio attraversando la magnifica foresta di Paneveggio. Dalla Busa dell'Oro alla cima del Piccolo Colbricon e dai laghi di Colbricon al parcheggio non esiste un vero sentiero ma solo tracce e questo fa allungare i tempi di percorrenza
Si parte dal posteggio pubblico (1616 m.) situato all'altezza del primo tornante sulla strada che da Paneveggio porta a Passo Rolle. Visto il pannello che vieta il parcheggio dalle 20 alle 7 non ho parcheggiato lì ma in una piazzola priva di segnali di divieto situata non lontano, tra il secondo e terzo tornante; ho messo in evidenza sul cruscotto un bigliettino che comunicava la mia intenzione di dormire al baito Buse dell'Oro. Speriamo bene.  
Dall'altra parte della strada parte una bella forestale che porta alla ex malga Colbricon e ai laghi Colbricon
All'inizio della sterrata una stele e un grande pannello illustrano le vicende che videro i Bersaglieri protagonisti (non furono ovviamente i soli) su queste stupende montagne la cui bellezza di per sé evoca tutto tranne l'idea della guerra. Gli evidenti segni del conflitto (trincee, fortificazioni, residuati ecc.) ricordano le sofferenze e la morte di tanti poveri giovani mandati al massacro. Da persone che non hanno vissuto quell'epoca e non hanno mai conosciuto la guerra facciamo fatica a immaginare quello che di terribile qui avvenne a quindi tendiamo a rimuovere e passare oltre. E' importante invece ricordare la storia, soprattutto per le nuove generazioni, quando il racconto si basa sui fatti e non diventa retorica a sostegno di una delle parti in conflitto. Delle vicende di guerra sul Colbricon si trova una discreta documentazione in internet. E' però più interessante leggere le lettere che i soldati mandavano da questo fronte di guerra. 
In questa pagina un racconto di un attacco austriaco respinto dagli italiani sul Piccolo Colbricon
La forestale sale con pendenza lieve attraversando la grande foresta di Paneveggio e alcuni torrenti. Ad un certo punto si restringe fino a diventare un sentiero
Le pale di S.Martino, poco prima di giungere in vista di malga Colbricon 
Sui pascoli della ex-malga Colbricon. In alto Cima Stradon 
L' ex-malga Colbricon (1830 m.), non più monticata. A sinistra la Cavallazza, altra montagna teatro di azioni di guerra. Subito sopra la malga parte sulla destra il sentiero che porta in 40' alla baita Buse dell'Oro
Il crocevia sopra la malga
Il sentiero L18 prima taglia in diagonale le pendici della montagna, poi entra in un bel bosco dove si incontrano incantevoli radure. Il fondo lastricato che appare a tratti ci ricorda che era una stradina militare
Il sentiero ad un certo punto va a costeggiare dall'alto la selvaggia Val Ceremana. In una radura un crocevia indica un sentiero che scende verso il lago di Paneveggio
Saliti ancora un pò ecco apparire la baita (o baito) sempre aperta delle Buse dell'Oro (2045 m.) che sorge al margine di una vasta radura incassata in un vallone (busa), ai piedi del Piccolo Colbricon
Vicino al baito scorre un ruscello

Dopo una breve sosta presso la baita intraprendo la salita al Piccolo Colbricon. Abbandono la radura e cerco una traccia sul versante destro del vallone  ma quello che trovo sono solo deboli tracce poco affidabili, in compenso si incontrano enormi formicai come questo
Trovo una traccia più sicura e riesco a uscire dalla busa. La direzione che prendo è sud-est, continuando a salire fino a giungere ad un punto panoramico alla base del Piccolo Colbricon, con le Pale di fronte a me. L'orizzonte ora più vasto facilita l'orientamento
Panorama verso la catena di Bocche

L' enorme placca di granito che forma il Piccolo Colbricon è solcata da piccole vallette. L'aggiramento di grandi blocchi e la salita tra un'infinità di grosse pietre, spesso instabili, rallentano la salita. Continuando a salire e puntando verso le Pale giungo sul bordo della parete verticale che scende a precipizio sul vallone che separa il Piccolo Colbricon e il Colbricon
Raggiunto un coraggioso alberello cresciuto sul precipizio inizio a salire seguendo un camminamento militare protetto da un muretto di sassi da entrambi i lati. Non c'è un vero sentiero ma la direzione è piuttosto intuitiva trattandosi di un'enorme placca inclinata che permette di vedere lontano. Come detto il Piccolo Colbricon presenta un rilievo fatto di vallette, enormi macigni di granito, di camminamenti e trincee, zone umide di erba alta, ruscelli con qualche arbusto qua e là. Un paesaggio piuttosto brullo dove le tracce della guerra invitano ad una riflessione. Durante la guerra la montagna era un caposaldo austriaco che gli italiani attaccarono più volte. Gli attacchi causarono consistenti perdite da entrambe le parti

Il vasto panorama sulle Pale di S.Martino, sui laghi di Colbricon e sulla foresta di Paneveggio che si può ammirare una volta raggiunta la parete est della montagna
Di fronte a me, separato dal vallone, il Colbricon orientale a sinistra ed il Colbricon Occidentale a destra. Su quelle due cime i due eserciti si fronteggiavano a soli 250 metri di distanza. Fu anche una guerra di mine. Gli italiani attestati sulla cima orientale cercarono di far saltare la cima del Colbricon occidentale scavando una galleria ma furono scoperti dagli austriaci. Si dice che la guerra delle mine fece abbassare l'altezza della montagna di alcuni metri

A distanza di 100 anni tutta la montagna è ancora disseminata di residuati bellici (schegge di granata, gamelle, barattoli, ecc.)
Ricovero militare
L'arrivo in vetta non pone problemi. Le Cime di Ceremana viste dal  Piccolo Colbricon
Il caratteristico versante est  del Piccolo Colbricon visto dalla cima (2509 m.)
Stranamente sulla cima di questa montagna che ha visto gli orrori della guerra non ho trovato la solita croce ma un ometto di pietra. Sullo sfondo l'alpe di Lusia
Inizio a scendere, questa volta tagliando in diagonale la grande placca granitica e portandomi sul bordo delle Buse dell'Oro
Il ritorno alle Buse dell'Oro si effettua allo stesso modo della salita, cioè ravanando perchè non ci sono sentieri. La discesa lungo il vallone non è da sottovalutare. Vi sono salti di roccia, buche nascoste da erba alta, mugaie e rododendri nonché macigni spesso instabili. E' preferibile scendere al centro del vallone, vicino al percorso del torrente facendo attenzione però a non scivolare sulle rocce bagnate
Da questa prospettiva le cose sembrano molto più facili
L'interno della baita, provvista stufa, tre letti con materassi e coperte (un po' rosicchiate), tavolo due panche una sedia e qualche pentola che ha fatto la guerra. Fuori c'è una riserva di legna e l'acqua è fornita dal ruscello. Un bivacco confortevole e ben tenuto, non segnalato su tutte le carte o posizionato in luoghi diversi


Scende la sera e gli altri due ospiti della baita accendono il fuoco per una grigliata in un decoro che ricorda vagamente le foreste canadesi
Il Rosengarten
Panorama serale verso il gruppo del Rosengarten
Il mattino seguente ritorno per il sentiero dell'andata verso malga Colbricon
Il sentiero passa per ridenti radure
Artax annusa la traccia odorosa di qualche animale. Nella foresta vi sono molti cervi e caprioli  che però questa volta non ho avuto la fortuna di vedere
Giunto in prossimità della malga l'orizzonte si apre sulle Pale di San Martino e il passo Rolle

La malga Colbricon e la val di Travignolo con la foresta di Paneveggio. Sulla sinistra la catena di Bocche e sullo sfondo la parete sud della Marmolada
Ad un crocevia nei pressi della malga seguo il sentiero che attraversando una bellissima e vasta radura in leggera salita porta ai laghi di Colbricon
Il Colbricon orientale visto dal sentiero diretto a laghi
Il sentiero nella parte finale affronta una breve salita che mi porta a passo Colbricon (1908 m.)
Lasciato il passo giro a sinistra e dietro un dosso ecco all'improvviso apparire il lago di Colbricon superiore
Il rifugio dove prendo un caffè. La zona è molto frequentata in stagione dai turisti provenienti dal vicino passo Rolle
La grande piramide del Colbricon Orientale a sinistra e il Piccolo Colbricon a destra, separati dal vasto vallone dove passa il sentiero Achille Gadler che dal rifugio Laghi Colbricon arriva a forcella Valmaggiore. ed è parte del tracciato della Translagorai
Il  magnifico lago di Colbricon inferiore. Sullo sfondo cima Bocche a sinistra e cima Juribrutto a destra
Sulle rive dei due laghi sono stati ritrovati reperti di insediamenti umani risalenti alla fine dell'ultima glaciazione (11500 - 8500 A.C., periodo mesolitico). Sono punte di frecce di selce ora esposte al Muse di Trento e appartenenti a tribù di cacciatori-raccoglitori che in estate si spingevano fin quassù per cacciare cervi e stambecchi
E' mattina inoltrata quando lascio il rifugio. Partendo dai laghi non esiste un sentiero numerato in direzione del parcheggio ma sulla carta è segnalata una traccia che segue grosso modo la direzione di un corso d'acqua che va a intersecare la forestale dell'andata nei pressi di un ponte. La traccia inizia in fondo al lago inferiore. Per un poì è ben visibile poi, come spesso accade, si divide e due e infine si perde. Mi tocca ravanare un po' controllando spesso la carta e il gps per ritrovarla più in basso lungo il torrente. Bisogna dire che la bellissima foresta di Paneveggio non è mai troppo fitta ed è spesso solcata dalle piste fuorvianti degli animali che la abitano. Comunque non è facile perdersi perché ci sono molti punti di riferimento. La traccia, finita la discesa, arriva sul piano e diventa poi largo sentiero che mi riporta infine sulla forestale dell'andata in prossimità del ponte. Di lì al parcheggio è solo una questione di minuti
 La foresta di Paneveggio 
E' mezzogiorno e non ho voglia di tornare subito a casa. Con l'auto salgo a Passo Valles (2031 m.) e mi concedo qualche ora di relax sui pascoli sotto forcella Venegia (2215 m.). Il sentiero da prendere parte da Passo Valles e giunti alla forcella si scende sul sentiero che porta a malga Venegiota. Un posto ideale per ammirare la Pale
Risalgo infine le pendici erbose di cima Valles (2305 m.) posta proprio sopra l'omonimo passo, per scattare un'ultima foto sulla val Venegia, le Pale e i Lagorai
Passo Valles 
La Pale al tramonto


Scarica la traccia gps da Wikiloc



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