Dal passo Manghen al lago delle Stellune

Lunghezza: km 20,47
Dislivello: 1099 m
Tempo: 9 h
Altitudine max: 2331 m
Difficoltà: media

Il lago delle Stellune è ritenuto da molti il più bel lago nella catena dei Lagorai. In un precedente post ho descritto un anello abbastanza noto che vi giunge partendo dal passo Cinque Croci. Questo  giro parte invece dal Passo Manghen  2047 m. e figura come un classico in tutte le guide dei Lagorai. Al lago delle Stellune personalmente preferisco il lago delle Buse, dal nome sciatto ma molto suggestivo. Questo giro ad anello permette di visitarli entrambi ed apprezzarne la loro bellezza, incastonata come un gioiello in una natura incontaminata. Se si fa in due giorni, pernottando in tenda presso il lago, si può pensare di salire anche su cima Ziolera e cima Stellune, entrambi punti molto panoramici. Io ci sono andato in un giorno luminoso di ottobre e mi sono limitato al solo anello senza affrontare le sommità. Vi sono diversi modi di percorrerlo viste le varie occasioni di passare da un versante all'altro della catena di montagne.L'escursione è adatta a tutte le scarpe anche se la lunghezza alla fine si fa sentire. Attenzione ai versanti scoscesi in caso di pioggia o bagnato
Come arrivare: uscire dalla superstrada della Valsugana a Borgo Valsugana e seguire le indicazioni per passo Manghen. Dopo Telve la strada risale la val Calamento fino al passo, dove si trova il rifugio con il posteggio
Parto all'incirca alle 7.15 dal parcheggio situato a passo Manghen e mi incammino lungo il sentiero 322 che si arrampica in ombra tra cima Valsolaro e cima Ziolera
In circa 40' esco dall'ombra e raggiungo forcella del Frate. Nella foto si vedono la strada e il passo Manghen. In primo piano le fortificazioni risalenti alla grande guerra. Altre ne vedrò lungo tutto il percorso essendo stata questa zona teatro di azioni belliche
Sotto di me la val Ziolera dove si trovano alcune malghe e dei laghetti non visibili nella foto
Sopra di me cima Ziolera 2478, raggiungibile in mezz'ora ma che escludo dal giro visto che le ore di sole a disposizione sono poche
Continuo in costa sotto la cima e raggiungo forcella Ziolera in 40'
Da forcella Ziolera 2253 si scorge il lago delle Buse, lucido e liscio come un frammento di specchio e ancora in ombra. Lo rivedrò al ritorno
Da qui scende il sentiero 361 al lago. Lungo il  mio anello vi sono altre scorciatoie che come questa possono servire in caso di maltempo (dalla forcella di Pala del Becco e dalla forcella Montalon) 
Continuo sul 322 perdendo in discesa circa 200 metri poi risalgo in costa. Ormai il  Ziolera  è alle mie spalle
Attraverso zone sassose alternate a pascoli e riprendo lentamente quota portandomi sulla testata della val Ziolera 
Un gruppetto di capre prudenti scende a valle lungo il sentiero Herta Miller
La cresta che separa la Val Ziolera dalla val Montalon 
Dalla cresta a quota 2324 scorgo ora la Pala del Becco (sulla sinistra), cima delle Buse e dietro il Montalon. A parte il sentiero non vedo altro segno umano tra queste montagne
Dalla cresta inizio una nuovo tratto in discesa verso forcella Pala del Becco...
 ... che raggiungo in mezz'ora  a quota 2248 ...
...dopodiché continuo a scendere sul sentiero 322b che passa ora sotto la parete est della Pala del Becco
Ecco la val Montalon che va a confluire in val Campelle. Sul prato a sinistra si vede lo stallone di malga Montalon, sullo sfondo il gruppo di Rava, cima Orsera, cima delle Buse Todesche e a sinistra il particolare profilo di cima Cengello
Un breve tratto in salita mi porta nei pressi del lago Montalon, le cui acque oggi sono spazzate da un forte vento di tramontana

Il lago Montalon dal sentiero 362 per forcella Montalon
Raggiungo in pochi minuti forcella Montalon 2133 dove trovo un crocevia con l'indicazione per forcella Valsorda, di nuovo sul 322 (1h)
Inizia un traverso in saliscendi sotto cima delle Buse e il monte Montalon. Il sentiero, una mulattiera austro-ungarica, alterna tratti facili a tratti dove grossi macigni di granito sovente instabili rallentano il passo. Nella foto la Pala del Becco e forcella Montalon
Mi trovo ora sul versante interno dell'alta Val delle Stue. In ombra a destra si vede la zona dei grossi massi di granito da attraversare
Il sentiero passa tra i grossi blocchi di granito. Bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi, soprattutto se la roccia è bagnata
Sono ormai in vista di forcella Valsorda. Al centro della foto la panoramica cima delle Stellune. L'omonimo lago si trova ai suoi piedi ma ancora non si vede perché nascosto da  un avvallamento. Ad un successivo crocevia tralascio il sentiero 321 che scende verso la conca del lago e continuo in direzione di  forcella Valsorda
Forcella di Valsorda 2256 divide il Montalon da cima delle Stellune ed è circondata da un imponente intreccio di trincee e fortificazioni militari della grande guerra. Si possono ancora vedere i resti dei baraccamenti e le piazzole sulle quali erano posizionate  le teleferiche che  portavano i rifornimenti alle truppe impegnate in prima linea sulle creste del Montalon. Sui Lagorai come  su tutto il fronte in alta montagna la guerra fece anche molte vittime per il freddo, le valanghe e le  durissime condizioni di vita
Mi porto un centinaio di metri verso est per poter fotografare il panorama sulla Valsorda. Sullo sfondo cima d'Asta 2847 e a destra uno dei due laghetti delle Buse Basse. Da qui il paesaggio grandioso e solitario mi ricorda certi scorci della nuova Zelanda o dell'Islanda...
Zoom sul gruppo di Cima d'Asta
Di ritorno a forcella Valsorda incontro un ragazzo che ha appena iniziato da solo la Translagorai (traversata della catena dei Lagorai) con uno zaino di 25 kg! Non è proprio la stagione adatta per farla e la sua impresa è un pò a rischio ma dice che se le cose dovessero mettersi male scenderà a valle. Ha con sé una tendina con il sacco a pelo ma la maggior parte del peso è dovuta ai viveri necessari per quei 5 giorni in montagna
Lascio forcella Valsorda e sul 318 che qui corre sul largo selciato di una mulattiera austro-ungarica raggiungo in pochi minuti il sottostante lago delle Stellune 2099, finalmente visibile e a quest'ora con l'acqua di un  intenso verde oliva
Il lago si trova in una bella conca glaciale. Misura 250x180 metri con una profondità di 18. Il suo emissario è il rio delle  Stue che dovrò attraversare più avanti vicino a malga Cazzorga. Il suo bel colore verde-azzurro attira molti escursionisti ma oggi non c'è nessuno sulle sue rive. Sono da poco passate le 11 e decido di fare qui la pausa panino
Il sentiero 318 ora mi conduce sulla destra orografica della valle scendendo lungo un bel bosco via via più folto di larici, abeti e cirmoli. Sullo sfondo il Montalon
Giungo in vista di malga delle Stellune che possiede un malandato ricovero d'emergenza

Malga delle Stellune
Scendendo ancora ssbuco sull'ampio pascolo di malga Cazzorga. Sullo sfondo a sinistra la Pala del Becco. Il sentiero poi risale lungo quel versante boscoso
Malga Cazzorga 1842 


Il sentiero da seguire è ora il 362, direzione forcella di val Montalon

Malga Cazzorga. In primo piano il ponticello sul Rio delle Stue che mi porta sull'altro versante della valle
In meno di un'ora recupero i 250 metri di dislivello persi nella discesa salendo prima nel bosco e poi sul bel pascolo del Pian della Maddalena. Nella foto la Pala del Becco 
Raggiungo quota 2092 dove ad un crocevia sotto forcella Montalon  ritrovo il sentiero 322

Il sentiero aggira in un continuo saliscendi il versante nord-ovest della Pala del Becco. In basso posso scorgere i pascoli torbosi di malga Buse

Mi trovo ora in alta val Cadino e il sentiero numerato 322a attraversa il Pian della Fava 2160, un pianoro nei pressi del quale si trova il monumento arboreo chiamato Re Leone, un pino cembro vecchio di 800 anni.! E' il più grosso albero della val di Fiemme. Non ho purtroppo il tempo per andare a vederlo, sarà per un'altra volta


Ormai non sono molto lontano dal lago delle Buse e infatti, dietro una curva, vedo apparire in lontananza la sua macchia blu raccolta in una bella conca. Il suo colore brillante è molto diverso da quello freddo di stamattina



Il biotopo del lago delle Buse 2054 ospita il tritone alpino, una salamandra tipica dei laghi di alta montagna e numerose specie di piante acquatiche. E' in via di impaludamento. Lo costeggio sul lato destro del lago abbandonando momentaneamente il sentiero 322a
Il blu delle sue acque è spettacolare. Da questa prospettiva Cima Ziolera ha un diverso aspetto e perde il suo profilo piramidale. Le ombre cominciano ad allungarsi e dopo una sosta per le foto di rito per me è ora di riprendere il cammino
Giunto alla fine del lago riprendo il 322a che ora scende nel suo ultimo tratto verso il passo Manghen, distante una quarantina di minuti. Il sentiero tra mughi e cirmoli è piuttosto tortuoso ed esige attenzione per via della presenza di discreti dislivelli che impegnano le caviglie. La stanchezza inoltre comincia a farsi sentire
Passo accanto ad un tronco di cirmolo nominato "L'Eterno" per la sua eccezionale longevità (sembra che abbia più di 1000 anni). La targa ai suoi piedi però non dà altre informazioni. Accanto al suo grosso e tormentato tronco di fossile vegetale cresce ora vigoroso un suo simile di più modeste dimensioni. Speriamo possa avere il successo del suo vecchio parente
L'ultimo tratto del 322a è in salita verso il passo. Questa è l'ultima piccola fatica della giornata: dietro a quegli alberi vedrò riapparire il passo Manghen con il suo rifugio. L'anello è stato ultimato. Sono quasi le 4 del pomeriggio

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