Lunghezza: 19,32 Km
Dislivello: 1381 m.
Tempo: 6 h
Altitudine max: 2511 m
Difficoltà: media
La piccola val Jumela, laterale della val di Fassa, posta in una delle zone più belle delle dolomiti fassane e poco frequentata era rimasta fino a qualche anno fa un angolo di paradiso. Purtroppo si è deciso di "valorizzarla" con la realizzazione di un ennesimo circuito sciistico nonostante una forte mobilitazione ambientalista. Un vero peccato e basta avere un po di amore della natura per comprendere la stupidità di quella scelta. Per fortuna l'impianto sciistico che scende da Sella Brunech verso il fondovalle non va ad impattare i grandiosi panorami a 360° che si godono dai suoi erbosi dossi sommitali .
Una volta raggiunti li si percorre in tutto il loro sviluppo per poi ritornare a ripercorrere nell'ultimo tratto la forestale dell'andata. L'escursione non presenta particolari difficoltà ma è lunga (19 km) con un marcato dislivello (1381 m). Da non intraprendere dopo la pioggia in quanto i ripidi pendii erbosi potrebbero rivelarsi insidiosi
Il posteggio presso l'Avisio
Parto a Pera che sono passate da poco le 7h30 e posso ammirare lo spettacolo dei dirupi di Larsec che si accendono di un giallo che da tenue si fa sempre più intenso
Sul prato del fondovalle, ben protetto da tre cani agguerriti, sonnecchia un gregge
Comincio a salire lungo la forestale che per tornanti prende quota e al contempo entra in Val Jumela. Di fronte a me cima Dodici 2446, che, come la vicina Cima Undici, fungeva un tempo da meridiana in quanto segna la posizione del sole nelle ore centrali del giorno
Tutto la valle è ancora nell'ombra ma dall'altra prete della valle appaiono già illuminati il Latemar, la Roda di Vael e le Coronelle
Nella sua parte iniziale la valle è incisa da una profonda gola dove scorre un torrente il Ruf da le Coude. Dopo un'ora e un quarto di cammino piuttosto noioso vivacizzato da qualche strappo comincio a vedere le prime baite e il paesaggio si allarga
A quota 1840, superata la gola, raggiungo il Pont del Chiusel che rappresenta un crocevia tra tre sentieri, il 664 che va in val Jumela, il 643 che porta al Baffaure e un sentiero non numerato che porta sul Pere da Fech, la montagna che domina la valle di Fassa con la sua grande croce, di fronte a cima Dodici. Sul mio gps ho scaricato una traccia che mi dice di continuare sul 644 ancora per un pò e poi partire dritto all'attacco dei pendii erbosi per raggiungere il crinale nei pressi del Col Bel. Questa indicazione si rivelerà un errore perché la salita che poi affronterò sarà ben più dura. Invece giunti al ponte è meglio seguire l'indicazione per la croce del Pere da Fech e poi seguire la traccia che porta al Ciamp de Poza, un vasto pascolo punteggiato da baite. Da lì si continuerà su un sentiero fino ad arrivare sul crinale senza soffrire troppo (traccia gialla sulla mappa)
Continuo dunque sul 644 e raggiungo Malga Giumela Bassa
In corrispondenza di un secondo ponte, abbandono la forestale diretta verso Malga Jumela de Sora e continuo su un sentiero che comincia a salire stando sulla destra orografica della valle. Passo vicino a delle baite deserte in questa stagione.
Quindi, sempre seguendo la traccia gps, comincio ad salire su un incerto sentiero che dopo un po, con mio grande sconcerto, va pian piano a estinguersi tra le stoppie
Purtroppo mi sono già alzato di parecchio quando, nel vedere la pendenza del muro erboso che ho davanti, mi rendo conto di stare se guendo la traccia di qualcuno che era in vena di sfide sportive o che si era perso dimenticando la mappa a casa, Per avanzare devo spesso aggrapparmi ai ciuffi d'erba e anche Artax si trova in difficoltà a sormontare i grossi ciuffi. In compenso il paesaggio si fa via via più vasto e posso già vedere alcune cime del gruppo del Catinaccio d'Antermoia bucare il fitto bosco
Una cornacchia sogghigna
Il tratto finale della salita. Il sentiero corre sul crinale
In basso a destra nella foto, sotto il dosso boscoso del Pere da Fech, si scorge il pascolo del Ciamp de Poza dove passa il sentiero che avrei dovuto prendere.
Quando dopo un'ora di salita raggiungo infine l'affilato crinale provo sollievo nello scorgere lo stretto sentiero. Con un ulteriore piccolo strappo tra le roccette mi porto alla fine sull'ampio dorso del Col Bel 2436
Il panorama dal Col Bel è semplicemente strepitoso anche per l'effetto sorpresa che riserva. Si vedono in formato cinemascope tutti i gruppi dolomitici della Val di Fassa, Qui il Catinaccio D'Antermoia
Panoramica sul gruppo del Sassolungo, a destra il gruppo del Sella
Verso nord-est si apre un vasto altipiano erboso in fondo al quale si ergono le moli della Marmolada, del Gran e piccolo Vernel, del Colac e di Cima Uomo
Zoom sulla Marmolada e il Gran Vernel
Dal Col Bel scendo in una vasta insellatura erbosa, la Sella di Ciamol 2361. da dove scorgo i pascoli della val Crepa, valle per fortuna non ancora "valorizzata" da impianti di risalita. Il sentiero corre lungo una recinzione per il bestiame
Zoom sul gruppo del Sella
La Creipa Negra, in primo piano, sembra la prua di una nave; sullo sfondo le torri del Sella e il Piz Boè
La Sella de Ciamol, il Col Bel e sullo sfondo il Catinaccio di Antermoia
Sul fondo valle si scorge malga Jumela de Sora ai piedi del Sas d'Adam. Ora il sentiero riprende quota e corre lungo le creste di alcune elevazioni secondarie
Raggiungo in breve la vetta del Su l'Aut 2513, la cima più elevata del giro
Sulla cima c'è una piccola croce in legno con le tipiche bandierine nepalesi senza altra indicazione. In compenso il panorama è superlativo. Dovrei scrivere molte righe per enumerare tutte le montagne che si vedono da quassù ma alla fine non c'è bisogno di conoscere i loro nomi per godere della loro bellezza
Il Colac 2715 e sotto l'impianto di risalita che da località Ciampac raggiunge Sella Brunech
Mi piacerebbe restare qui a lungo ma ora devo scendere verso Sella Brunech dove sono visibili le brutte strutture degli impianti di risalita. In fondo a sinistra svetta Cima Uomo
Gli impianti di risalita partono da Alba di Canazei e raggiungono in due tronconi la sella. Un altro impianto e una pista (Orsa Maggiore) scendono lungo la val Jumela. In fondo alla valle un altro impianto permette la risalita al Baffaure
Mentre scendo a Sella Brunech dietro al Colac vedo spuntare in una insellatura la bianca parete sud della Marmolada
Quest'anno con il caldo che ha fatto per il suo ghiacciaio è stata dura. Forse tra qualche decina d'anni una foto così diventerà il ricordo di un'era passata. Speriamo di no
Riprendo il sentiero sull'altro versante della valle. Per un lungo tratto il 613 taglia alla base alcune creste che tralascio di esplorare per via della fatica che ora si fa sentire e ritorna alla fine a solcare il crinale offrendo splendidi scorci sulla sottostante Val S.Nicolò. In fondo si vede il Dos de Adam, l'ultima cima del giro
Faccio il solo incontro della giornata con una coppia di turisti tedeschi che sono saliti da Val S. Nicolò, dove si vede il parcheggio pieno di auto come in estate
Mi resta da salire l'ultima piccola cima, il Sas D'Adam 2432 che raggiungo in breve tempo. La dorsale magmatica che separa la val Jumela e la val S.Nicolò, come quella tra la val S.Nicolò e S.Pellegrino, sono conosciute per le loro rocce contenenti quarzo, agata, calcedonia, eliotropi. Il loro colore scuro rivela le intrusioni di basalto tra le chiare rocce dolomitiche
Panoramica delle val Jumela e val S. Nicolò dal Sas de Adam
La val S.Nicolò con il gruppo dei Monzoni a destra
Scendo per stretti tornanti dal col de Adam e giungo al Col de Valvaccin, punto di arrivo di un impianto di risalita Da lì scendo lungo la pista da sci su un vasto costone erboso che va a sbucare su un pianoro
Arrivo al rifugio Baita Cuz in località Bafaure de Sora che inaspettatamente trovo aperto. Scendo poi con minore pendenza sempre a fianco della pista da sci fino ad una zona pianeggiante nei pressi del rifugio Baffaure in località Bafaure de Sot.
Un crocevia indica il sentiero 644 per la Val Jumela e Pera di Fassa ma io cerco il 643 che sulla mia carta Kompass dovrebbe riportarmi in val Jumela al Pont de Chiusel ricongiungendomi così al 644 dell'andata. Il sentiero 643 nel tratto dal Bafaure alla Val Jumela sulla carta è però solo tratteggiato e non è una linea continua; questo significa che dovrò aspettarmi solo una parvenza di sentiero. Decido di affidarmi al mio gps che mi conduce dietro le protezioni di una curva della pista da sci da dove dovrebbe partire il 643. Non trovo l'ombra di una traccia ma mi dico che se seguo il gps prima o dopo andrò ad intercettare il sentiero. Infatti spesso le tracce sul terreno si trovano anche a 50 metri da dove dovrebbero trovarsi ma in questo caso l'errore sembra più importante. A volte trovo la parvenza di un sentiero che però poi finisce nel nulla. Forse avrei dovuto seguire l'indicazione del 644 che ho visto al crocevia ma come nel caso della salita al Col Bel non ho più voglia di tornare indietro anche perché il sole è ancora alto e ho ancora tempo per fare di testa mia. Continuo così a scendere seguendo l'indicazione del gps per fortuna in un bosco non fitto che non ritarda il cammino. Il costone della Val Jomelina che sto attraversando finisce in un intaglio scosceso dove passa un ruscello, parzialmente coperto da un boschetto di piante morte. Risalgo in qualche modo il versante opposto ravanando e aggrappandomi di nuovo ai ciuffi d'erba finché finalmente trovo il sentiero che cercavo. Mi piacerebbe sapere dove passa effettivamente questo benedetto 643 e dove ho sbagliato
Scendo ormai senza problemi passando accanto ad alcune baite. Una di queste ha le finestre aperte e i suoi anziani abitanti si stanno godendo il sole autunnale sul terrazzino che domina la valle.Che bello dev'essere poter avere una baita così!
Giungo al Pont del Chiusel e a chiudere finalmente l'anello che ha visto una partenza ed un finale alquanto incerti ma che hanno alla fine insaporito di più l'avventura di oggi. Dal ponte ripercorro fino a Pera la forestale dell'andata
Arrivo a Pera di Fassa giusto in tempo per vedere il sole tramontare dietro i dirupi di Larsec e cima Dodici
Scarica la traccia gps da Wikilok
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