Lunghezza: 10,2 km
Dislivello: 299 m
Tempo: 2 h 30
Altitudine max: 1990 m
Difficoltà: media
Ciaspole
Vicino al passo San Pellegrino si trova una grande area prativa adibita da sempre a pascolo dai contadini di Soraga, chiamata Fuciade o Fuciada o Fuchiade. Ci si arriva seguendo una forestale che dopo aver attraversato in saliscendi un bosco e una valletta giunge in un grandioso anfiteatro dolomitico. Lì sorge un raccolto gruppo di fienili e baite, una parte dei quali è stata rinnovata e resa abitabile. Una di queste tabià è diventata poi un rifugio-ristorante molto frequentato. Si gustano i piatti della gastronomia ladina.
La conca di Fuciade è nota per essere uno dei luoghi più suggestivi delle dolomiti dove si ritrovano in un quadro armonioso i contrastanti aspetti della montagna, da quelli sinuosi dei pascoli a quelli aspri delle rocce.
Per il ritorno, invece di ripercorrere la strada dell'andata, abbiamo seguito la pista che corre lungo l'altro versante della conca e poi si scende nel bosco in direzione della Baita Flora Alpina e si innesta sulla strada che sale al passo. Abbiamo anche trovato un sentiero non numerato e senza segnaletica che sulla mappa permetterebbe di ritornare al passo attraverso il bosco ma che si è rivelato non percorribile perché non battuto e non segnalato.
L'escursione è facile e adatta a tutti; essendo la zona soggetta a valanghe si consiglia di non uscire dalla pista battuta
Come arrivare:
Da Moena in val di Fassa si prende la strada diretta al passo San Pellegrino. Dopo aver posteggiato nel grande parcheggio libero sulla destra e percorso poche decine di metri sulla strada in direzione di Falcade si prende la prima forestale a sinistra (segnavia n° 607, Alta Via n° 2) diretta all'hotel Miralago e Fuciade. Normalmente non sono necessarie le ciaspole perché la strada è sempre ben tenuta.
Attenzione al passaggio di motoslitte e slitte trainate da cavalli
Arrivati al passo San Pellegrino 1947 m. lasciamo l'auto in un grande parcheggio pubblico sulla destra. Gli impianti di risalita sono in piena attività. Passo San Pellegrino è oggi un attrezzato centro di sport invernali
Un tempo vicino al passo passava il triplice confine tra i principati vescovili di Trento e di Bressanone e la Repubblica di Venezia. Fin dal 1358 era stato costruito un Ospizio retto da frati pellegrini - da qui il nome del valico - per accogliere i viandanti che vi passavano spesso diretti in Terra Santa. L'Ospizio fu distrutto all'inizio della Prima guerra mondiale e fu ricostruito nel 1921 sul lato opposto della strada. Ora è chiuso in attesa di essere ristrutturato e riaperto al pubblico. Durante la Guerra 1914-18 tra il Passo di San Pellegrino e le cime del Costabella correva la linea del fronte.
Percorriamo la bella e pianeggiante forestale che attraversa un bosco dove gli alberi sono ancora carichi di neve
La foresta ci regala ogni tanto splendidi scorci sulle Pale di S.Martino e la val Biois che sale al passo da Falcade
La strada inizia a salire in località Pecol. In località Garghele si passa attraverso un gruppo di antichi fienili molto caratteristici con i tetti in scandole di larice. Si procede nei pascoli attraversando altri gruppi di masi e fienili fino a raggiungere il rifugio (6 km dal passo)
Una slitta trainata dai cavalli ricorda gli antichi mezzi di trasporto del mondo contadino. Questa porta invece solo i turisti. Essendo il percorso adatto a tutti è ovviamente molto frequentato in stagione
Siamo in vista di Fuciade. Il tratto tra il passo e Fuciade si percorre in 50 minuti ed ha un dislivello minimo.
I primi fienili di Fuciade. Sullo sfondo il passo di Forca Rossa
Guardando indietro verso il passo S.Pellegrino scorgiamo nella nebbia il sovrastante Col Margherita 2549 con la stazione a monte della funivia
Alcuni fienili sono austeri e privi di decorazioni, altri invece sono decorati con sculture o manufatti in legno che rivelano la personalità dei proprietari
Il termine Fuciade o Fuciada deriva dal ladino “fuciar”, termine che in ladino significa "falciare" o "prati da falciare": in questo vasto alpeggio i contadini di Soraga sono venuti per secoli per il taglio del prezioso fieno
Una piccola slavina staccatasi poco sopra l'abitato. La mancanza di bosco facilita i distacchi lungo i pendi ripidi
Eccoci al villaggio a quota 1972. I fienili o tabià hanno un basamento in pietra che può fungere da abitazione. Alcuni hanno un camino e delle finestre segno che sono abitati durante la bella stagione. Certi mostrano i segni del tempo e altri sono stati rifatti con legno nuovo. Una volta erano di proprietà comune a più famiglie e fungevano anche da stalle, forni o magazzini
La cappella di Fuciade
Siamo nei pressi del rifugio-ristorante. Uno sci-alpinista sta arrivando seguito dal suo fedele peloso. Ha un appuntamento gastronomico al rifugio dove pare si mangi molto bene. Una meta sci-alpinistica della zona è il passo di Forca Rossa
Il rifugio è strapieno così mangiamo velocemente all'aperto. Proseguiamo ora sul versante opposto della conca su una pista battuta dal "gatto delle nevi"
Aggiriamo il villaggio. Da quest'angolazione potremmo pensare di trovarci in Norvegia!
La conca di Fuciade è delimitata dalla catena di Costabella. Cima Uomo 3010 e il Sas de Valfreida 3003 sono le sue due cime più alte. La catena è attraversata dal sentiero delle Cirele E607 che congiunge Fuciade al rifugio Contrin e fa parte dell'Alta via delle Dolomiti n°2
Ad un certo punto la pista finisce e dobbiamo mettere le ciaspole.
La traccia ora ci porta verso valle
Scendiamo quasi solitari per un vallone nel bosco. La maggior parte della gente si è fermata al rifugio e ritornerà per la strada dell'andata. Ora le Pale di S.Martino sono più vicine
In fondo sbuchiamo su una forestale diretta a malga Boer. Giunti ad un incrocio dove parte una traccia in salita che va a intercettare il sentiero per Fuciade, decidiamo di tralasciarla visto che un pannello indica un altro sentiero nel bosco che va direttamente al passo. Decidiamo di seguirlo. Inizialmente la neve è battuta ma una volta entrati nel bosco ci troviamo ben presto a arrancare nella neve alta dove spesso si sprofonda. Non riuscendo a vedere alcun segnale sugli alberi (non vediamo cioè le solite strisce bianche e rosse dei sentieri) decidiamo di abbandonarlo e scendiamo in qualche modo nel bosco fino a ritrovare la strada che da Falcade porta al passo
Vista sulla valle di Biois e sulle Pale con la strada che sale da Falcade al passo
La ripida discesa è affrontata col solito stile impeccabile. Cionostante ci ritroviamo spesso a gambe all'aria
Eccoci sulla strada. Dopo verificherò sulla mia mappa che esiste effettivamente un sentiero non numerato che taglia nel bosco fino al passo ma che in inverno è risultato impraticabile
Dopo una mezz'ora di marcia sostenuta siamo al passo. Il parcheggio è ancora affollato. Una lunga fila di pullman vuoti mi fa pensare che c'è ancora molta gente che per farsi una sciata è disposta ad alzarsi all'alba e a farsi un sacco di chilometri. Prima di ritornare alle auto fotografiamo alcune baite nei pressi del passo. Questa sembra abbandonata al suo destino e aver sofferto il peso di molte nevicate. Probabilmente quando è stata costruita il paesaggio qui era molto diverso da quello odierno
Questa deliziosa casetta a forma di battipista invita invece ad entrare ed accendere il fuoco
Nei pressi del passo San Pellegrino. Sullo sfondo cima Juribrutto o Gereburt (a sinistra) e cima Bocche o Cimon de Boce (a destra). Qui la toponomastica è doppia, italiana e ladina
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