Passo Campogrosso da Ometto

Lunghezza: 21,7 km
Dislivello: 873 m
Tempo: 5h30
Altitudine max: 1481 m
Difficoltà: media

Questo giro va ad esplorare una parte poco conosciuta della Vallarsa, scendendo sulle rive del torrente Leno e risalendo la valle fino al passo di Campogrosso. Dopo una digressione sulla strada del Re fino al nuovo ponte tibetano, si ritorna per l'abbandonata strada delle Siebe fino ad Ometto da dove si era partiti
Come arrivare: Da Rovereto prendere la SP 89 di Vallarsa, che risale la valle sulla sua sinistra orografica. Superata Ometto, piccolo paesino dopo Obra, si continua ancora per 800 m. fino a giungere in vista di un tunnel sbarrato. Si posteggia in una piazzola a fianco
Si può passare tranquillamente a piedi attraverso la galleria sbarrata da un cumulo di terra oppure utilizzare il largo sentiero che lo aggira sulla sinistra
L'uscita della galleria. Siamo in località Fontanei a circa 1000 m. di altezza e da qui al Colletto delle Siebe, 2,7 km più avanti, si cammina lungo una sterrata dove è vietato il transito per i veicoli a motore. (anche se qualche auto io l'ho vista passare).  Dal Colletto delle Siebe fino a Campogrosso invece si ritorna su strada asfaltata. Ci si chiede il il perché di questa bizzarria. Negli anni '70 sotto il Governo Rumor, influente uomo politico vicentino, furono iniziati i lavori per realizzare una strada che doveva collegare Rovereto a Recoaro, ma i soldi finirono prima che essa fosse ultimata e così è restata da allora. E' uno dei tanti lavori pubblici da Striscia la Notizia che però ha avuto almeno il merito di preservare la zona dal punto di vista naturalistico. Anche dall'altra parte della valle si è provveduto per altre ragioni a chiudere al traffico la strada delle Sette Fontane che collega il passo del Pian delle Fugazze a Campogrosso: qui si tratta di  proteggere dall'inquinamento la zona di captazione delle acque dell'acquedotto della valle. Si è venuta a creare così un'area protetta dove la natura è lasciata in pace
Procedo sulla sterrata che coincide con il sentiero 160 in salita e in un bosco fitto. Ad una curva la visuale si apre sulla val Gerlano dove il sentiero 160 continua portando al Valon dei Cavai. Siamo nel gruppo del Carega chiamato anche "Le piccole dolomiti" per la presenza di torrioni, picchi e profondi valloni che ricordano l'ambiente dolomitico
Val Gerlano. Da qui il 160 comincia a salire verso il Carega mentre io continuo sulla sterrata che ora va a coincidere con il sentiero 152
Dall'altra parte della valle scorgo il paese di Parrocchia di Vallarsa con la strada che scende a Speccheri ed alla base della diga
Più avanti la strada è tagliata da un ruscelletto che scende dalla Val delle Bisse Bianche. Artax ne approfitta per bagnarsi le zampe

Il Colletto delle Siebe altro non è che uno slargo in corrispondenza dell'incrocio tra la sterrata/sentiero 152 che scende verso il fondo valle e la strada delle Siebe che continua invece salendo verso Campogrosso e che dopo un centinaio di metri torna a diventare asfaltata 


Scendo dunque a valle sul 152 e dopo 10' mi trovo sul pascolo di malga Siebe, illuminata dalla luce tenue del primo mattino
Malga Siebe è monticata

Vicino ad una pozza c'è questo crocevia sibillino che indica a sinistra il 152 e lo Spiazzo delle Pierche, località posta a fondo valle e che devo raggiungere per intercettare il sentiero 151 che mi porterà al passo Campogrosso. Un altro cartello però indica a destra la stessa meta. Sono indeciso sul da farsi tanto più che sulla mappa non c'è. Alla fine decido di seguire quest'ultimo pensando sia una scorciatoia; invece si rivelerà essere  un sentiero che si perde nel nulla! Altra ipotesi è che io il sentiero me lo sia semplicemente perso, chissà! 
Segue una breve fase di ravanamento in discesa nel bosco fino a che riesco ad intercettare di nuovo il 152 che scende per ampi tornati sul fondo valle
Scendendo sento sempre più forte il rumore del Leno. Mi trovo ora in val Sinello
Arrivo infine sul fondo valle e attraverso un ponticello che mi porta allo Spiazzo delle Pierche e a congiungermi con il sentiero 151, quello che mi porterà al passo; "siebe", "pierche" ... mi piacerebbe sapere cosa significano


Andando in direzione opposta si va a Camposilvano
Il sentiero 151, praticamente quasi una sterrata in questo tratto, sale lungo la riva del Leno. Intravedo delle cascate  tra le fronde
Noto alcune postazioni ginniche con relativi cartelli. Questo tratto di sentiero a quanto pare serve anche da percorso della salute 
Dopo 1 km raggiungo un altro ponticello che mi riporta di nuovo sulla sinistra orografica della valle
Il Leno ha creato qui una zona umida ricca di vegetazione 
Risalendo  incontro una vasta zona di piante di lampone. Purtroppo non è ancora stagione di raccolta
Qui inizia il tratto più ripido. Mi trovo sulle pendici meridionali del  monte Cherlong. Per fortuna è quasi tutto in ombra
Il sentiero poi esce dalla fitta vegetazione e si comimciano a vedere le cime circostanti
Malga Gegheni. Chiusa


Malga Gegheni e i maggiociondoli in fiore

Ecco alcune cime del gruppo del Carega (qui le Guglie del Fumante)  che non hanno nulla da invidiare a quelle delle dolomiti. Intanto come spesso accade da queste parti si alzano le nuvole
Il sentiero va poi ad attraversare i pascoli di malga Storta 1315 m. aggirandola e passandoci vicino. Questo crocevia si trova nei pressi della malga
Ormai sono in vista di malga Fondi, monticata
Malga Fondi 1417 m.
Malga Fondi

Il punto in cui il sentiero 151 interseca la strada delle Sette Fontane proveniente dal Pian delle Fugazze
L'incrocio tra la strada delle sette Fontane (a destra) e la strada delle Siebe (a sinistra)
Raggiunto Passo Campogrosso 1450 m. non mi fermo al rifugio anche perchè non possono entrarvi i cani e preferisco fare una pausa nella vicina malga Campogrosso, aperta e con servizio ristoro

Entro e non c'è ancora nessuno, infatti sono solo le 10.30. Assaggio la "fioretta", una specie di ricotta molto liquida e mangio un delizioso panino con la soppressa, un insaccato tipico veneto drogato con spezie ed aglio, accompagnato da un triste bicchierino in plastica di vino rosso. Sul fondo del locale hanno incollato un poster gigante con un paesaggio canadese
Giacché è presto per ritornare decido di andare a vedere il vicino ponte tibetano sulla Strada del Re che congiunge Campogrosso all'Ossario sul Pasubio. Si tratta di fare una passeggiata di un pò più di mezz'ora 
La Strada del Re, così chiamata perché inaugurata da Vittorio Emanule III, ha inizio proprio nei pressi della malga e finisce all'Ossario del Pasubio, nei pressi di Pian delle Fugazze. Durante la grande guerra fu un importante collegamento per l'arroccamento sul Pasubio. Nella foto la malga Campogrosso e vicino al passo il rifugio T.Giuriolo
Vista sulla pianura veneta


La strada è ad un certo punto sbarrata ai veicoli ma posso comunque proseguire a piedi sotto le imponenti pareti del Baffelan, dove stanno arrampicando due rocciatori

Ad un certo punto la strada scende di alcuni tornanti in corrispondenza di un vallone
Qui una grossa frana aveva reso inagibile la strada. Invece di ripristinarla si è pensato di costruire un ponte tibetano che è subito diventato un'attrazione turistica
Il ponte è lungo 105 m. e alto 35 nel punto centrale. E' fatto interamente in acciaio. E' stato aperto al pubblico il 17 settembre 2016
Arrivato in mezzo Artax mi costringe a ritornare sui miei passi perché lo impaurisce il camminare sulla passerella traforata 
Sembrerebbe di essere  in Nepal o in Tibet
Ritorno verso Campogrosso
Altra visuale verso la pianura veneta
Ritornato al passo inizio la discesa lungo la strada delle Siebe
Uno sguardo sul pascolo di malga Fondi e sulla verde Vallarsa
Per essere completamente abbandonata a se stessa, lo stato delle strada non è cattivo
La strada passa sotto le selvagge pareti del versante nord del Carega
Uno dei sentieri di accesso al Carega
Il tratto asfaltato è lungo circa 5 km
La strada regala momenti di stupore e grande relax

In alcuni punti la natura sta riprendendo il sopravvento

La strada asfaltata finisce un pò prima di raggiungere il Colletto delle Siebe. L'anello è chiuso, ora non resta che rifare il tratto della mattina fino al parcheggio. In alcuni punti noto degli smottamenti che all'andata mi erano sfuggiti
I boschi della Vallarsa
Ritorno in val Gerlano e infine al parcheggio
Prima di scendere a valle, quando sono in prossimità di Ometto scatto un'ultima foto al volo alla diga di Speccheri, la più grande delle tre dighe della Vallarsa.


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