Catena Stivo-Bondone: da La Becca a Cima Bassa

Lunghezza: 14,2 Km
Dislivello:  +1331 m  -1216 m
Tempo: 5 h
Altitudine max: 1914 m
Difficoltà: media

Vista da Rovereto la catena di cime che unisce lo Stivo al Cornetto del Bondone sembra più lineare e molto meno frastagliata di quanto appare dal sentiero di cresta che l'attraversa. Ci sono altre differenze che si notano una volta in quota: il versante sulla Val Lagarina è scosceso con presenza di falesie, colatoi e ghiaioni, quello verso la Valle dei Laghi ha inclinazioni meno forti; la vegetazione è scarsa sul versante est; il versante ovest invece è più boscoso.
Mi meraviglia sempre pensare che 25000 anni fa questa catena ero lo spartiacque tra due lingue del ghiacciaio atesino, un'enorme distesa di ghiaccio che occupava le valli con altezze che variavano tra i 1600 metri della Val Lagarina e i 2000 della Valle dei Laghi. Quando i ghiacciai si ritirarono esse dovevano avere l'aspetto di profondi canyon, successivamente riempiti da materiale alluvionale dello spessore di centinaia di metri.

L'escursione è molto aerea e permette di ammirare i vasti panorami che vanno fino al Brenta e ai ghiacciai dell'Adamello e della Presanella a ovest, dalla Vigolana fino alla Catena del Baldo ad est. 
Il sentiero 617 corre lungo o appena sotto il crinale, in un continuo e talvolta faticoso saliscendi, ogni tanto su tratti esposti e roccia umida su cui bisogna fare attenzione ma non presenta serie difficoltà. Volendo si può allungare arrivando  sulla cima dello Stivo (circa due ore in più tra andata e ritorno). E' un'escursione da fare preferibilmente in primavera o in autunno visto il costante soleggiamento tanto più che non ci sono punti d'acqua se non a valle
Come arrivare: Da Rovereto si seguono le indicazioni per Villa Lagarina e quindi per il lago di Cei. Il posteggio si trova poco prima di arrivare al lago, nei pressi del Capitello di Doera. Il sentiero parte dall'altra parte della strada
Il parcheggio a quota 848 m.
All'inizio seguo questa indicazione generica che mi porta ad entrare in un bosco purtroppo devastato dalla tempesta di vento del 6 agosto 2017 quando per la caduta di molti alberi il sentiero fu chiuso agli escursionisti. Sotto la paletta c'è ancora affissa l'ordinanza di chiusura.
In questo primo tratto dove la segnaletica è scomparsa la traccia gps risulta molto utile e mi permette di ritrovare il sentiero più in alto

Ritrovo la segnaletica del mio sentiero, il 640, che da Cei porta sul crinale e poi scende verso Vigo di Cavedine nella valle dei Laghi
Il sentiero sale tagliando diagonalmente i ripidi pendii in direzione nord. Ad un tornante scopro la valle di Cei ora nella sua splendida veste autunnale

Le bianche falesie di rocce sedimentarie che sovrastano il lago 
Nonostante la densa foschia di questa giornata autunnale la vista del lago è emozionante
Lungo il percorso mi imbatto in una targa commemorativa per un amico della montagna scomparso recentemente
Raggiungo il punto di valico in località La Becca dove lascio il 640 per il sentiero 617
Località La Becca. Fa caldo e anche se siamo in pieno autunno sono in pantaloncini e T-shirt, abbigliamento ormai divenuto quasi normale in questa stagione. Artax chiede una sosta per rifornimento acqua e colazione, subito concessa


Una prima occhiata sulla Valle dei Laghi e i suoi tanti paesini
Comincio a seguire il  sentiero di cresta 
Ora vedo completamente il Cornetto del Bondone con i suoi vasti pendii erbosi e la cupola sommitale che da Rovereto risulta nascosta dall'anticima. Da ragazzo mi ricordo aver trovato nei suoi pressi una conchiglia fossile che fece nascere in me l'interesse per la geologia della regione

Zoom sul lago di Cei che da qui sembra una piscina per ricchi
Il sentiero talvolta scende sotto il crinale scomparendo tra i mughi per poi risalire su piccoli dossi panoramici. In primo piano si vede lo sperone roccioso di cima Rocchetta 1643 m
In località Carbonil catturo questo scorcio sulla valle
Il sentiero attraversa anche zone di fitto bosco di larici e mughi come questa
Non bastasse la foschia anche il Brenta oggi si nasconde dietro una cortina di nuvole. Lo spettacolo da qui è comunque sempre appagante
La Valle dei Laghi
Dalla Rocchetta si vedono bene le pareti verticali del Brento, punto di lancio dei base-jumper
Dalla Rocchetta verso nord. Il sentiero non passa proprio sulla sua cima ed è necessaria una piccola deviazione
Il versante della catena verso la Valle dei Laghi è coperto da una bella foresta. Ora la prossima cima è laggiù, cima Palon 1915 m. il punto più alto della traversata
Zoom sul castello di Drena e le Marocche
Ho letto che da qualche anno su queste cime hanno fatto il nido due coppie di aquile, forse questa è una di loro
Dalla valle qui arriva il Senter dei Cazadori, un sentiero che rappresenta una via di discesa in caso di maltempo. Lo si incontra scendendo dalla Rocchetta 
Casa Daiano con il prato e il suo bosco, antiche proprietà dei conti Lodron
Il ripido versante est al limite della quota degli alberi. Qualche anno fa in questa zona fu fotografata una mamma orsa con i suoi cuccioli
Il sentiero profuma delle essenze dei mughi. Qui mi trovo in località Prato Fiorito
Mentre sto risalendo il lungo costone erboso che conduce a cima Palon dalla valle cominciano a salire degli innocui banchi di nebbia
Raggiungo Cima Palon 1915 m., un dosso erboso dove sul lato verso la Val Lagarina si trova un capitello 
Il  solido capitello votivo su cima Palon

Panorama da cima Palon verso lo Stivo. In basso malga Campo
Raggiungo Cima Alta 1846 m. posta subito sotto cima Palon. Cima Alta è un altro dosso erboso piuttosto anonimo e non contrassegnato da nessuna segnaletica, com'è il caso per tutte le altre cime della catena. La montagna a sinistra è il monte Biaena
Cima Palon e Cima Alta
Da questo punto se non ci fossero quelle nuvole e la foschia si potrebbero vedere i ghiacciai dell'Adamello

Scendo ancora per il crinale fino a Cima Bassa 1684 m. nelle cui vicinanze si trova un capitello in pietra. Essendo in zona di pascolo ci sono delle recinzioni e un passaggio di transito con un malandato tornello


Dal sentiero che scende dallo Stivo vedo giungere un uomo con cui scambio quattro chiacchiere. Dopo un giorno passato in solitudine fa piacere parlare con qualcuno. Vengo a sapere che è un tedesco, vive nella foresta Nera ma possiede una baita sul Baldo per cui è spesso in Italia e parla un italiano eccellente. Appare molto cordiale e sorridente. Finiamo a parlare di cose tecniche tipo qual è la migliore applicazione gps per cellulari mentre cominciamo a scendere verso valle  

Fatti pochi passi ad un bivio devo già salutare Andreas diretto a Bordala dove ha lasciato la bicicletta per prendere il sentiero 623b, chiamato il sentiero dei Serbi
Fu costruito dai prigionieri serbi di stanza a Castellano nel corso delle prima guerra mondiale in sostituzione di un esistente sentiero ritenuto troppo ripido per essere adatto al trasporto di materiale bellico. A questo scopo i prigionieri eressero numerosi muretti a secco di cui c'è ancora traccia. In questa pagina si parla tra l'altro le loro dure condizioni di detenzione
Il sentiero dei Serbi nel tratto iniziale
Il paese di Castellano e la Val Lagarina
Nella prima parte il sentiero passa sopra alcuni salti rocciosi con tratti esposti che necessitano attenzione

Scorcio verso il monte Biaena
Il 623b attraversa quindi un grande ghiaione parzialmente ricoperto dalle piante pioniere e poi una piccola frana con un passaggio delicato
Entro poi in una bella zona di bosco
Ne raggiungo poi un'altra dove i segni della tempesta di vento dell'anno sono ancora ben evidenti. Il sentiero intanto è diventato una forestale

Un capanno di cacciatori è stato posto in questo vasto spiazzo all'incrocio di due strade forestali forse traendo profitto dalla maggiore visibilità creata dalla caduta degli alberi

La traccia che seguo mi porta nei pressi di casa dove oltre a due cani vedo diversi animali da cortile tra cui questo simpatico asinello incuriosito dal mio compagno di viaggio. Il proprietario mi consiglia un percorso alternativo che accorcia la discesa verso la strada provinciale e soprattutto evita di passare sulla sua proprietà. Seguo il suo consiglio scendendo nel bosco su un largo sentiero mezzo inselvatichito
Passo vicino ad una presa d'acqua ed Artax evidentemente assetato subito individua uno zampillo che esce da una tubatura fissurata
Non è passato molto tempo quando sbuco sulla provinciale per Cei, all'altezza del bivio per le Casotte Tiaf e qualche decina di metri prima della baita degli alpini di Castellano. Mi restano ancora due chilometri scarsi di marcia per ritornare al parcheggio e completare l'anello
Nei pressi del parcheggio mi soffermo a leggere questo cartello dove tra l'altro si parla dei prigionieri serbi e russi e della strada militare da loro costruita, assieme alla manodopera locale, che da Aldeno portava a Cei e il cui tracciato ricalca quello attuale
Scendo a valle prendendo la stradina che passa per Prà dell'Albi giusto in tempo per catturare gli ultimi momenti di luce
Scarica la traccia gps da Wikiloc

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