Anello del lago di Tenno

Lunghezza: 13 km
Dislivello: 672 m
Tempo: 4h40
Altitudine max: 974 m
Difficoltà: facile

Il lago di Tenno ebbe origine da una frana che bloccò il corso del torrente Ri Sec intorno all'anno 1100 d.c. In quegli anni (il primo documento risale al 1211) poco lontano sorse il paese di Canale che tutt'oggi conserva intatta la sua struttura medioevale. Sopra il villaggio sul monte Calino sempre in quell'epoca (prima citazione in un testamento del 1296) veniva eretto l'eremo di S.Pietro con l'annessa chiesetta. Questi tre luoghi toccati dall'anello di oggi ci riportano al medioevo, un'epoca così lontana dalla nostra e di cui la maggior parte di noi sa molto poco. Ma anche per chi non fosse interessato alla storia questa escursione ha da offrire molto per la splendida natura e i paesaggi attraversati. Va quindi messa nel gruppo di quelle da fare sicuramente, meglio se in primavera o in autunno perché in estate c'è il rischio di trovare molta gente soprattutto sulle rive del lago
Come arrivare: Da Riva del Garda o da Arco si prende la Strada per Tenno e il passo del Ballino. Superata località Ville del Monte si raggiungono il lago e l'area di sosta a pagamento posta di fronte al Club Hotel Lago di Tenno. Per evitare il pedaggio girare all'incrocio a sinistra in direzione di Campi dove dopo 400 metri sulla sinistra c'è un parcheggio libero. Altrimenti proseguire per altri 300 m. fino alla successiva area di sosta sulla destra. Si ritorna a piedi al Club Hotel Lago di Tenno e si scende sulla sua sinistra per una stradina che conduce sul lungolago da dove inizia il giro
La giornata è autunnale e non lascia alcuna chance al sole di uscire ma l'acqua del lago conserva, pur se attenuato, il suo sorprendente color smeraldo. Sul lungolago qualcuno sta facendo i suoi esercizi mattutini
A metà novembre  il fogliage autunnale ha ormai perso i suoi colori più smaglianti ma il paesaggio rimane comunque affascinante
Il lago è immerso nel torpore mattutino e nel silenzio anche se poco lontano passa la statale 421 che porta al passo del Ballino. L'acqua immobile fa da specchio agli alberi affacciati sulla riva, molti dei quali hanno parte del tronco sott'acqua
Le forti piogge di inizio novembre hanno alzato di molto il livello dell'acqua. Dal 1970 il lago è  soggetto a grandi variazioni di livello, anche di 15 m. tra estate e inverno. Questo è dovuto ai numerosi interventi sui due torrenti immissari (il Ri Sec e il Laurel) per scopi vari (irrigazione, rifornimento acqua alle abitazioni ecc.).  In mezzo al lago c'è un'isoletta che in estate si può raggiungere a piedi quando l'acqua è bassa e che scompare in inverno
Le acque del lago sono tra le più pulite d'Italia per il fatto che attorno non ci sono costruzioni. Il loro colore è dovuto alla fitta vegetazione che circonda il lago ed alle bianche pietre del fondale
Passiamo un guado sul torrente immissario stando attenti a non scivolarci dentro. Camminare tutto il giorno con le scarpe inzuppate sarebbe una sventura. L'emissario è il torrente Picinino che esce dal lago a 15 metri di profondità e va ad confluire più in basso nel fiume Magnone da cui nascono le cascate del Varone
Abbandonata la riva risaliamo il sentiero 406 che porta verso il passo del Ballino. Raggiungiamo un incrocio e seguendo le indicazioni per il rifugio S.Pietro raggiungiamo poco distante un seconda palina che ci immette sul sentiero 406a. Il sentiero prende subito quota. A sbarrarci la strada troviamo questo grosso albero sradicato dal vento. Fino al rifugio sarà comunque l'unico albero caduto sul sentiero
Il 406a dopo l'iniziale salita continua quasi in piano sopra il lago, che resta nascosto purtroppo in gran parte dalla vegetazione. In compenso il bosco che attraversiamo ci offre scorci molto belli come questo. Ci rilassiamo e chiacchierando non ci accorgiamo di aver mancato un incrocio in località Mena. Vedendo che il sentiero comincia a scendere verso il lago alla fine ci svegliamo  e facciamo dietro front. Poco male, abbiamo allungato il percorso solo di poche centinaia di metri 
Dopo 1h30  dalla partenza arriviamo in vista di Casa Bastiani dove c'è un crocevia di sentieri
Vicino c'è anche una fontanella che Artax ha subito adocchiato
Lasciamo qui il 406a e riprendiamo il 406 in direzione della sella del Calino e del rifugio S.Pietro
Verso nord si apre la Valle del Lomasone o Lomasona che porta nella piana del Bleggio. E' una lunga e fredda valle glaciale con una vasta zona umida (torbiera) sul fondovalle classificata come biotopo. Le falesie sotto il monte Misone sono molto apprezzate dagli scalatori
Sul 406 saliamo ancora nel bosco per 15' fino a raggiungere questo punto. La Sella del Calino è ancora a 10' seguendo questa strada ma noi giriamo a destra lungo la carrozzabile che ci conduce davanti ad un arco in pietra. Questo simbolo inusuale segna l'entrata nella proprietà del rifugio Monte Calino S.Pietro
Il rifugio sorge sui resti di un eremo millenario acquistato nel 1930 dalla SAT e più volte ristrutturato. Il rifugio sembra apparentemente aperto ma in questo periodo i gestori sono in ferie quindi niente zuppa calda per noi. Ci mettiamo sotto il portico della chiesetta e pranziamo al sacco guardando le capre e i maiali del rifugio-fattoria  
Visto il panorama che si gode da quassù sul lago di Garda, anche se il giorno non è sicuramente ideale, si capisce perché l'eremita aveva scelto questa location per comunicare con Dio
Vicino al rifugio sorgono questi capanni che ospitano vari animali da cortile come questo maialino a cui auguriamo di passare il Natale indenne
La chiesetta è situata a pochi passi dal rifugio ed è visitabile
Dietro e tutt'intorno al rifugio però la tempesta del 30 ottobre ha fatto un disastro schiantando numerose piante d'alto fusto. Alcune sono già state tagliate ma tante altre giacciono ancora a terra. In questa immagine di repertorio si può vedere com'era prima il bosco dietro al rifugio

Chiedo informazioni sul sentiero 401 che scende a valle ma il gestore mi dice che è chiuso per frana già da un anno. Decidiamo allora di scendere lungo il 406 che porta direttamente a Canale di Tenno. Ritorniamo dunque a casa Bastiani lungo il bel sentiero dell'andata
Da casa Bastiani scendiamo sul 406, un sentiero ben delimitato da questi grossi muri di confine, l'habitat ideale per le felci 

Il sentiero è ripido e coperto dal fogliame. Mano a mano che si scende il suo fondo diventa sempre più ripido e accidentato. Bisogna fare attenzione a non scivolare  e i bastoncini ci danno una mano preziosa. Dopo mezz'ora giungiamo in vista dei tetti antichi di Canale di Tenno, chiamata anche Villa Canale
Entriamo nel villaggio per questo portico. Come il lago anche il paese è silenzioso e avvolto dal torpore autunnale. Pochissima gente in giro ma già sono stati esposti sui muri e vicino alle porte degli addobbi natalizi in vista dell'apertura del mercatino di Natale che attira numerosi turisti
Villa Canale è uno dei quattro borghi che formano le Ville del Monte; gli altri borghi sono le vicine Villa S.Antonio, Villa Pastoedo e Villa Calvola. Per aver conservato intatti la struttura ed il suo carattere medioevale a pieno titolo fa parte dei cento borghi più belli d'Italia. 
Dopo un periodo di abbandono ha ripreso vita a partire dagli anni 70 anche per opera di numerosi artisti che qui hanno trovato ispirazione. La Casa degli artisti di  Villa Canale ospita mostre e varie manifestazioni culturali oltre ad essere una residenza per artisti di passaggio. Coloro che vi soggiornano lasciano per tradizione una delle loro opere nella mostra permanente.

In paese c'è anche un museo che raccoglie gli attrezzi della vita contadina

Quattro strade convergono in questa piazzetta centrale. La case rigorosamente in pietra sono collegate tra di loro da avvolti, sottopassi e ballatoi. I portoni di legno scuro conservano le tracce del tempo. Tutto è conservato molto bene grazie ad un restauro discreto e rispettoso che viene apprezzato dai turisti. Alcuni negozi trovano spazio nei volti sotto le case

Alcune case sono decorate da affreschi
E' quasi miracolo che il paese si sia conservato così bene. Passeggiando nei suoi stretti vicoli non è difficile immaginare la vita, regolata dal ritmo delle stagioni, dei suoi antichi abitanti, umili contadini dediti alla cura dei campetti a terrazzo che disegnano il paesaggio circostante
I poggioli sono quelli tipici delle case contadine trentine
Lasciamo il villaggio e continuiamo sul 406 in direzione del lago di Tenno che raggiungeremo in mezz'ora di  cammino su una stradina pianeggiante
Canale di Tenno dal 406 
Sulla sponda sud del lago la corrente ha depositato i sedimenti portati dai torrenti

Percorriamo ora il lungolago che ci riporta al punto di partenza. In estate il lago è balneabile ma per i cani è prevista una spiaggetta a loro dedicata
Passiamo vicino all'isoletta che ormai è in procinto di essere sommersa.
Il lungolago finisce con una scalinata che ci riporta sulla statale

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