Monte Carone

Lunghezza: 17,7 Km
Dislivello: 1276 m.
Tempo: 5h30
Altitudine max: 1323 m 
Difficoltà: media

Il monte Carone su trova al confine del Parco Regionale dell'Alto Garda Bresciano, tra la Lombardia e il Trentino, in una posizione molto panoramica sul lago di Garda. Rappresenta una meta ideale per una gita di mezza stagione ma in assenza di neve è raggiungibile anche in inverno. In questo caso i ramponcini risultano utili nei tratti ghiacciati. Ci si può arrivare provenendo da diversi sentieri, noi abbiamo scelto il 421 salendo dal paese di Leano. Per la discesa abbiamo seguito il 105 che ha un tratto attrezzato che merita per la sua bellezza
Come arrivare: da Riva del Garda si segue la statale della Val di Ledro. Usciti dai due lunghi tunnel si oltrepassa il paese di Biacesa sino al bivio ben indicato per Prè di Ledro, dove si parcheggia. Attraversato il vecchio ponte sul torrente Ponale si segue la stradina in salita che porta all'abitato di Leano

Una calchèra, un tempo utilizzata per produrre la calce cuocendo lentamente le pietre calcaree raccolte nei dintorni, rappresenta il punto iniziale del “Sentér de Malga Vil” il ripido sentiero lastricato che sale sul versante destro della Val di Ledro e poi gira a destra sbucando nella piana di Leano
La Val di Ledro dalla stradina per Leano. Da novembre a febbraio, a causa della posizione incassata tra le montagne, Pré non viene raggiunto dai raggi del sole. Da sessant'anni il suo ritorno viene salutato  con una festa, la "festa del sol"
Dopo una camminata di circa 2 km, superando 400 m di dislivello, il sentiero  cementato si trasforma in una strada forestale che conduce all'abitato di Leano, situato in una valle tra Cima della Nana e Monte Carone. Non è un vero paesino ma un agglomerato di una cinquantina di case tra loro isolate, un tempo fienili usati dagli abitanti di Pré per l'alpeggio. Non ci sono strade che le collegano, non c'è asfalto ma una profonda quiete interrotta solo dal rumore di un trattore
Su questa casa leggiamo una stucchevole poesia che decanta le bellezze del posto 
Il paese è abitato solo d'estate e in agosto si anima con la festa di S.Antonio presso l'omonima chiesetta. Passando scorgiamo una persona che con il trattore raccoglie dei grossi tronchi; nel ritorno la sera vedremo due auto salire da Pré, segno che qualcuno ci vive anche in inverno
Dopo il paese continuiamo su un'ampia mulattiera 


Lasciamo Leano nel suo torpore invernale. Sullo sfondo cima Valdés
Più sopra la valle si restringe e cominciamo a scorgere ovunque alberi divelti o stroncati dalla tempesta di fine ottobre. Il 421 sale ora tra due strette pareti rocciose scavate da un torrente


L'acqua ha scavato nei punti più stretti della gola delle cavità come questa
Molte conifere non hanno resistito alla tempesta sia perché il loro apparato radicale è superficiale sia perché, a differenza dei faggi, mantengono sempre la loro chioma diventando così più vulnerabili alla forza del vento
Poi la valle torna ad allargarsi e raggiungiamo Malga Vil 1109 m. posta sotto la montagna che porta lo stesso nome

Sopra la malga parte sulla destra il sentiero militare 113 per il monte Carone. non segnalato da un segnavia ma da questa lapide ben in evidenza
Il sentiero è ben tracciato ma diventa spesso inagibile per via della vegetazione caduta. Dobbiamo aggirare gli alberi e le loro zolle o passarci sotto quando è possibile e sempre con grande attenzione. Saliamo con la tristezza nel cuore. Nessuno avrebbe immaginato che potesse succedere una cosa del genere. I cambiamenti climatici lasciano il segno ovunque
Noto che vi sono più alberi caduti lungo il sentiero che nel bosco aperto, forse perché il sentiero in qualche modo limita lo sviluppo del loro apparato radicale rendendoli più instabili
Salendo di quota l'orizzonte si allarga sul lago e sulla catena del Baldo. In basso si vedono i pascoli e il sentiero per passo Guil 
Anche i faggi hanno sofferto della tempesta sebbene in misura minore 
Raggiungiamo un punto vicino alla cima dove si cominciano a scorgere lontane montagne già innevate e il ghiacciaio dell'Adamello 

Nei pressi della cima del monte Carone, 1621 m. E' il 5 dicembre ma l'aria è quasi tiepida
Vista verso lo Stivo e la Val Lagarina
La croce di vetta è stata realizzata dagli alpini di Molina di Ledro con residuati bellici, filo spinato e gli elmetti dei due eserciti in guerra

Durante la prima guerra mondiale per via della sua posizione strategica il Carone fu fortificato per far fronte ad un'eventuale offensiva austriaca verso il lago di Garda.

Furono realizzate fortificazioni, trincee, alloggi, luoghi di osservazione e numerose piazzole per l'artiglieria e per un potente faro proiettore. La linea difensiva partiva da Cima Guil o Vil per arrivare alla Bocca dei Fortini, centro di comunicazione tra i diversi settori. L'area fu teatro di continui duelli di artiglieria con le batterie austriache della Rocchetta, di Cima Parì e Cima d'Oro, con salve scambiate anche con i forti di Riva (Wikipedia)

La spettacolare veduta su Limone sul Garda  
Dalla croce ci spostiamo sulla vicina sommità del Carone dove si trova una postazione d'artiglieria antiaerea. Pranziamo al riparo dei suoi resti poi iniziamo le discesa lungo il sentiero 105 che scende verso val Piana
Il versante sud del monte Carone presenta un'alta falesia solcata da numerose e profonde gole. In una di queste gli alpini durante la grande guerra tracciarono un tortuoso sentiero. Ci avviciniamo alla gola passando su muretti di sostegno ancora perfettamente conservati. Nei tratti esposti vi sono dei cordini d'acciaio

La discesa nel camino  si avvale di stretti e ripidi tornanti. Si scende su brecciolino e scalinate scavate nella roccia (250 gradini). Tutto il camino è messo in sicurezza con un cordino d'acciaio 
E' una magnifica opera del genio militare italiano. Il sentiero attrezzato 105 è dedicato all'alpino Agostino Tosi 


Il camino visto dal basso. Si impiegano circa 15 minuti per attraversarlo 

Finita la parte attrezzata il 105 continua a scendere per ampi e tranquilli tornanti
Ad un bivio ci immettiamo di nuovo sul 421, diventato una larga strada bianca (sentiero Antonioli) molto frequentata dai bikers che collega il passo Nota al Passo Rocchetta

Il versante sud del Carone. Il sentiero attrezzato scende nella seconda gola contando da sinistra
Arriviamo al bivacco Bonaventura Segala a 1215 m. che troviamo aperto con il fuoco già acceso
Il bivacco è gestito della sezione A.N.A di Limone
Sempre aperto, possiede attrezzatura da cucina, fornello a gas, focolare e alcuni letti a castello
La vicina chiesetta dedicata a S.Giovanni Nemopuceno


Continuiamo sull'assolato sentiero 421 che taglia il versante sud del Carone quasi in piano
Questa singolare roccia conica mi ricorda la Cappadocia
Le montagne qui intorno hanno delle creste dall'aspetto piuttosto selvaggio. Su questo versante la tempesta ha fatto pochi danni
Giunti a questo incrocio giriamo a sinistra continuando sul 421 verso il vicino passo Guil. Il sentiero che si vede scende a Limone mentre il 422 porta al passo Rocchetta
Passo Guil 1209 m.
Scendiamo lungo i prati fino a ritornare a quest'incrocio dove si chiude l'anello del monte Carone. Non ci resta che continuare ora sulla strada della mattina lungo l'ombrosa valle di Leano. Tiriamo fuori le giacche a vento perché la temperatura è scesa di parecchio
Mentre al mattino eravamo passati per una variante del sentiero che attraversava l'abitato ora seguiamo il 421 che scende sulla destra  del paese
Uno spesso strato di foglie copre il sentiero e attutisce il rumore dei nostri passi mentre attraversiamo la magnifica faggeta
Siamo ormai  sul versante della Valle di Ledro, in vista di Biacesa
Nella parte più ripida e alta la stradina è stata coperta dal cemento ma giunti vicino a Pré ritroviamo il vecchio acciottolato 
Siamo ormai in vista di Pré. Ci fermiamo per guardare questa casa che possiede un magnifico giardino dove scende un vivace rio che va a confluire nel torrentePonale.


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