Servìs

Lunghezza: 9,8 Km
Dislivello: 445 m
Tempo: 2h30
Altitudine max: 603 m
Difficoltà: facile

Questo giretto facile e breve si può mettere nel gruppo di quelli da fare quando si ha poco tempo a disposizione o si sente improvvisamente la voglia di sgranchirsi le gambe
Come arrivare: da Rovereto si raggiunge il paese di Nomi attraversando il ponte sull'Adige di Villa Lagarina e seguendo la SP90. Si entra in paese e si posteggia di fronte alla Casa di riposo Opera Romani, in fondo a via Roma. Si procede lungo il marciapiede sinistro di via Roma in direzione nord fino a superare l'ultima casa dopo la quale parte seminascosto il sentiero in decisa salita
La prima parte del cammino è la più ripida e con qualche breve tratto esposto. Si attraversa la base del bastione roccioso che sovrasta il paese aggirandolo con un ultimo ripido strappo. La taccia gps qui risulta molto utile vista la scarsa segnaletica e la scarsa visibiità del sentiero in alcuni punti. Superato l'aggiramento del bastione il sentiero va a confluire su una stradina privata. Poco dopo si giunge ad un bivio dove è posto questo capitello con annessa una fontana
Da questo punto si segue a sinistra una sterrata in moderata salita che porta all'altezza di una curva ad un punto panoramico sulla valle. Per arrivarci bisogna abbandonare la stradina e portarsi su un dosso occupato da una questa costruzione in legno 
La Val Lagarina dal punto panoramico
Il sentiero continua ora aggirando sulla destra un'altra balza rocciosa ed entrando in una zona d'ombra per uscire infine sui prati di Servìs, un biotopo caratterizzato da una zona umida dove vivono rare orchidee e la salamandra pezzata
Si continua affiancando prati coltivati 
L'abitato di Servìs dominato dal monte Corona. Negli anni '70 qui è stata rinvenuta una necropoli di epoca tardo-romana. Probabilmente la zona era un punto strategico per il controllo della valle presidiato da un contingente di militari
Siamo all'incrocio con la strada che porta verso il lago di Cei. Vicino al bivio c'è un punto panoramico che offre una bella vista sulla valle
Nella foto si vede l'Adige seguire un percorso piuttosto rettilineo, ma non era così un tempo quando disegnava ampie anse e zone paludose rendevano la valle insicura. Si continua seguendo la strada asfaltata fino al paesino di Savignano, una frazione di Pomarolo
Anche Savignano ha origini romane e fu per un periodo della sua storia comune indipendente. Vi abitano circa 200 persone. La zona è ben soleggiata e ideale per la coltivazione della vite
Si abbandona il paese per una stradina che scende sulla sinistra e ad un bivio si inoltra nel bosco
Savignano
Il sentiero costeggia dei dossi coperti dalla boscaglia fino a portarsi sul ripido versante della valle. Qui su un dosso si ergono i ruderi di un castello di proprietà dei conti di Castelbarco, la famiglia che dominò a lungo la Val Lagarina
Volano e la sua campagna
Ora si scende speditamente verso Nomi. Purtroppo il rumore della sottostante autostrada qui si fa assordante
Siamo ormai nelle vicinanze di Nomi. Questo vallo è stato eretto dopo la caduta di un grosso masso staccatosi dalla montagna

Si entra nel paese da una stradina secondaria
La stradina che porta al centro del paese. In alto i ruderi del castello
Si entra nel centro storico per questa porta
Dopo la porta sulla destra c'è una bella esposizione di presepi
Il paese e l'intera valle sono dominati dal Castello di Nomi anch'esso dei Castelbarco, conteso dalla Serenissima e dall'ìmpero nel XVI e successivamente andato in rovina. E' stato recentemente restaurato ed è visitabile
Scarica la traccia gps da Wikiloc



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