Lunghezza: 3,9 Km
Dislivello: 765 m (440 m. la sola ferrata)
Tempo in movimento: 3 h (1h30 la ferrata)
Altitudine max: 943 m
Difficoltà: media
In una torrida giornata estiva trovare un posto naturalmente fresco senza dover salire a tremila metri non è cosa facile. Un'idea è quella di cercare refrigerio nelle viscere di una forra che si risale con una facile ferrata, avvolti da una fresca umida brezza che scivola piacevolmente sulla pelle. La Via ferrata del Burrone Giovanelli fa parte di un sentiero che inizia dal fondovalle nei pressi di Mezzocorona, risale verticalmente una profonda gola scavata dall'acqua ed emerge sotto una bellissima cascata a circa 850 m. Non è da fare dopo forti piogge e se si fa in estate è meglio farla di mattina presto per evitare le temperature elevate sulle balze rocciose prima dell'entrata nella gola. Per il resto non è difficile e può rappresentare una buona iniziazione per i principianti. Per il ritorno, una volta raggiunto il Bait dei Manzi a 876 m., si può scegliere fra tre possibilità: girando a sinistra scendere lungo la ripida strada delle Longhe arrivando direttamente al parcheggio in località Ischia (1h); girando a destra e continuando sulla pianeggiante e ombrosa forestale attraverso la faggeta della Las fino a Monte di Mezzocorona ('40) scendere poi per il sentiero 500 che conduce in paese (1h20) La terza e più comoda alternativa è utilizzare la piccola funivia che in pochi minuti riporta da Monte direttamente in paese. Bisognerà comunque mettere in conto i restanti 2 km che dovremo percorrere per ritornare al posteggio a meno che non si disponga di due auto come nel nostro caso
Come arrivare: usciti dalla A22 al casello di S.Michele all'Adige si seguono le indicazioni per Mezzolombardo e poi Mezzocorona. Giunti in paese si seguono i segnali della pista ciclabile su una strada che traversa il paese in direzione ovest (Val di Non). Ad un bivio appare sulla destra l'indicazione per il Burrone Giovanelli. Seguendo la segnaletica si arriva dunque ad un parcheggio vicino ad un laghetto (località Ischia) dove si posteggia. L'inizio del sentiero è immediatamente visibile sulla destra
L'inizio del sentiero 505 chiamato anche Ferrata del Burrone Giovanelli. La forra era stata scoperta ed esplorata dal dottore-alpinista di Mezzocorona Tullio Giovanelli. Capendo la bellezza del posto e le sue potenzialità turistiche Giovanelli chiese alle autorità un finanziamento per attrezzare il percorso che fu inaugurato nel 1906 e inizialmente chiamato Ferrata delle Carbonare. Nel 1940 cambiò nome in onore e a memoria del dottore, patriota ed esploratore giudicariese (1903-1938)
Attraversiamo un ponticello che ci porta sulla riva destra del rio Burrone. Incontreremo in seguito un bivio che permette di scegliere tra un percorso che evita una scala (505) ed uno più impegnativo sulla sinistra (sentiero 505a) che seguiremo. Più sopra i due sentieri si riuniscono di nuovo
Saliamo con l'aiuto di scale e staffe a fianco di una bella e altissima cascata. E' questa la parte più impegnativa del percorso dove bisogna fare attenzione a qualche passaggio non attrezzato ed esposto. Nella foto in alto a desta si vede una delle scale usate per superare il salto roccioso
Questa non è la sola forra presente nella zona: l'intera parte orientale della Val di Non è segnata da profondi intagli scavati dai torrenti
Superate le balze rocciose si apre anche l'orizzonte sulla piana rotaliana con gli estesi vigneti che vanno fino alla Rocchetta
Dall'altra parte verso sud-est ancora una distesa di ordinati vigneti con il paese di Mezzolombardo. Siamo partiti presto per evitare di risalire questo tratto esposto sotto il sole cocente
Questa lapide commemorativa segna l'entrata nel burrone
Seguiamo questa cengia attrezzata che conduce all'interno della forra
Scendiamo poi sul greto del torrente dove troviamo due ragazzi sprovvisti del kit da ferrata e indecisi sul da fare
Risaliamo questa paretina con l'aiuto di staffe
Superato il salto di roccia ci aspetta un traverso che ci riporta sul greto del torrente
Ora iniziamo a risalire il fondo della gola tra due strapiombanti pareti guadando più volte il greto del torrente e facendo attenzione a non scivolare sui sassi umidi. La luce è molto fioca e si sale per un tratto nella semioscurità in un ambiente molto suggestivo
Mentre fuori il termometro è già schizzato in alto qui nelle viscere della montagna si sta benissimo; una corrente d'aria fresca e umida ci accompagna nella risalita rendendola molto piacevole
Le condizioni di luce sono peggiori di quello che sembra e devo usare spesso il flash per le mie foto...
...poi l'ambiente si rischiara progressivamente, siamo vicini all'uscita dalla gola
Usciti dalla forra ritroviamo una vegetazione lussureggiante che ricopre parzialmente le incombenti pareti di un'angusta valletta che si va man mano allargando
Attorniati da una natura primitiva che ricorda quella dell'Amazzonia raggiungiamo la base di una bellissima caduta d'acqua, la Cascata della Cravatta, alta quasi 100 m. e così chiamata per la sua forma trapezoidale
La base della cascata è un posto ideale per fare una sosta e bere qualcosa mentre microscopiche goccioline si depositano delicatamente sulla pelle e sui vestiti
Riprendiamo il cammino superando un ultimo salto di roccia per mezzo di una lunga scala tra rivoli e cascatelle
In alto si vede la scala che ci porterà fuori dalla gola
Rientrati nel bosco lo risaliamo su un sentierino che va ad intercettare una forestale. Seguiamo poi le indicazioni per il Bait dei Manzi e il monte di Mezzocorona
Il Bait dei Manzi è una casa ed area per feste campestri situata in uno slargo prativo dove si incrocia il sentiero 506 che seguiremo
La forestale attraversa un'ombrosa faggeta che ci protegge dal sole ora diventato cocente, contorna la profonda "Val de la Vila" e in poco più di mezz'ora ci porta al Monte di Mezzocorona, un tempo alpeggio degli abitanti di Mezzocorona e ora diventato luogo di villeggiatura con qualche albergo e seconde case. Per inciso all'albergo "Ai Spiazzi" pare che si mangi un'ottimo tortel di patate
Sempre seguendo l'indicazione per la funivia raggiungiamo la sua stazione a monte dove l'addetto ci invita ad aspettare nella saletta d'attesa l'arrivo della cabina. Dalla valle un altro operatore per mezzo della telecamera vede se ci sono persone ad attendere e nel caso ogni 15 minuti fa partire la funivia che con una sola campata e in soli 5 minuti ci riporta a valle. Si paga all'uscita (5€)
Mezzocorona
Mezzocorona e la piana rotaliana nella valle dell'Adige
Mentre scendiamo non ci sfugge la bellezza del tetto della chiesa pievana di S.Maria Assunta a Mezzocorona
Uno sguardo alla parete rocciosa che separa il paese da Monte.
Scarica la traccia gps da Wikiloc
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