Ferrata Rio Sallagoni

Lunghezza:: 2,73 Km
Dislivello: 350 m
Tempo in movimento: 2 h
Altitudine max: 380 m
Difficoltà: facile

La ferrata del rio Sallagoni è, come il burrone Giovanelli, ideale per le giornate calde perché si svolge in una stretta, fresca e umida forra scavata dal torrente nel corso del tempo. E' molto frequentata in estate per la facilità di accesso e per il suo basso grado di difficoltà ragion per cui conviene andarci di mattino presto o nel tardo pomeriggio. E' adatta a tutti ma non ai bambini con un'altezza inferiore a 1,40 m.  Ovviamente è d'obbligo il kit da ferrata. Dal punto di vista naturalistico offre paesaggi a dir poco insoliti e meraviglia il formidabile modellamento della roccia da parte dell'acqua. Anche i giochi di luce e la vegetazione rigogliosa contribuiscono al suo fascino. Il senso di spaesamento è assicurato. Superato un iniziale passaggio un pochino impegnativo il resto del percorso non pone problemi, bisogna però fare attenzione ai sassi ed agli appigli scivolosi. Per incrementare il divertimento ci hanno messo due ponti tibetani, il primo lungo circa 15 m., l'altro più corto di 6 m. La seconda parte invece, attrezzata solo in pochi punti,  si sviluppa sul letto del rio ed è percorribile solo se il livello dell'acqua è basso, in caso contrario è meglio uscire su un sentiero segnalato che porta direttamente al castello di Drena. Questo secondo tratto personalmente l'ho trovato più bello perché più naturale. Certo si corre il rischio di trovarsi con una scarpa nell'acqua ma ne vale la pena. Raggiunto il castello, visitabile, si effettua il ritorno su un sentiero che tagliando i tornati della provinciale ci riporta tra gli uliveti al parcheggio
Come arrivare: percorrendo verso nord la statale che da Arco porta a Trento si seguono le indicazioni per Drena poste ad una rotatoria poco prima di giungere a Dro. Si prosegue per 2,5 km fino a raggiungere un parcheggio sulla destra in corrispondenza di un campo di tamburello. Dal parcheggio si scende a piedi lungo una sterrata sulla destra seguendo le indicazioni per la ferrata (10')
Sono quasi le 10 e ci sono già parecchi gruppetti di ferratisti tutti rigorosamente stranieri 
All'attacco ci si alza di pochi metri sul lato sinistro della gola
Si sale su staffe lungo la liscia parete 
  Un passaggino verticale
Qui arriva il punto forse più impegnativo della ferrata: per seguire la conformazione esposta della roccia rispetto ai gradoni si è costretti per qualche metro a un faticoso lavoro di braccia

 Siamo solo a qualche metro d'altezza rispetto al livello dell'acqua


Ora grazie ad una sporgenza e un passaggio un po' più impegnativo ci spostiamo sulla parete destra del canyon e scendiamo poi fino a raggiungere un punto dove la forra si allarga. Lì facciamo una pausa  

Risaliamo sulla sinistra l'anfiteatro roccioso coperto da una vegetazione rigogliosa. In alto, sospeso sopra una bella cascatella, c'è il ponte tibetano che ci aspetta e qualcuno lo sta attraversando


Il ponte non pone problemi ma la fune portante non è ben tesa così che in mezzo si ondeggia leggermente rendendo la traversata più adrenalinica 
Un passaggio non attrezzato in una fenditura
Ora ci troviamo in un'altro slargo della forra ricco di vegetazione dove il torrente compie un breve salto. Due escursionisti stanno risalendo il costone sulla sinistra
Passiamo sotto la cascatella in mezzo alle felci...
... e  affrontiamo questo tratto su roccia scivolosa aiutati dai gradoni e dal cordino. E' l'unico tratto verticale della ferrata
Attraversiamo il secondo ponte tibetano più corto del primo ma anch'esso con la corda un po' lasca
Arrivati a questo punto, segnato con un'iscrizione sulla roccia, si trova sulla sinistra il sentiero che porta direttamente al castello; è da seguire nel caso ci sia troppa acqua nel torrente perché il seguito del percorso che continua sulla destra prevede guadi su sassi affioranti. Il giorno del nostro passaggio alcuni erano quasi sott'acqua. 
Arrivati a questo punto troviamo un padre con il figlio incerti se andare a sinistra o a destra del grosso macigno che si vede in basso. Dopo aver provato senza successo la via sulla destra capiamo che quella giusta è quella che aggira il masso a sinistra. Dopo qualche passo sul letto del torrente troviamo delle staffe seminascoste che permettono di risalire il budello. Qui sarebbe utile una semplice freccia che indichi la direzione
Come si legge la ferrata è stata inaugurata nel 2003 ed è dedicata ai caduti di Nassirya  in memoria dell'attentato avvenuto in quell'anno 
Inizia ora il tratto dove la ferrata si trasforma in una specie di canyoning all'incontrario. Risaliamo la gola ritornata di nuovo molto stretta e guadiamo il torrente appoggiando i piedi su sassi a pelo d'acqua e dove questi non ci sono su provvidenziali gradoni. Da esploratori avanziamo naturalmente in un ambiente suggestivo e il fatto di muoversi senza l'aiuto di troppa ferraglia ci comunica nuove emozioni

Come si vede dalla foto si può fare questo secondo tratto della Sallagoni solo se c'è poca acqua altrimenti si rischia di trovarsi con le scarpe ridotte a savoiardi inzuppati 


Dopo diverse curve, balzi di roccia e guadi raggiungiamo l'uscita del canyon. Le pareti della gola ora sono basse e non ci resta che risalire questa cengia per ritrovarci all'aperto
L'uscita avviene nei pressi del castello
Il castello di Drena che si può visitare ha una bella cinta muraria e una possente torre merlata alta 25 metri . Da lassù si gode un vasto panorama sulla bassa valle del Sarca e sul paesaggio roccioso delle Marocche
Il paese di Drena
All'uscita dalla forra manchiamo una scorciatoia ma raggiungiamo comunque in breve il castello nei cui pressi si trova anche un punto di ristoro
Dal castello si scende lungo la strada asfaltata verso Dro. Dopo il primo tornante si prende sulla destra il sentiero a tratti selciato che tagliando i tornanti e passando per gli uliveti ci riporta al parcheggio
Siamo ormai vicini al parcheggio. Sullo sfondo il 
monte Brento con la parete usata dai base-jumper per i loro lanci.

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