Val d'Arnò e Passo del Frate


Lunghezza: 10,5 Km
Dislivello: 907 m
Tempo: 4h
Altitudine max: 2253 m
Difficoltà: facile

Splendida escursione in una valle laterale della Val Breguzzo ai piedi dell'Adamello con partenza dalla malga d'Arnò e come punto d'arrivo il Passo del Frate dove si erge uno svettante monolite bianco la cui forma ricorda quella di un monaco in preghiera. Nel ritorno si passa sotto la bella Cascata della Cravatta. La valle è poco antropizzata ed è rinomata per la ricca fioritura dei suoi pascoli

Come arrivare: provenendo da Trento, giunti al paese di Breguzzo nelle Valli Giudicarie, si sale a destra lungo la strada asfaltata che risale la val Breguzzo. Arrivati in località Ponte d'Arnò, nei pressi della Chiesetta Alpina, si gira a sinistra seguendo le indicazioni per malga d'Arno'. Si prosegue per circa 3 km su una stradina asfaltata che costeggia il torrente Roldone fino a giungere nel vasto pascolo della malga. Tralasciando il parcheggio all'inizio del pascolo si continua in auto percorrendo un breve tratto di strada su un fondo di ciottoli cementati fino  al parcheggio posto vicino alla malga 

E' il 13 settembre e le malghe sono ormai chiuse. Anche malga d'Arnò lo è, così non ci resta che partire subito sul sentiero 262b in direzione di malga Maggiasone e il passo del Frate 
Il vasto pascolo del fondovalle è circondato da una foresta di abeti, larici e faggi. In giro non c'è nessuno, a parte un gruppo di operai che con l'aiuto di due ruspe stanno sistemando la strada. Insomma sembra quasi una valle dimenticata dal turismo e questo ci rallegra. Dovremo salire lassù tra quelle rocce bianche dove c'è il passo del Frate
Zoom sul passo del Frate con il caratteristico sperone roccioso che visto da vicino ricorda un monaco in preghiera
Il sentiero 262b inizialmente è quasi pianeggiante. Attraversiamo un ponticello sul torrente Roldone, poi cominciamo a salire compiendo un'ampia curva verso sud
Malga D'Arnò vista dal 262b

La giornata si annuncia magnifica e i calcari di cima Uzza (chiamata anche Ucia, ago in dialetto), sulla destra, sono di un biancore zuccherino
Dopo aver superato una passerella sul torrente Cablone giungiamo al bivio con il 262 nei pressi di malga Maggiasone, anch'essa ormai chiusa
Rimontiamo ora con numerosi tornanti una vasta balza posta al centro della valle
La scura mole del monte Corona delimita la valle a sud. Tutta la valle all'inizio dell'estate è un tripudio di colori per la varietà della sua flora
Raggiungiamo la base del canale che conduce al passo
Notiamo due sentieri che salgono al passo: scegliamo di salire su quello di sinistra (visto da sotto)
Il sentiero sfrutta un intaglio nella roccia scavato dagli agenti atmosferici. E' abbastanza ripido ma sicuro. Sul sentiero di destra si trovano invece delle staffe e maniglie che aiutano a superare una paretina
Il sentiero ora si fa ripido. Siamo ormai molto vicini al passo e da questa distanza il monolite assomiglia ancora alle sembianze di un monaco in preghiera
Il sentiero si infila in un intaglio naturale della roccia
Il magma vulcanico (tonalite) che caratterizza il monte Corona posto sulla sinistra della valle è entrato qui in contatto per intrusione con i calcari della Uzza creando dei filoni di roccia scura La conseguenza è stata una trasformazione per cottura dei calcari in marmi bianchi aventi un colore simile allo zucchero (metamorfosi di contatto). L'erosione ha poi lentamente portato via la roccia vulcanica dei filoni perché più friabile, lasciando al centro del passo una serie di canali e questo pinnacolo alto 20 metri. Durante la Prima Guerra Mondiale in corrispondenza dei filoni sono state scavate trincee e camminamenti 

Raggiungiamo in breve il passo a quota 2249 m. Da questo punto di vista il Frate ha tutto un'altro aspetto. Tira una brezza umida che non invita a fermarsi per una sosta
Dall'altra parte della valle il sentiero continua scendendo su un pendio erboso in Valbona e Val Daone 
La segnaletica sul passo
Durante la Grande Guerra il passo del Frate era controllato dagli austriaci che per mezzo di un complesso sistema di teleferiche che partiva da Trento avevano portato fin quassù armamento e truppe, costruito una mulattiera e scavato gallerie  e trincee lungo i crinali della Uzza. Nella foto si vede una scalinata che conduce ad una caverna dove probabilmente era appostato un pezzo d'artiglieria
Iniziamo la discesa pensando di poter scendere nel canale centrale...
...ci accorgiamo però che sotto si trova un salto di roccia poco visibile che blocca la discesa; risaliamo allora di qualche metro e prendiamo la traccia che notiamo sulla destra del canale
La discesa non pone problemi ed è più asciutta del sentiero che avevamo preso nel salire. Qualche staffa e delle maniglie aiutano nei passaggi esposti
La val d'Arno' con il pascolo di malga Maggiasone a destra e quello di malga d'Arnò a sinistra
Siamo ormai alla base del canale principale. La roccia vulcanica che riempiva le sue diramazioni subì un lungo processo erosivo lasciando sul posto i marmi bianchi più resistenti,  un tempo sfruttati o da alcune cave della zona
Il versante sud della Uzza 
Nei pressi di malga Maggiasone c'è un'area pic-nic ideale per la pausa pranzo
Un originale crocifisso
Il pascolo di malga Maggiasone, sullo sfondo Cima Agosta

Il sentiero, ora siamo sul 262, entra di nuovo nel bosco scendendo per tornanti in un vallone piuttosto ombroso...
... che ci conduce sotto la magnifica Cascata della Cravatta formata dal torrente Cablone che raccoglie le acque del soprastante anfiteatro erboso 

Poco lontano lasciamo il 262 e attraversiamo il torrente Roldone passando su dei grossi tronchi di alberi caduti probabilmente durante la tempesta Vaia
Continuando a seguire una traccia diretta verso malga d'Arnò attraversiamo la zona alta del suo pascolo e ci riportiamo sul sentiero 262b. Dopo pochi minuti saremo di nuovo al parcheggio
Il bel pascolo di malga d'Arnò

Scarica la traccia gps da Wikiloc

Vedi la mappa di tutte le escursioni del blog

Commenti