Lago Neves e Rifugio Porro


Lunghezza: 14 Km
Dislivello: 823 m
Tempo in movimento: 4h15
Altitudine max: 2420 m
Difficoltà: facile

Questa splendida e facile escursione parte in fondo alla Valle di Selva dei Molini, una laterale della val Aurina, ai piedi delle cime e dei ghiacciai che segnano il confine tra Italia e Austria. La partenza avviene di norma da uno dei parcheggi situati lungo le sponde del bacino artificiale di Neves (1860 m.) ma essendo l'ingresso nell'area a pagamento (8€ per la giornata) ed avendo tempo noi abbiamo preferito partire da quello piccolo e gratuito situato immediatamente prima della stazione di pedaggio (questo allunga il giro di circa 6,7 Km tra andata e ritorno). Il lago raccoglie le fredde acque dei ghiacciai che gli conferiscono un particolare colore azzurro chiaro. Mano a mano che si sale di quota lungo il sentiero o sulla più agevole forestale il paesaggio diventa via via grandioso. Uscendo dal bosco su un terrazzo prativo posto sotto malga Neves di Sopra una panchina ci accoglie: un posto ideale per ammirare la corona delle alte cime tutte abbondantemente sopra i 3000 m che chiudono a nord la valle con le loro vedrette immacolate. Superata per tornanti una balza rocciosa il sentiero ben curato si appiana per un lungo tratto fino ad arrivare sotto il rifugio che si raggiunge con un'ultimo strappo. Il rifugio è posto sul passo Neves che separa l'alta valle di Selva dei Molini dalla Trattenbachtal (val di Rio Bianco). La discesa si effettua lungo l'itinerario della salita

Come arrivare: si esce dalla A22 a Bressanone e si segue la statale della val Pusteria fino a Brunico, Seguire in seguito le indicazioni per la valla Aurina. Raggiunto il paese di Molini di Tures si seguono quelle per la valle di Selva dei Molini lunga 20 km. Superato il paesino di Lappach (Lappago) si entra nella parte più alta della valle su una strada stretta e tortuosa che conduce al lago di Neves dove si trovano diverse aree di sosta 
 La stazione di pedaggio (1h/4€, 4h/6€, tutta la giornata/8€). Visto che la nostra escursione è piuttosto corta e abbiamo tempo parcheggiamo nel piccolo parking gratuito antistante e continuiamo a piedi sulla stradina a tratti ripida dove il traffico nella parte più stretta è regolato da un semaforo

La Valle dei Molini, Mühlwaldertal, finisce nella conca del lago di Neves. In fondo al lago parte sulla destra il sentiero 24 che raggiunge la malga di Neves superiore (Obere Nevesalm) e poi continua fino al passo di Neves dove si trova il rifugio Porro
La diga a cupola del bacino artificiale di Neves fu costruita tra il 1960 e 1964. Con una condotta forzata sotterranea alimenta la centrale idroelettrica di Lappago. E' la diga più alta dell'Alto Adige (95 m) e il bacino artificiale di Neves è il più settentrionale d'Italia
Dopo 40' raggiungiamo la conca del lago posta a 1860 m di altezza. Ho scattato questa foto raggiungendo il centro della diga dove migliore è la visuale sul lago. Sullo sfondo l'imponente barriera di cime oltre le quali scende la Zillertal, la valle austriaca percorsa dal fiume Ziller. Le cime pricipalì sono il Gran Pilastro, la punta Bianca, il Gran Mesule e la Cima di Campo. Tutte si aggirano a quote tra i 3400 e 3500 m
Sull'altra sponda del lago sale la valle della Pipa. Un sentiero la percorre e raggiunge il nuovo rifugio del Passo Ponte di Ghiaccio a 2545 m
Il vecchio rifugio è stato demolito e completamente ricostruito su un progetto che ha optato per uno stile moderno. I lavori sono terminati nel 2016
Il rifugio Passo Ponte di ghiaccio ripreso dal teleobiettivo dell'amico Maurizio. Come si poteva prevedere il suo stile moderno ha suscitato giudizi lusinghieri ma anche negativi tra gli alpinisti e gli amanti della montagna
Questa cartina riporta i nomi delle cime in tedesco
Il lago di Neves attira molti pescatori. Il permesso di pesca giornaliero costa 30 €
Quasi in fondo al lago si trova la Untermaureralm con una scultura di aquila alla sua entrata

Cartelloni che parlano di vari argomenti sono stati posizionati lungo il sentiero che circonda il lago
La stradina prosegue a bordo lago fino a questo bivio. A sinistra si raggiunge Malga Neves, a destra troveremo le indicazioni per il nostro sentiero 
Il sentiero 24 che seguiremo taglia abbastanza ripidamente i tornanti della strada forestale che dal lago sale alla malga di Neves Superiore. Spesso è invaso da ruscelletti che oltre che a rendere scivolose le pietre creano delle pozze che bisogna saltare, comunque niente di particolarmente difficile, basta solo un po' d'attenzione. Nel ritorno preferiremo scendere sulla più comoda forestale per evitare pericolosi scivoloni
Siamo agli inizi di giugno e in alto la neve lascia spazio alle rocce e alle macchie di erba ancora gialla
Dopo 45' usciamo su questo spiazzo erboso molto panoramico dove saggiamente qualcuno ha posizionato una panchina vicino ad un laghetto. Il vasto panorama che si gode è quello tipico delle valli alpine al confine tra Italia e Austria, una natura austera e incontaminata dove le montagne hanno rocce scure e versanti molto ripidi, con macchie di rododendri sul punto di sbocciare e un sommesso brontolio di ruscelletti gorgoglianti come sottofondo
L'imponente fredda muraglia bianca del Gran Mesule (Großer Möseler) 3422 m. che si eleva a nord contrasta con il verde rigoglioso dei boschi del fondovalle. Ai piedi delle Vedrette di Neves passa l'Alta via di Neves che collega il rifugio Passo Ponte di Ghiaccio con il rifugio Porro

Una volta raggiunta la Obere Nevesalm, malga di Neves superiore, la forestale che il nostro sentiero ha intercettato più volte finisce e noi continuiamo sul sentiero ben tracciato che ci farà superare quella balza rocciosa con alcuni tornanti (foto Maurizio)
Segue un tratto quasi pianeggiane su un vasto pianoro dalle tinte giallastre e circondato da un paesaggio grandioso. Vicino al sentiero scorre un torrentello. Sotto questo capitello una panchina invita ad una sosta
Questi speroni rocciosi affioranti dalle nevi mi ricordano le vertebre di un gigantesco scheletro. Le due Vedrette di Neves, occidentale ed orientale, come tutti i ghiacciai delle Alpi sono purtroppo in forte ritiro 
Il passo di Neves è ora visibile, sulla destra si distingue anche il profilo del rifugio Porro
La parte finale del sentiero è parzialmente lastricata (foto Maurizio)
Quel puntino nero insignificante è Artax fiondatosi a caccia di marmotte. Il loro fischio gli risulta un'insopportabile provocazione
A sinistra la Punta Bianca (Hoher Weisszint) 3371 m nasconde il Gran Pilastro (Hochfeiler ) 3510 m, la più alta cima del gruppo delle Alpi Aurine 

Raggiungiamo infine il passo Neves (Nevesjoch) e il rifugio Giovanni Porro (Chemnitzer Hütte) 2420 m
Il rifugio ha una lunga storia che viene raccontata nelle pagine del suo sito. Giovanni Porro era un ufficiale degli Alpini caduto sul Monte Nero nel 1916. Dal 1999 il rifugio è diventato proprietà della provincia autonoma di Bolzano

E' la vigilia dell'apertura stagionale. Il padrone Roland con i suoi aiutanti ha appena finito di sistemare i tavoli e le panche sul terrazzo. L'emergenza Covid-19 ha toccato anche i rifugi e sono state emanate apposite disposizioni in merito. Qui si possono leggere quelle vigenti in alto Adige e qui quelle in Trentino
Il bar del rifugio
Il passo Neves mette in comunicazione la valle dei Molini con la valle del Rio Bianco. Sullo sfondo la catena delle Vedrette di Ries con il Collalto e il Monte Nevoso sulla destra
Zoom sul monte Collalto (Hochgall) 3436 m (foto Maurizio)
Il panorama dal rifugio. Si vede sulla sinistra la valle della Pipa dove si trova il rifugio Passo Ponte di Ghiaccio
Statua di viandante. Dietro si nota il mucchio di neve che ancora resiste nell'angolo in ombra del terrazzo del rifugio
Finito il pranzo al sacco ci incamminiamo sulla via del ritorno che ricalca quella dell'andata

L'acqua non manca in questa valle. I.n assenza di fenomeni carsici essa trova l'unica strada lungo ripidi e rumorosi torrenti.
La panchina panoramica vista dall'alto (foto Maurizio)
Più sotto abbandoneremo il sentiero per la più comoda forestale
Il vallone che sale al Grande Mesule

Questa foto è stata presa dalla stradina che scende al parcheggio. Stranamente questo traliccio piegato forse dal vento (?) continua ad essere operativo...ma non abbiamo notato in valle alberi schiantati dalla tempesta Vaia. La discesa sulla strada fino al parcheggio ci è sembrata interminabile per via della stanchezza ma ne valeva la pena
Il bel campanile della chiesa di Lappago.

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