Da Forte Cherle a malga Val Orsara

Lunghezza; 13.6 Km
Dislivello: 590 m.
Tempo in movimento: 3h45
Altitudine max: 1718 m.
Difficoltà: facile

Un'altra  rilassante escursione di interesse storico-naturalistico nell'ambiente dell'alpe cimbra.
Il giro di oggi parte dall'albergo Forte Cherle situato a 10 km da Folgaria sulla strada SP142 (strada dei Fiorentini) che  collega Folgaria ad Arsiero. Per l'andata si segue, tranne un primo breve tratto, il sentiero 124 (Sentiero Europeo E5) che dopo aver aggirato le rovine del Forte Cherle ed essere  passato vicino al  cimitero austro-ungarico oltrepassa la provinciale procedendo poi in salita. Si salgono i gradini della Scala dell'Imperatore che conduce ai resti dell'ospedale militare quindi sempre sulla forestale si arriva all'incrocio con quella della val Fredda. Dal bivio riprendiamo il 124  che sale nel bosco tagliando il versante ovest del monte Durer. Il 124 attraversa l'ampio crinale del Dos dell'Avezòn dove al bosco si alternano radure, incrocia e supera la stradina per malga Pioverna raggiungendo il bordo dei pascoli della malga ormai in vista di passo Coe. Da lì cala ripidamente su roccette arrivando alla conca erbosa di Bocca di val Orsara All'incrocio abbandoniamo il 124 diretto a passo Coe e scendiamo in Val Orsara raggiungendo in breve la sua bella malga posta in una felice posizione. Dalla malga continuiamo a scendere a valle fino all'incrocio sulla destra con la forestale della Val Fredda dove si trovano le indicazioni per ritornare all'ospedale militare. Seguendo la forestale con alcuni tornanti si risale il versante est della Val Orsara, si scollina ad un bivio in val Fredda e si procede su un lungo tratto pianeggiante che sbocca al bivio visto precedentemente. Da lì, invece di seguire la forestale come nell'andata abbiamo continuato sul 124 arrivando sulla provinciale e quindi al parcheggio dell'albergo Cherle 1416 m.
Come arrivare: da Folgaria si sale al passo del Sommo girando a destra sulla strada dei Fiorentini SP142 sulla quale si continua per 5,7 km. Superato l'albergo Ortesino si raggiunge poco dopo (3,7 Km) località Cherle posta su un dosso prativo dove si posteggia sulla sinistra in prossimità dell'albergo
Dopo aver bevuto il caffè sulla terrazza dell'albergo ci avviamo sul sentiero che dall'albergo porta al vicino Forte Cherle
Il Forte Cherle ha una pianta triangolare. Costruito degli austriaci tra il 1910 e 1914 era chiamato all'epoca Werk Sebastiano dal nome de paese a lui vicino.  Fu pesantemente bombardato dall'artiglieria italiana del forte Campomolon, distante 6,7 km in linea d'aria
La valle sulla destra è la val d'Astico mentre in lontananza si scorge la Valsugana
L'altopiano dell'alpe Cimbra e la val d'Astico
Il Forte Cherle 1445 m. era stato concepito in modo da poter resistere per trenta giorni senza essere rifornito di viveri e munizioni. Faceva parte, assieme ad altri 6 forti disposti sull'altopiano Vezzena-Luserna, di Lavarone e di Folgaria del sistema di difesa austriaco sul confine con l'Italia 
Forte Werk Sebastiano doveva controllare la val d'Astico e l'altopiano dei Fiorentini. Fu occupato dagli italiani nel novembre del 1918 e successivamente depredato delle coperture metalliche anche con l'uso della dinamite così da ridurlo in un miserevole stato
Il fossato che circonda la fortezza. Assieme ai reticolati costituiva la cosiddetta difesa passiva. Quella attiva consisteva in 6 obici montati su torrette girevoli, 2 cannoni, 18 postazioni da mitragliatrice, 180 artiglieri e 50 Landesschützen, le truppe di montagna
Scendiamo lungo la stradina che aggira a nord ovest il dosso ritornando verso la provinciale in corrispondenza del cimitero austro-ungarico di cui resta solo questa stele eretta dalla guarnigione del forte mentre il resto è ritornato ad essere bosco. Le salme alla fine del conflitto vennero traslate nel cimitero militare di Folgaria
Attraversiamo la provinciale e seguiamo le indicazioni per la Scala dell'Imperatore
La lunga scalinata, composta da 186 gradini, fu costruita in occasione della visita di Carlo d'Asburgo al forte nella primavera del 1917. E' chiamata anche la Scala dei Morti in quanto veniva usata per il trasporto dall'ospedale militare al vicino cimitero dei soldati deceduti 
Alla fine della scala in una radura protetta dai tiri dell'artiglieria venne eretto l'ospedale militare di val Fredda di cui restano solo i muri perimetrali

Dall'ospedale militare si potrebbe continuare sul 124 che entra nel bosco ma noi preferiamo continuare ancora per un po' lungo la forestale anche perché dei cartelli segnalano l'inagibilità del sentiero per lavori di disboscamento
Giunti però al bivio sulla destra con la forestale della val Fredda decidiamo di ritornare sul 124 che in questo punto ritorna ad incrociare la forestale. Troveremo il sentiero sbarrato talvolta da alberi che però non ci impediranno di continuare perché sarà sempre presente una traccia nel bosco per aggirarli.
Entriamo dunque nel bosco seguendo il 124 che sebbene faccia parte del Sentiero Europeo E5 e del Sentiero della Pace non sembra essere stato ben curato dopo il passaggio della tempesta Vaia. Il sentiero comunque è agibile e sufficientemente segnalato

Incontriamo ampie zone di bosco danneggiate dalla tempesta Vaia Continuando a salire arriviamo sul Dos dell'Avezom. Avéz in dialetto significa abete bianco 
Lungo il sentiero Artax si ferisce ad una zampa e bisogna trasportarlo, per fortuna pesa poco e sta buono nello zaino
Siamo ora fuori dal bosco in vista dei pascoli di malga Pioverna che scorgiamo sotto gli impianti di risalita
Dopo aver incrociato la strada di malga Pioverna ed aver fatto ancora un tratto nel bosco il sentiero si porta sul ciglio del pascolo in vista del Passo Coe. Da lì scende ripidamente tra roccette  e uscendo dal bosco attraversa una bella conca fino alla Bocca di Val Orsara
La Bocca di Val Orsara. Qui lasciamo il 124 diretto al passo Coe e giriamo a destra. Durante la prima guerra mondiale passava di qui  il confine tra l'Italia e l'impero e tutta la zona fu teatro di aspri scontri
Scendiamo ora su una mulattiera e in 10' arriviamo in vista della malga-agritur Val Orsara, ormai chiusa al pubblico in settimana. Il paesaggio è bucolico e solitario. C'è ancora il bestiame sul pascolo e un ragazzo dall'accento straniero ci dice che possiamo fermarci a mangiare su uno dei tavoli esterni
Non tardano ad uscire dallo zaino i soliti panini e un ottimo marzemino d'annata
Le mucche si mettono in fila anticipando l'ora dell'happy hour
Ben protetto dal recinto, Artax si avvicina destando la loro curiosità
La val Orsara deriva il suo nome dall'antica presenza dell'orso in zona,  rimpiazzato oggi dal lupo. E' una valletta che ha conservato la sua integrità e bellezza. Sullo sfondo il Cornetto di Folgaria e la Vigolana 
Scendiamo lungo la strada di servizio della malga. 
Giunti quasi in fondo, poco prima che la strada incontri la provinciale giriamo sulla destra sulla strada della val Fredda che sale sul boscoso versante est della val Orsara.
Riprendiamo quota con alcuni tornanti ed arriviamo a questo incrocio posto in una sella e tenendo la sinistra scolliniamo nella val Fredda. Segue un lungo tratto pianeggiante che ci riporta al bivio incontrato nell'andata, poco lontano dall'ospedale militare
All'incrocio non ripercorriamo il tratto di forestale fatto nell'andata ma riprendiamo il 124 rientrando nel bosco
E' un bosco con alberi ad alto fusto e il sentiero è spesso invaso da larghe pozzanghere, da valutare quindi se affrontarlo dopo un periodo di pioggia
Il 124 ritorna di nuovo all'ospedale militare ma noi ad un certo punto lo lasciamo scendendo dritti nel bosco lungo una traccia che ci riporta sulla provinciale e quindi al parcheggio dell'albergo Cherle 


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