Giro del monte Agnello


Lunghezza: 11,4 Km
Dislivello: 797 m.
Tempo in movimento: 3h45
Altitudine max: 2358 m.
Difficoltà: facile

In questa escursione si scopriranno le bellezze della conca di Pampeago purtroppo ormai definitivamente deturpata dagli impianti di risalita. A parte questa nota dolente il giro merita comunque per i vasti panorami, Latemar, Pale e Lagorai innanzitutto e per l'interessante percorso geologico del Dos Capel. Noi ci siamo andati in una luminosa giornata di novembre ma la stagione migliore sarebbe l'inizio dell'estate durante la fioritura dei pascoli. Il monte Agnello 2357 m.  rappresenta il punto più elevato del giro. Una serie di creazioni Land Art disseminate lungo il sentiero allieta il ritorno a valle













Come arrivare: Uscendo dalla A22 al casello di Ora-Egna si seguono le indicazioni per la val di Fiemme. Giunti a Tesero si prende la strada che risalendo la val di Stava arriva a Pampeago, frazione di Tesero, dove si parcheggia nel parking antistante la seggiovia Tresca
Appena sopra l'impianto di risalita Latemar parte sulla sinistra un sentiero non numerato che risale con diversi tornanti un ripido costone boscoso. Lungo il percorso dei cartelli illustrano le caratteristiche di alcuni abitanti del bosco come il picchio
Dopo mezz'ora si esce dall'ombra e si prosegue su un vasto pascolo
Il pascolo è dominato dalla mole del Latemar, ovvero ciò che rimane di un atollo corallino vecchio di circa 240 milioni di anni. Il monte Agnello, assieme alla Pala di Santa, è considerato una propaggine meridionale di questo gruppo dolomitico


Zoom sul Latemar (Maurizio)



Potente zoom sul rifugio Torre di Pisa, recentemente ristrutturato (Maurizio)
L'impianto di risalita Latemar. Verso sud spicca la Pala di Santa, una bella montagna dall'aspetto imponente che separa la val di Stava dal Passo Lavazè
Il silenzio è rotto dai rumori dei motori della seggiovia avviati per i controlli di inizio stagione. Arrivati alla Zischgalm, ancora chiusa, ci attardiamo a leggere il pannello che illustra le caratteristiche geologiche della zona 


La tormentata geologia di questa zona è stata oggetto di studio. Durante la lenta emersione dei fondali marini che darà origine alle Dolomiti circa 242 anni fa nell'area inizia un'intensa attività vulcanica di faglia (vulcani di Predazzo e di val S.Nicolò) che modellerà profondamente l'orografia del territorio. Grazie al prof Ezio Sommavilla negli anni '70 nasce il Sentiero geologico del Dos Capel che partendo dal vicino Passo Feudo con 13 pannelli informativi racconta la nascita di queste straordinarie montagne

Dalla Zischgalm seguiamo il sentiero 504 che taglia il versante erboso diretto al Passo del Feudo
Sull'altro versante della conca di Pampeago si vede il monte Agnello,  meta dell'escursione
Questa roccia rappresenta il confine tra la provincia di Trento e quella di Bolzano
La conca di Pampeago con la Pala di Santa sulla destra e il Doss dai Branchi sulla sinistra
La stradina che percorriamo diventa in inverno una pista da sci



Arriviamo ben presto a Passo del Feudo 2121 m., punto di giunzione tra il gruppo del Latemar e il sottogruppo del Cornon/Monte Agnello, vicini ma diversi per fisionomia e morfologia
La tempesta Vaia ha lasciato profonde ferite sul versante orientale della Pala di Santa
Sul passo un grande osservatorio permette il riconoscimento delle montagne lontane e vicine
Le Pale di S.Martino






Le Pale e i Lagorai verso nord









Ancora Lagorai. Al centro Cima Cece, la più alta montagna della catena





Il monte Pelmo e l'Antelao



Dal passo Feudo scendiamo lungo questa dorsale seguendo la sterrata che poi risale con alcuni ripidi tornanti il versante ovest del Dos Capel. Dal passo inizia anche il percorso geologico
Uno dei pannelli informativi del geotrail
Le rocce raccontano agli occhi esperti la storia del mondo. In certi punti si vedono le infiltrazioni nere del magma (camini) nelle rocce sedimentarie segno evidente dell'antica attività vulcanica
Superato un tratto ripido la sterrata spiana nei pressi delle antenne. Anche il Doss Capel ha avuto la sua dose di ferraglia

Il Latemar
Il percorso geologico aggira da sinistra la sommità del Doss Capel per poi ritornare verso passo Feudo mentre noi lo aggiriamo da destra e ci dirigiamo verso la stazione della seggiovia Tresca, posta sotto la cima del monte Agnello

Superata anche la stazione della seggiovia proseguiamo sotto il versante nord. Una visibile traccia lo taglia in diagonale e conduce sul versante est per poi risalirlo fino alla cima. Il tratto abbastanza esposto esige una neve ben assestata e l'uso dei ramponcini. In alternativa dalla stazione della seggiovia parte un facile sentiero che raggiunge il Rifugio Monte Agnello



Il versante est è libero dalla neve così è facile ritrovare la traccia che conduce alla cima. Sullo sfondo da sinistra si vedono il Corno Nero, il Corno Bianco e la Pala di Santa
Questi invasi artificiali sono ormai presenti ovunque ci siano piste da sci e servono a rifornire di acqua gli impianti di innevamento 
L'anticima e la cima dell'Agnello hanno la loro bella antenna


Breve pausa sulla cima. Artax aspetta che io apra lo zaino ma non è ancora il momento del panino con la mortadella

Iniziamo la discesa sulla traccia che sta sempre a poca distanza dal crinale
Il monte Agnello rappresenta la testata della selvaggia val Cornon. Sull'altro versante del vallone si vedono la Bassa, i Censi, il Doss dai Branchi e il Cornon, la montagna che sovrasta Tesero. Vi ero passato nel corso di un'escursione estiva
Il Doss Capel
Scesi dalla cima a questo bivio si gira a destra
In un attimo si arriva al rifugio Monte Agnello, annesso alla stazione della seggiovia Agnello 


Il rifugio è il posto ideale per la pausa pranzo

Riprendiamo a scendere imboccando il sentiero di Land Art che parte poco sotto il rifugio
Ecco apparire la prima creazione (in basso a destra). La Land Art è una forma d'arte contemporanea nata negli Usa tra il 1967 e 1968 caratterizzata dall'intervento diretto dell'artista sul territorio naturale (Wikipedia)





Il sentiero di Land Art va a confluire nella stradina che scende a Pampeago passando per Malga Caserina, punto di ristoro molto gettonato nella stagione turistica
Arrivati all'altezza della pista da sci abbandoniamo la stradina e scendiamo direttamente lungo i prati
Ritroviamo Pampeago immersa nella calda luce del tramonto

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