Rifugio Roda di Vael



Lunghezza: 9,1 Km.
Dislivello: 582 m.
Tempo in movimento: 3h
Altitudine max: 2286 m.
Difficoltà: facile


Abbiamo approfittato di una bella giornata di novembre per un'escursione sul Catinaccio prima dell'arrivo della neve. Partenza dal Passo di Costalunga sul sentiero 548 diretto al rifugio Roda di Vael. Dopo un iniziale ripido tratto nel bosco il sentiero esce sui pascoli in località Ciarlonc con un panorama che si allarga sul Sas Aut, Cima Docici. Tra una vegetazione sempre più rada risale una valletta sotto il col de Ciampac fino a raggiungere la baita Pederiva e il rifugio Roda di Vael. Il rifugio è posto in un magnifico anfiteatro roccioso con un grande panorama sul Catinaccio meridionale,sulla Marmolada e il gruppo di Sella. Nel ritorno si scende sui sentieri 549 e 539 al rifugio Paolina. Lungo il percorso potremo ammirare appollaiata su una roccia un'imponente aquila in bronzo dedicata a Theodor Christomannos, uomo politico e promotore turistico dell'inizio del 900. Dal rifugio Paolina, situato ai piedi della celebre parete rossa della Roda di Vael si scende lungo il 552 fino in località Fieche  per Vael dove ritroveremo il 548 che ci riporterà al parcheggio. L'anello, semplice e privo di pericoli ricompensa la modesta fatica con grandi panorami
Come arrivare: in val di Fassa da Vigo di Fassa si seguono le indicazioni per il passo di Costalunga. Poco prima di arrivare al passo sulla destra c'è un grande parcheggio (località Valate) da dove parte il sentiero 548
Il parcheggio e l'inizio del  sentiero 548
Il passo di Costalunga e il Latemar. I versanti nord  delle montagne sono già innevati ma non quelli esposti a sud
Arrivati a questo bivio giriamo a destra. Ritroveremo questo bivio nel ritorno
Nel bosco il sentiero si fa ripido con dei tratti cementati
Usciamo dal bosco sui pascoli di Ciarlonc e il panorama si allarga. In primo piano sulla destra il Sasso delle Dodici, il Sas Aut e Punta Vallacia
Sullo sfondo da sinistra il Gran Vernel, la Marmolada, l'Ombretta orientale, il Sasso Vernale e il Sasso delle Dodici
Risaliamo la val de Ciampac stando sulla sua destra orografica. Il paesaggio ora è tipicamente dolomitico con qualche rado larice e cirmolo. Dopo alcune curve e tornanti appare in lontananza il tetto della baita Pederiva
La baita-rifugio Pederiva si trova sulla sella del Ciampac a 2275 m., vicino al rifugio Roda di Vael. Dietro la baita si erge il Ciampac simile alla prua di una nave
A qualche decina di metri dalla baita Pederiva si trova il Rifugio Roda di Vael, anch'esso entrato nel suo letargo invernale. Sullo sfondo cima Sforcella, simile ad una mano 
La frastagliata cresta del Masarè. Tra i suoi pinnacoli passa una divertente ferrata percorsa in un'altra escursione
Il gruppo del Sella con il Sass Pordoi, il Piz Boè e la Val di Lasties. In basso sul pianoro erboso situato all'inizio del vallone si scorge il rifugio Ciampedié da dove parte il sentiero 545 Alta Via dei Fassani che raggiunge il rifugio Roda di Vael in meno di due ore. Al Ciampedié arriva anche la funivia "Catinaccio" che ha la stazione di partenza a Vigo di Fassa
Baita Pederiva con il suo vasto panorama è il posto ideale per fare la nostra pausa anche perché provvista di tavoli all'aperto protetti dal vento da una lunga catasta di legna 
I gracchi alpini chiamati in dialetto "grolle" non tardano a venire a farci compagnia

L'anfiteatro della  Gran Busa de Vael. Da sinistra: cima Sforcella, cima Coronelle, i due Mugoni (cima sud e cima est) e il passo delle Cigolade
In questo zoom di Maurizio si vedono due escursionisti nei pressi del valico delle Cigolade a 2553 m.. Il valico permette di passare dalla val di Vael (Vajolon) alla valle del Vajolet
Pozza di Fassa dal Ciampac
Il rifugio Roda di Vael 2283 m. è sovrastato dall'incombente parete est della Roda di Vael 2806 m. riconoscibile per la caratteristica forma triangolare. Una facile ferrata che parte dal passo del Vaiolon permette da raggiungerne la cima
Questo rustico baitello è un esempio di austerità e adattamento alle dure condizioni dell'alta montagna
E' ora di scendere a valle. Ritorniamo sui nostri passi fino a raggiungere un bivio dove lasceremo il sentiero dell'andata per seguire il 549, uno dei sentieri più frequentati delle Dolomiti 
Il gruppo della Marmolada. In basso si vede il  profondo solco della val S.Nicolò con i pascoli del Buffaure e il passo S.Nicolò
Anche verso sud-est il panorama è molto vasto. Nella foto di Maurizio si può scorgere a sinistra sullo sfondo il gruppo delle Pale di S.Martino e in primo piano cima Bocche con la val di S.Pellegrino; sulla destra la parte settentrionale della catena dei Lagorai con cima Viezzena in primo piano
Il 549 aggira in falsopiano tra massi e magri pascoli il versante sud del Majarè affacciandosi sul Latemar e la val di Fassa. In lontananza su un masso si scorge quello che sembra essere il profilo di un'aquila
In realtà si tratta di una grande aquila in bronzo alta 2,5 m. dedicata a Theodor Christomannos, uomo politico e grande promotore turistico delle dolomiti al quale si deve la costruzione del rifugio Roda di Vael
La sua opera più importante fu il progetto della Grande Strada delle Dolomiti che collegò Bolzano con Cortina d'Ampezzo. I lavori iniziarono alla fine dell'800 e nel 1909 la strada fu inaugurata

Nei pressi dell'aquila in bronzo ad un bivio abbandoniamo il 549 diretto al rifugio A. Fronza ed iniziamo la discesa verso il rifugio Paolina sul sentiero di raccordo 549
In basso la conca di Carezza
Poco dopo siamo in vista del rifugio
La parete sud della Roda di Vael (Rotwand) ha una tipica colorazione rossastra che si accentua al tramonto. Ai due alpinisti tedeschi Lothar Brandler e Dietrich Hasse furono necessari 4 giorni di dura arrampicata per raggiungere la cima (settembre 1958)

Lothar Brandler (1936-2016), grande alpinista e regista, al festival del film della montagna di Trento
Il rifugio Paolina 2125 m. ha un grande panorama sulla conca di Carezza e sul Latemar
Dal rifugio scendiamo sul sentiero 552 su pendii prativi e poi nel bosco
La conca di Carezza al tramonto
Il sentiero  in questo punto taglia un versante più scosceso

Giunti a questa baita giriamo a sinistra
In questo tratto il nostro sentiero va a coincidere con il Sentiero delle Perle. Poco dopo ad un bivio ritroveremo il sentiero 548 dell'andata che seguiremo fino al parcheggio
Il passo di Costalunga al tramonto
Ultime luci sulla cresta del Majarè

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