Breve giro sul monte Zugna

 

Lunghezza: 4,3 Km
Dislivello: 266 m
Tempo in movimento: 1h30
Altitudine max: 1864 m.
Difficoltà: facile

Questa facile e breve escursione si rivela molto appagante per la bellezza dei selvaggi vasti panorami che lo Zugna offre sulla Vallarsa e sulla valle dell'Adige. Altro punto di interesse è la presenza sulla sua sommità di opere militari risalenti alla prima guerra mondiale. In inverno il giro si può fare se la strada per il rifugio è accessibile. Noi l'abbiamo trovata sgombra di neve fino al rifugio nonostante le forti nevicate di questo inverno 2020/21. Dal rifugio si sale lungo la stradina militare quasi fino alla cima e si ritorna lungo una traccia che scende stando sul bordo rivolto verso la Vallarsa. Attenzione alle cornici di neve. Rientrati nel bosco e giunti all'incrocio con il sentiero del Sinel proveniente dal Trincerone lo si segue fino al rifugio 

Come arrivare: da Rovereto si seguono le indicazioni per la Campana dei Caduti e giunti in località le Porte si continua sulla strada per Albaredo e la Vallarsa. Prima di entrare nel villaggio si trovano sulla destra le indicazioni per il monte Zugna. La strada è quella militare costruita dagli austriaci ora asfaltata e lunga 12 km che porta al rifugio Monte Zugna dotato di un ampio parcheggio

Vicino al rifugio Monte Zugna a 1617 m. si trova l'osservatorio astronomico del museo civico di Rovereto

Nel maggio del 1915
 l'esercito italiano era riuscito ad insediarsi sul Coni Zugna, dove nella primavera del 1913 gli Austriaci avevano costruito una strada e delle fortificazioni, alcune sono quasi sommerse dalla neve, in previsione dell'entrata in guerra dell'Italia
Uno dei due impluvi per la raccolta dell'acqua piovana costruito dagli austriaci. Uno di essi serve ancora oggi per la raccolta dell'acqua che serve al rifugio. Tra i manufatti c'è anche un ospedale militare costruito dagli italiani. L'area è stata oggetto di restauro ed prende il nome di Parco della Pace 

Il caposaldo austriaco sul monte Zugna, montagna strategica per il controllo della Vallarsa, doveva far parte della linea austriaca di difesa del fronte assieme ai previsti forti sull'Altissimo di Nago, Vignola, Pasubio e Pozzacchio


Quando scoppiò la guerra nel maggio 1914 il forte sullo Zugna era in fase di costruzione e venne abbandonato dagli austriaci passando in mano agli italiani. Nel settembre del 1914 l'impero decise di arretrare la linea del fronte (Tiroler Widerstandslinie) e lo Zugna rimase escluso da essa

A una quota superiore raggiungiamo un punto panoramico sulla valle dell'Adige dove si trova questa casetta. Sullo sfondo il monte Altissimo


Siamo ormai a due passi dalla cima in un punto dove il sentiero E115 proveniente da Marco e diretto al rifugio Fraccaroli inizia la discesa in un vallone

Il selvaggio panorama della dorsale che congiunge lo Zugna con il gruppo del Carega (Piccole Dolomiti)

La sommità dello Zugna, ondulata e caratterizzata da moderate pendenze contrasta con i versanti scoscesi delle valli che la delimitano e che la rendono difficilmente accessibile 

La croce di vetta a quota 1857 m. Poco lontano ci sono anche delle antenne ed un osservatorio che permette, traguardandole, di riconoscere montagne vicine e lontane

La Vallarsa. Al centro il Cornetto nel gruppo del Sengio Alto. A destra il gruppo del Carega. Esistono varie ipotesi sull'origine del nome Vallarsa
In primo piano l'osservatorio, sullo sfondo il Carega. Come lo Zugna il gruppo ha versanti molto scoscesi solcati da profonde gole di carattere dolomitico, i vaj. La cima più alta è Cima Carega 2259 m.

Il versante opposto della Vallarsa con l'imponente Pasubio. Si distinguono il Roite, il dente Austriaco e Italiano e cima Palon, la sua sommità più elevata 2228 m.

A sud la val d'Adige, con i Lessini sulla sinistra e la catena del Baldo a destra. Sempre sulla destra in primo piano il monte Vignola, altro monte di importanza strategica nel corso della prima guerra mondiale
La val Cipriana scende ripida verso il fondovalle dove si scorgono le cave di Pilcante e il fiume Adige

Il monte Altissimo di Nago 2074 m. segna l'inizio della lunga catena del Baldo che separa la val d'Adige dal lago di Garda

Guardando verso nord scorgiamo ancora la valle dell'Adige delimitata ad ovest dalla catena dello Stivo-Bondone. Sotto di noi l'inizio della Vallarsa e a destra il monte Finonchio. E' meglio non sporgersi troppo ed evitare le cornici di neve


Nel ritorno seguiamo una traccia che segue il bordo dello Zugna rivolto sulla Vallarsa 

Sull'altro versante della Vallarsa si può scorgere il paese di Pozzacchio nelle cui vicinanze gli Austriaci avevano eretto una  fortificazione interamente scavata nella roccia (Werk Valmorbia), abbandonata anch'essa all'inizio della guerra dopo la decisione di arretrare la linea del fronte. Sotto di noi si vede il paese di Matassone, anch'esso presidio austriaco (campo trincerato) a controllo dell'accesso alla valle


Il selvaggio versante dello Zugna che guarda la Vallarsa. Sullo sfondo il Pasubio e il Cornetto di Vallarsa

Nel corso della Strafexpedition del maggio 1916 gli Austriaci, dopo aver inutilmente cercato di crearsi un varco nella linea di difesa (il "trincerone") sul versante della montagna chiamato Zugna Torta, cercarono di aggirare il caposaldo italiano investendo la vicina zona di passo Buole con un intensissimo bombardamento e ripetuti sanguinosi attacchi lanciati dal fondovalle e 
tutti respinti dalle brigate Taro e Sicilia. Passo Buole è passato alla storia come le "Termopili d'Italia"

La traccia che seguiamo lascia ora queste aeree cornici ed entra nel bosco

Raggiungiamo l'incrocio con il sentiero del Sinel che come si vede parte dal Trincerone e raggiunge il rifugio. Lo seguiamo pure noi 

Dopo poco cammino usciamo dal bosco in vista del rifugio

Nei pressi del rifugio si trova questa casetta dotata una bella panca ideale per riposarsi e prendere il sole prima del ritorno. Il segnavia indica il sentiero E118 che parte da qui e raggiunge il paese di Matassone in 1h30 (Senter del fil)

Il rifugio è chiuso al pubblico ma il padrone c'è e con lui scambiamo quattro chiacchiere. E' un 
simpatico vicentino che ha preso la gestione del rifugio da poco tempo. Il suo grosso cane fa subito amicizia con Artax


Prima del Covid oltre alla clientela locale ed agli escursionisti che seguono il Sentiero della Pace il rifugio viveva delle gite scolastiche che prevedevano un tappa qui dopo la visita alla Campana dei Caduti e ai musei di Rovereto. Gli facciamo gli auguri di poter ritrovare presto la vita di prima

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