Lunghezza: 4,4 Km
Dislivello: 356 m.
Tempo in movimento: 1h15
Altitudine max: 371 m.
Difficoltà: facile
La ferrata del monte Colodri (SAT 431b) è la più frequentata del Trentino e per la sua facilità è ideale per i principianti. E' stata ideata dalla SAT di Arco negli anni '80 come via di discesa per gli arrampicatori impegnati sulle vie del monte Colodri. La ferrata è lunga 1 Km., ha un dislivello di 350 m. e risale la parete est del Colodri. Il sentiero è ottimamente attrezzato ma sono comunque necessari l'imbrago e e il casco. Chi ne fosse sprovvisto può noleggiare il kit da ferrata nei negozi di articoli sportivi di Arco. La ferrata è adatta a tutte le stagioni ma in estate sono da evitare le ore più calde.
Una volta giunti alla croce sommitale a 398 m. ci attende uno splendido panorama sulla valle del Sarca, la rupe del Castello di Arco, la conca di Riva e il lago di Garda. Per il rientro scendiamo verso Arco seguendo il sentiero 431 e passando per località Laghel dove visitiamo il magnifico Parco Arciducale (Arboreto) entrando poi nel centro storico del paese e raggiungendo infine il parcheggio.
Contare circa 2h per la ferrata e il ritorno al parcheggio
Escursione effettuata il 25/6/2021
Il parcheggio davanti alla piscina comunale
Attraversiamo la strada e iniziamo a salire lungo il sentiero tra olivi, lecci, cipressi e grossi massi
Inizio della ferrata. Saliamo verso destra prima su una rampa gradonata e poi lungo una cengia
Iniziamo a prendere quota. In basso il parcheggio e la piscina comunale
Finito il traverso a destra il sentiero gira a sinistra superando delle balze rocciose e cenge in diagonale
Il campeggio di Prabi. Il Colodri è molto frequentato dai free climbers per la presenza di numerose vie d'arrampicata. Quest'anno la manifestazione Rock Master che riunisce i migliori free climbers del mondo giunge alla 34° edizione
Uno dei pochi passaggi verticali su staffe
Siamo quasi ormai alla fine della ferrata
In primo piano la rocca del castello di Arco con i suoi secolari cipressi
Rimontiamo la parte sommitale del Colodri su un sentierino tra massi calcarei e magra vegetazione fino alla grande croce
Il sentiero raggiunge il santuario di S.Maria di Laghel e diventa una stradina. La rocca di Arco con il castello si erge sulla sinistra. Continuiamo a scendere attraverso l'oliveto di Arco in direzione del paese
Poco sopra Arco si trova il Parco Arciducale chiamato anche Arboreto. In origine era una zona verde annessa alla villa fatta erigere attorno al 1873 dall'arciduca Alberto d'Asburgo d'Austria per trascorrere ad Arco i mesi invernali quando la cittadina era considerata la Riviera dell'Impero Austro-ungarico
Negli anni '60 sono stati realizzati degli habitat vegetali diversi come l'ambiente tropicale (palme), la giungla (bambù). il bosco di conifere del nord America (sequoia), le piante asiatiche, la limonaia, la macchia mediterranea, lo stagno...
In un'area di quasi un ettaro vivono quasi 200 specie diverse
Questo sorprendente museo botanico è possibile grazie alla presenza del lago che mitiga un clima altrimenti di tipo sub-alpino e quindi non favorevole alla crescita delle piante tropicali
In particolare tre piante sono da segnalare: la sequoia, l'albero della canfora e il cipresso di Lawson
Dal 1993 è in carico al Museo Trentino di Scienze Naturali
Un luogo affascinante e romantico soprattutto durante la fioritura dei rosai che adornano il vialetto d'ingresso...
Siamo ormai alle porte del centro storico di Arco. Ci soffermiamo a prendere informazioni da una signora. Nel medioevo il borgo nato all'ombra del castello era circondato da una cinta muraria. Quella che si vede è l'unica porta rimasta delle quattro che permettevano l'accesso al quartiere medioevale di Stranfora che noi attraverseremo per raggiungere la piazza principale
In via Stranfora c'è questa fontana. Il quartiere ha conservato il suo fascino antico
Un altro scorcio del quartiere medioevale di Stranfora
Ci avviciniamo a piazza III Novembre, la piazza principale di Arco
La piazza è dominata dalla facciata della Collegiata di S.Maria Assunta, un esempio di chiesa rinascimentale nel Trentino
Dopo un caffè in un bar sulla piazza attraversiamo questa lunga e ombrosa via intitolata a Giovanni Segantini, il famoso pittore nato ad Arco (1858-1899), uno dei massimi esponenti del divisionismo. Qui c'è un'incredibile concentrazione di negozi di articoli sportivi aperti per soddisfare la sempre crescente domanda da parte del turismo sportivo (free climbing, arrampicata, vela, wind-surf, nuoto, bivicletta, canyoning ecc.) che qui è esploso in questi ultimi anni grazie alla promozione turistica, allo sfruttamento delle ricche potenzialità del territorio e all'arrivo degli stranieri , soprattutto giovani
Alla fine di via Segantini ci troviamo al ponte sulla Sarca. Non ci resta che continuare a sinistra verso Prabi per ritrovare il parcheggio. Sullo sfondo il monte Colodri sulla cui sommità si scorge le croce
Scarica la traccia gps da Wikiloc
Ottima relazione vecchia scarpa.
RispondiElimina