Rifugio Locatelli



Lunghezza: 15 Km
Dislivello: 1047 m.
Tempo in movimento: 5h
Altitudine max: 2436
Difficoltà: media

Questa è una delle escursioni più gettonate della val Pusteria e non si puo' evitare la folla, soprattutto in alta stagione, vista la notorietà mondiale delle Tre Cime di Lavaredo, emblema delle Dolomiti. L'ideale sarebbe andarci in primavera o in autunno. 
Partiamo dal parcheggio a pagamento del Dolomitenhof (1450 m.) in Val Fiscalina e percorriamo per una mezz'ora una sterrata che conduce al rifugio Fondo Valle (1540 m.). Continuiamo fino ad un bivio dove imbocchiamo sulla destra il sentiero 102 che risale la val Sassovecchio (Altensteinertal). con un iniziale tratto ripido in un ambiente selvaggio tra la parete nord di Cima Una, le Crode Fiscaline e la Torre di Toblin e il Sasso di Sesto. Superato un salto di roccia il sentiero spiana in prossimità dei due Laghi ai Piani mentre d'un colpo emergono in alto le sagome delle tre cime. Dopo un ultimo facile strappo siamo al rifugio Locatelli, rifugio storico del CAI , gestito dalle sezione di Padova (3h). Dopo la pausa pranzo ci dirigiamo verso l'imbocco della ferrata del monte Paterno per poter ammirare le Tre Cime da una prospettiva diversa. Il ritorno avviene sul sentiero dell'andata (2h30)


Come arrivare: da Moso in Val Pusteria seguire le indicazioni per la val Fiscalina. Posteggio a pagamento presso l'hotel Dolomitenhof e parcheggio libero 1 km prima


Ci incamminiamo lungo una larga sterrata assieme a frotte di escursionisti. Conviene arrivare presto al parcheggio se si vogliono evitare le attese per il pedaggio


La val Fiscalina è dominata dalla
 parete nord di Cima Una. La strada costeggia dei prati poi si inoltra in un rado bosco di larici


Superato il rifugio Fondovalle 1540 m. ad un successivo bivio prendiamo il sentiero 102. Il sentiero inizialmente abbastanza ripido sale a destra del rio Sassovecchio ma lontano dal torrente tranne che in un punto

Si sale con lo sguardo puntato sulle strapiombanti pareti di Cima Una e delle Crode Fiscaline. Alla loro base si trovano coni detritici e ghiaioni

Il sentiero risale un salto di roccia dove il rio Sassovecchio forma una bella cascata. Sullo sfondo le Crode dei Piani


Superato il bastione roccioso il sentiero spiana regalandoci la prima visione di due delle Tre Cime, la Piccola e la Grande, avvolte parzialmente dalle nuvole. Alla sinistra il monte Paterno

All'Alpe dei Piani c'è una panchina dove possiamo riposarci prima di affrontare l'ultimo tratto in salita


Il pianoro ospita due laghetti color smeraldo, i Laghi dei Piani. Sullo sfondo le Crode dei Piani 


Ci resta solo da completare l'ultimo tratto del percorso. Il tetto rosso del rifugio ora è visibile alla forcella di Toblin

 Ci siamo quasi. Vediamo il rifugio attorniato da un'orda di escursionisti ma siamo in alta stagione e la cosa è normale


Nonostante tutto arriviamo a sederci ad un tavolo e ad ordinare qualcosa.  Sullo sfondo il profilo slanciato del monte Paterno, teatro di sanguinosi scontri durante il primo conflitto mondiale


La storia del rifugio è legata alle due guerre mondiali nel corso delle quali fu ripetutamente danneggiato. Costruito nel 1883 col nome di Dreizinnenhütte dalla sezione pusterese del DAV, il CAI  austriaco, nel 1923 fu espropriato e dato in gestione alle sezioni CAI di Bolzano e di Padova. E' intitolato ad Antonio Locatelli un aviatore e politico italiano del periodo fascista. Vicino al rifugio si trova un cippo alla memoria di Sepp Innerkofler,  celebre guida alpina pusterese morta nel corso di un attacco teso alla conquista del vicino monte Paterno, allora presidiato dagli italiani. Le sue gesta come alpinista e soldato lo hanno fatto diventare un personaggio leggendario


Le Tre Cime di Lavaredo per la loro imponenza e bellezza dell'insieme sono diventate a giusto titolo il simbolo delle Dolomiti in Alto Adige e nel mondo. Al centro spicca la Cima Grande 2999 m., la più alta. L'altipiano alla base è un importante spartiacque e anticamente sulle creste passava il confine tra la Serenissima e il Sacro Romano Impero. Oltre al rifugio Locatelli in zona si contano altri tre rifugi: l'Auronzo, a cui si può accedere anche in auto dietro un salato pedaggio, il Lavaredo, posto dietro la Forcella Lavaredo che si vede a sinistra e il Pian di Cengia, il più alto del Parco Naturale Tre Cime


Una vota tanto anche Artax sembra interessato al paessaggio e non solo alla scatoletta di Montana

Prima di ritornare a valle diamo un'occhiata all'inizio della ferrata De Luca-Innerkofler il cui sentiero di avvicinamento inizia vicino al rifugio. Sullo sfondo sopra il Lacedelli  c'è il Sasso di Sesto con a destra la Torre di Toblin 2617 m.


Durante la prima guerra mondiale trovandosi la zona sulla linea del fronte anche il Paterno divenne teatro di aspri combattimenti. Fu costruita una lunga galleria per poter raggiungere in sicurezza le postazioni d'artiglieria e le trincee poste a quote più elevate. La ferrata De Luca-Innerkofler, una delle vie attrezzate del Paterno, ha appunto lunghi tratti in galleria (Galleria Paterna) dove è necessario munirsi di torcia o meglio di  frontalino


Ci inoltriamo per qualche decina di metri all'interno delle gallerie dove delle finestre offrono scorci sulle Tre Cime 


Le Tre Cime viste da una finestra scavata nella roccia


Nel ritorno ci soffermiamo ad osservare questo curioso monolite alto 15 m. chiamato la "Salciccia di Francoforte",  usato un tempo dalle guide alpine per testare le qualità alpinistiche dei clienti in vista di salite più impegnative


I due Laghi ai Piani visti da una fessura nella roccia


E' ora di scendere a valle. Lasciamo a malincuore queste montagne con l'idea di tornarci per fare magari la ferrata del Paterno o per vedere le Cime in versione invernale


Il sentiero di ritorno, circa 1000 metri di dislivello, è lo stesso dell'andata. Le guglie  sono illuminate dalla luce del tramonto che conferisce loro la caratteristica tonalità dolomitica  

I prati sono in piena fioritura


Bisogna contare 2h30 per il ritorno. Giunti quasi alla fine, per rinfrescare i piedi niente di meglio che un'immersione nelle fresche acque del rio Sassovecchio, nell'unico punto dove il sentiero gli si accosta


Ci fermiamo al rifugio Fondovalle per una birra e quindi proseguiamo fino al parcheggio lungo la sterrata. Cima Una è ancora illuminata dalla luce obliqua del tramonto mentre il fondovalle è ormai in ombra


Per chi avesse voglia di fare il giro dei rifugi (Locatelli, Lavaredo, Pian di Cengia, Comici), lungo ma molto appagante, dia un'occhiata a quest'altra escursione

Escursione effettuata il 12/7/21

Scarica la traccia gps daWikiloc


Commenti