Lunghezza: 11.2 Km
Dislivello: 859 m.
Tempo in movimento: 3h50
Altitudine max: 2632 m.
Difficoltà: facile
Tra i quattro gruppi dolomitici della val di Fassa il Catinaccio, Ciadenac in ladino o Rosengarten in tedesco è uno dei più conosciuti e frequentati. Questo anello, tra i più classici della zona, ne attraversa la parte sud-occidentale valicando due passi, Cigolade e Coronelle. Non presenta difficoltà tecniche (solo qualche breve e facile tratto attrezzato) e la fatica viene largamente ricompensata da un paesaggio sempre mutevole e straordinario. La partenza avviene dalla stazione di partenza della seggiovia che da Carezza 1630 m. sale al rifugio Paolina 2130 m. Da lì seguiamo il sentiero 539 che sale al belvedere panoramico dove si trova l'imponente aquila bronzea dedicata a Theodor Christomannos 2275 m. promotore della "Strada delle Dolomiti" e del turismo della zona. Continuiamo ora sul 549 che collega il rifugio Roda di Vael con il rifugio A.Fronza. Il sentiero, pianeggiante e molto panoramico, contorna il versante sud di Punta Majarè raggiungendo tra magri pascoli e grandi massi il rifugio Roda di Vael 2281 m. situato sulla sella del Ciampaz in una stupenda conca dolomitica. Proseguiamo ora sul 541 che collega il rifugio Roda di Vael al rifugio Vajolet. Il sentiero attraversa la conca sotto l'imponente parete est della Roda di Vael. Superiamo la verde valletta di Pael de Sora e ci dirigiamo alla base della parete dei Mugoni. Passando sotto un grosso masso entriamo in un catino ghiaioso che risaliamo con una serie erti tornanti fino al passo delle Zigolade 2553 m. Maestoso il panorama verso nord-est sul vallone del Vajolet e sulle cime del Catinaccio. Scendiamo ora sul ripido e franoso versante nord affrontando una corta scala; portandoci sulla sinistra in leggera salita arriviamo al bivio con il sentiero 550 che dalla conca del Gardeccia porta al passo delle Coronelle. Risaliamo dapprima con larghe curve il vallone ghiaioso e quindi affrontiamo con facili passaggi su roccette il ripido tratto finale fino a raggiungere Passo delle Coronelle a quota 2636 m. Un'artistica panca in legno ci invita a fare qui la nostra pausa pranzo. Scendiamo dal passo sotto le strapiombanti pareti di cima Coronelle su un sentiero attrezzato con diverse scalinate in legno e cavo. La stretta gola gradatamente si apre in prossimità del rifugio A.Fronza alle Coronelle 2339 m. dove arriviamo dopo aver superato un facile tratto attrezzato. Non ci resta che scendere al rifugio Paolina lungo i due facili e frequentati sentieri 549 (sentiero del Majarè) e successivamente 552. Il sentiero 549 è largo e quasi pianeggiante. Arrivati ad un bivio lo si abbandona per prendere il 552 che scende ora più decisamente sotto l'imponente parete rossa della Roda di Vael e le pareti della cresta del Majarè. Ritornati al rifugio Paolina si può riprendere la seggiovia come abbiamo fatto noi o scendere lungo il sentiero per Carezza

Il parcheggio della seggiovia, sullo sfondo il Latemar
La conca di Carezza e il Latemar
Il rifugio Paolina. Vicino c'è l'arrivo della seggiovia
Come tutte le rocce dolomitiche ma secondo me in un modo più accentuato, la parete rossa della Roda di Vael (Rotwand) al tramonto prende una calda tonalità che va dal rosa all'arancio e al viola. E' il fenomeno dell'Enrosadira dovuto ai minerali contenuti nella dolomite (carbonato di calcio e magnesio)
Dopo 15' di salita sul 539 raggiungiamo il belvedere panoramico affacciato sul Latemar e la val di Fiemme dove sorge l'aquila bronzea dedicata a Thodor Christomannos, promotore della costruzione della Strada delle Dolomiti e del loro sviluppo turistico
Proseguiamo con il sole negli occhi e nel cuore. Laggiù la val di Fiemme, sullo sfondo i Lagorai. Ora seguiamo il 549 diretto al rifugio Roda di Vael
Il Latemar, antico atollo
Il sentiero 549 contorna il versante arrotondato di Punta Majarè. A sinistra, sullo sfondo, il Sass Pordoi nel gruppo del Sella
Dopo il pascolo segue un tratto dove il sentiero si infila in una valletta e la risale tra grandi massi. Raggiungiamo il rifugio Roda di Vael e la Baita M.Pederiva visibile nella foto. Sullo sfondo a destra il Col de Ciampaz
Sulla Sella del Ciampaz accanto alla Baita Pederiva si trova il rifugio Roda di Vael 2281 m. E' gestito da una donna, Roberta Silva. Sullo sfondo a sinistra la Sforcella e a destra i Mugoni (cima sud e cima est)
Da sinistra il Majarè, Torre Finestra, la Roda di Vael (Rotwand) e cima Sforcella
Cima Sforcella 2808 m. a sinistra e i Mugoni (cima Sud e cima Est) al centro si assomigliano molto nella forma. Alla loro destra si scorge la valletta che porta al Passo delle Cigolade
Cima Sforcella
Ci troviamo nella verde valletta di Pael de Sora, dove partono il sentiero per il passo del Vajolon e la ferrata della Roda di Vael-Masarè
Il Passo delle Cigolade è messo a 40' ma noi "vecchie scarpe" dobbiamo sempre calcolare qualcosa in più
Pael de Sora mi ricorda la leggenda del giardino delle rose di Re Laurino
Dopo il tratto pianeggiante il 541 inizia a salire
Entriamo in un catino ghiaioso. Sulla sinistra il Passo delle Cigolade che raggiungeremo con una serie di tornanti
Il canalone finale visto dal passo delle Cigolade o Zigolade
Passo delle Cigolade 2553 m. permette di passare dalla conca di Vael alla valle del Vajolet
Dal passo si apre un grandioso panorama. La grande parete gialla sulla sinistra è quella di cima Catinaccio 2981 m.. Dietro si intravedono le Torri del Vajolet e al centro si scorge il sentiero che sale al Passo del Principe
Alla destra di Passo del Principe si vedono cima Antermoia, cima Scalieret, il Molignon di Dentro e i dirupi del Larsec. Sotto i nostri piedi si stende la verde conca di Gardeccia
Lontano verso est la Marmolada con il Gran Vernel, in basso la val di Fassa
Il sentiero che scende da passo delle Cigolade ha qualche passaggio scosceso
Un salto di roccia è superato con questa corta scala
Dopo la discesa il 541 resta in quota e si porta sulla sinistra con un tratto in saliscendi
Giunti a questo incrocio abbandoniamo il 541 diretto al rifugio Vajolet e iniziamo di nuovo a salire a sinistra sul 550 per il passo delle Coronelle
L'inizio del 550 e sullo sfondo il tracciato del 541 che scende dal passo delle Cigolade
Zoom sulla Marmolada e sulla catena di Costabella dove spicca cima Uomo. Sotto ci sono la verde val Giumela e a destra la val S. Nicolò
Ora la fatica comincia a farsi sentire. In alto il Passo delle Coronelle. Bisogna risalire quel ripido ghiaione
Superato il ghiaione ci aspettano alcuni divertenti passaggi su roccette
Il passo ormai non è lontano. Qualcuno di noi è già lassù e ci ha preparato un sontuoso banchetto
Anche Passo delle Coronelle è raggiunto
Iniziamo la discesa dal passo tra imponenti pareti
Passato l'angusto intaglio di Passo Coronelle il vallone gradualmente si allarga
Gradinate in legno e tratti attrezzati con cavi permettono di superare agevolmente i salti di roccia
Grandi massi e sfasciumi ci accompagnano fino all'uscita del vallone
Raggiunta la zona vegetativa il sentiero si sposta sulla destra. Sullo sfondo il Latemar con il Corno Bianco e il Corno nero sulla destra
Superiamo l'incrocio con il sentiero 542s diretto al passo Santner
Il rifugio A. Fronza è ormai sotto i nostri piedi. Sullo sfondo il vasto plateau boschivo che scende gradatamente verso la val d'Ega
Alcuni passaggi su roccette vengono superati con l'aiuto di un cavo d'acciaio
Cima Catinaccio vista da sotto
Posto in splendida posizione ai piedi del Catinaccio, il rifugio Aleardo Fronza alle Coronelle 2237 m. è stato costruito nel 1899 dal Döav, il club alpino austro-tedesco. Dal 1945 è gestito dalla famiglia del fassano Pierpaolo Trottner. Ora si parla di rifarlo ex-novo ma molti dubbi sono stati avanzati sul progetto
Aleardo Fronza era un capitano degli Alpini caduto sullo Zugna durante la Grande guerra. Kölner Hütte è il nome austriaco del rifugio
Dopo un caffè ci incamminiamo sul frequentato 549 "Sentiero del Majarè" diretto al rifugio Roda di Vael
Ad un bivio lasciamo il 549 per seguire il 552 diretto al passo di Costalunga passando per il rifugio Paolina. Ci fermiamo per una foto ricordo sotto l'impressionante parete rossa (Rotwand) della Roda di Vael
Tutta la zona è molto interessante dal punto di vista geologico. Catinaccio e Sciliar circa 240 milioni di anni fa erano una grande scogliera marina poi emersa a causa dei movimenti tettonici continentali
La possibilità di osservare affioramenti stratigrafici come questo ha fatto sì che il gruppo del Catinaccio diventasse oggetto di studio da parte dei geologi fin dal 1800
Il Dolomites World Heritage Geotrail è un lungo percorso che attraversa tutti i 9 sistemi dolomitici individuati dall'Unesco come patrimonio dell'umanità e che mira a valorizzarne gli aspetti naturalistici e geologici. E' diviso in 4 sezioni e il sentiero che stiamo percorrendo fa parte della terza tappa della seconda sezione (dal Bletterbach alle Dolomiti di Sesto). I Geostop sono dei punti sul percorso di particolare interesse illustrati dalla guida e dalle tabelle. Ce n'è uno proprio vicino al rifugio Fronza
Siamo ritornati al rifugio Paolina chiudendo così questo bellissimo anello dolomitico. Non ci resta che prendere la seggiovia per tornare a Carezza e dire arrivederci a queste meravigliose montagne.
Scarica la traccia gps da Wikiloc
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