Lunghezza: 10,8 km
Dislivello: 870 m.
Tempo in movimento: 4h30 h
Altitudine max: 2347 m.
Difficoltà: facile
Il monte Fravort fa parte dei Lagorai occidentali e assieme al Gronlait rappresenta l'inizio della Translagorai, il lungo trekking che attraversa in quota l'intera catena. D'inverno è una classica meta per sci-alpinisti e ciaspolatori che vedono ricompensata la loro fatica con un panorama mozzafiato. Il monte Panarotta è il suo dirimpettaio e anch'esso è meritevole di una visita per i suoi panorami sulla Valsugana sebbene la sua cima, come quella della Paganella e del Penegal, sia stata deturpata dai ripetitori radio-tv. L'escursione raggiunge il Fravort nell'andata e la Panarotta nel ritorno compiendo un panoramico e remunerativo anello.
Parto dal parcheggio della stazione sciistica della Panarotta 1780 m. e attraverso con prudenza la pista (attenzione al ghiaccio) portandomi vicino al noleggio sci quindi seguo in leggera salita l'ex-strada militare (sentiero 325) che taglia il versante nord della Panarotta. Alla fine di un tratto in leggera discesa arrivo in località La Bassa 1833 m, un'ampia sella e snodo di sentieri tra il Fravort e la Panarotta. Inizia qui sulla sinistra la traccia che rimonta il versante boscoso del Fravort Sud con pendenze abbastanza sostenute in un rado bosco. Raggiunta la sommità (località Fontanella) attraverso un ampio e ondulato pianoro che mi lascia il tempo di riprendere fiato prima di affrontare la seconda rampa questa volta in campo aperto. Essendo una montagna abbastanza frequentata trovare la traccia non è un problema, in ogni caso basta salire stando in prossimità del crinale senza avvicinarsi troppo alle cornici. Poco sotto la cima c'è una piccola selletta che precede l'ultimo strappo.
Durante la salita il panorama si allarga progressivamente ma solo dalla cima si possono ammirare i Lagorai in tutto il loro splendore invernale con il Gronlait e l'Hoabonti in primo piano. L'orizzonte da qui è veramente vasto e si capisce perché durante la prima guerra mondiale il Fravort fosse fortemente presidiato dalle truppe austriache. Un bivacco nuovo di zecca assicura protezione in caso di maltempo. Scendo lungo la traccia dell'andata. Oggi non servono le ciaspole, bastano i ramponcini vista la scarsità di neve. Arrivo di nuovo alla Bassa e risalgo il facile versante est della Panarotta su traccia battuta raggiungendone in breve tempo la cima a 2001 m. dove accanto ai ripetitori radiotelevisivi si notano trincee e postazioni militari austriache. Per la discesa seguo il sentiero 308 che a tratti corre sul crinale della montagna e poi nel bosco fino a cima Storta 1871 m. dove arrivano le stazioni di arrivo degli impianti sciistici. Da lì seguendo il tracciato della pista arrivo in pochi minuti al parcheggio
Il Fravort dalla ex strada militare, sentiero 325, che porta a La Bassa. Il sentiero collega la Panarotta con la valle dei Mocheni
Si passa sotto cima Panarotta su sentiero in leggera salita
Il Brenta nella luce del mattino
I segnavia in località La Bassa sono numerosi. Il sentiero per il Fravort non è numerato. Leggo tempo 1h30 ma io impiegherò 1h50 per arrivare sulla cima
La Panarotta vista da La Bassa
La dorsale della Panarotta
Raggiunta la sommità del Fravort Sud chiamata anche La Fontanella 2037 m. mi aspetta la traversata di questo pianoro ondulato che precede il ripido costone erboso del Fravort. Da qui passa anche il sentiero europeo E5 (ottava tappa del tratto italiano: Palù del Fersina-Vetriolo Terme)
Inizio la salita che ha pendenza pressoché costante e si svolge in prossimità del crinale
Più in alto la traccia sinuosa segue le curve e gli avvallamenti del terreno. Per la mancanza di neve in molti punti affiora il sentiero
Dopo uno stacco finale raggiungo la cima dove mi aspetta questo nuovissimo accogliente bivacco che sostituisce il vecchio ormai ridotto in pessime condizioni dalle intemperie
Il bivacco tutto in legno dispone di 6 posti letto di un tavolo e di panche. Per questioni di sicurezza non c'è una stufa
Il tetto manca ancora della copertura finale
I solitari e selvaggi Lagorai in inverno sembrano più imponenti. In primo piano il Gronlait 2383 m. a sinistra e l'Hoabonti 2334 m. a destra, separati dalla val Portella
Ad ovest il monte Oscivart 2234 m.
La Valsugana con Borgo Valsugana al centro
Artax in attesa del suo panino d'ordinanza
Il gruppo delle prealpi vicentine che separa l'altipiano dei sette Comuni dalla Valsugana comprende cime che furono teatri di guerra come Cima Portule (la prima da destra), monte Trentin e cima XII, la più alta del gruppo
Dopo essere tornato in località La Bassa sul percorso dell'andata risalgo il versante est della Panarotta fino alla sua cima seguendo una traccia ben assestata. Sull'ampia dorsale percorsa dal sentiero 308 proveniente da Vetriolo ci sono le trincee e le postazioni dei cannoni che tiravano sulla Valsugana fino a Borgo
Cima Panarotta rappresentava un caposaldo importante della linea di difesa austriaca. Da qui la potente artiglieria imperiale riusciva, oltrepassando la valle, a colpire le postazioni italiane sull'altopiano e in val Sella. Anche molti paesi del fondovalle occupati dall'esercito italiano furono rasi al suolo. Nella primavera del 1916 una compagnia italiana composta da 200 volontari cercò con vari attacchi di conquistarla senza successo e 146 soldati persero la vita inutilmente
La cima ospita dei ripetitori radio-tv, nuovi totem della nostra epoca
Il Fravort visto dalla Panarotta
Dalla cima scendo seguendo la traccia del sentiero 308 che passa vicino a trincee e manufatti bellici situati sul crinale
La pista da sci della Panarotta oggi è deserta e l'impianto di risalita è fermo
Il sentiero 308 segue in parte la pista da sci
Il Brenta nella luce pomeridiana
Scarica la traccia gps da Wikiloc
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