Lunghezza: 10 Km
Tempo in movimento: 3h15Altitudine max: 2083 m.
Difficoltà: facile
Dislivello: 528 m.
Molto frequentata in estate, la valle ritrova in autunno la sua selvaggia e solitaria bellezza.
Quando ci andiamo noi (19 novembre 2021) la neve è già caduta una volta nella parte alta della valle ma la strada fino a Casera di Fuori è aperta. In questo periodo tutti i masi della valle sono ormai chiusi eccetto il primo.
Partiamo dal parcheggio di Casera di Fuori o Vorderkaser a 1693 m., un maso molto antico di origini medioevali. Dopo aver preso un caffè nell'annessa locanda Jaegerrast una Jausenstation tipicamente tirolese risaliamo la valle che nel primo tratto si presenta molto stretta e segnata dalle frequenti slavine. Dopo un'ora di cammino l'orizzonte si apre in vista della seconda malga, Casera di Mezzo o Mitterkaser 1958 m. Continuiamo sulla forestale ora innevata con un panorama via via più largo sulla testata della valle raggiungendo poco dopo malga Rableid a 2009 m. posta su un versante soleggiato. Avanzando nella neve diventata più alta e in assenza di traccia entriamo infine nel vasto pascolo di Maso Gelato o Eishof a 2072 m., la nostra meta.
Da qui è magnifica la vista sull'anfiteatro delle cime che chiudono la valle con Cima Bianca Grande 3281 m e cima Fimmante 2228 m. in primo piano. Purtroppo il maso si trova in un cono d'ombra e il freddo non invita a restare, cosi dopo un rapido rifornimento calorico ritorniamo a valle sulla traccia dell'andata sotto gli occhi curiosi di alcuni camosci. Tornati a Casera di Fuori incontriamo il gentile proprietario del maso sig. Kofler che ci dà delle interessanti informazioni sulla valle e su come la sua famiglia riesca a vivere qui tutto l'anno. Prima di intraprendere l'escursione, essendo la zona ad alto rischio valanghe anche con poca neve, è meglio chiedere a lui se ci sono le necessarie condizioni di sicurezza. Non avevamo portato con noi le ciaspole e nell'ultimo tratto ne abbiamo sentito la mancanza ma in compenso i ramponcini hanno fatto il loro dovere nella discesa a valle.
Partendo con l'auto dalla superstrada MeBo a Lagundo - Foresta si arriva fino all'uscita del tunnel della circonvallazione di Naturno sulla strada della Val Venosta e quindi si svolta a destra verso la Val Senales (a ca. 13 km da Foresta). Si prosegue per altri 9 km e poco prima di Certosa, si svolta a destra sulla strada per la Val di Fosse.
La strada stretta e ripida termina dopo 5 km, con pendenze del 20% e del 16%, presso il maso Casera di Fuori (1693 m), dove si trova un ampio parcheggio a pagamento. In estate è attivo un servizio navetta da Certosa
Malga Casera di Fuori o Vorderkaser, 1693 m. è un'antica malga di cui si ha già notizia in un documento del 1410. Nel 1827 fu distrutta in parte da una valanga che travolse 9 dei suoi abitanti uccidendone 2. Oggi vive soprattutto di turismo grazie all'annessa locanda alpina o Jausenstation Jaegerrast
La nostra escursione segue il sentiero 24 nel tratto forse più bello dell'Alta Via di Merano
Anche qui il recente arrivo dei lupi ha allarmato la gente che vive anche di allevamento
Un tempo i masi dell'Alto Adige vivevano in quasi completa autarchia e seguivano le regole del maso chiuso. Durante l'inverno restavano isolati dal fondovalle per lunghi mesi. Questo è l'unico dei masi della Pfosssental ad essere abitato tutto l'anno
Il sentiero 24 non fa che seguire la strada forestale che collega le malghe al fondovalle. La prima parte del percorso si svolge tra ripidissimi versanti segnati dalla caduta delle slavine che in inverno rendono la valle inaccessibile
Lungo tutta l'escursione si possono leggere svariati cartelli che illustrano gli aspetti naturalistici e antropici della valle (percorso naturalistico (Vivere le malghe)
La Pfossental, la più lunga (15 km) e stretta valle laterale della val Senales è attraversata dal Rio Fosse o Pfossentalbach
Vivere ai piedi di queste incombenti montagne incute timore se si pensa al pericolo delle valanghe
All'inizio della forra incontriamo due cacciatori intenti a far colazione dopo una partita di caccia conclusasi con l'uccisione di un camoscio. Nel parco la val di Fosse è quella più ricca di fauna selvatica (stambecchi, cervi, camosci, caprioli, galli cedroni, fagiani, marmotte, aquile reali ecc.) e non è difficile scorgere gli ungulati sui ripidi versanti della valle
Il larice, pianta la cui penetrazione è stata favorita dall'uomo ha colonizzato in parte la valle limitando i fenomeni erosivi e i distacchi delle slavine. Nei punti più esposti alle valanghe sono stati piantati anche pini cembri
Dopo circa un'ora usciamo dalla forra sui pascoli delle tre malghe che occupano la parte mediana della valle. Nella foto la Casera di Mezzo è a sinistra, Malga Gampl al centro e fuori dall'ombra in alto si scorge maso Rableid
Casera di Mezzo Mitterkaser Alm 1954 m. Come malga Rableid fu ceduta nel 1308 dalla Diocesi di "Feising" all'Abbazia di "Stams". Il termine "Casera" indica luogo dove si produce e si conserva il formaggio. Oggi è un punto di ristoro dove si può anche pernottare
I masi alti della val di Fosse erano abitati fin dal 1300. Erano indipendenti e basati su un'economia autartica. Avevano pascoli e campi terrazzati sostenuti da muretti a secco. I terreni venivano irrigati per mezzo di una rete di canali chiamati "waale" tuttora presenti in val Senales. Durante l'inverno restavano completamente isolati
La Pfossental rappresentava una importante via di comunicazione tra la Val Senales e la Val Passiria
Questa vecchia zangola si rende ancora utile per illustrare ai turisti le varie fasi della produzione del burro e del formaggio
Quasi tutte le montagne che circondano la valle raggiugono quote sopra i 3000 m. Dietro quelle cime c'è il ghiacciaio del Similaun, dove nel 1991 fu scoperta la mummia di Ötzi risalente all'età del rame (circa 3300 - 3100 anni a.C), a due passi dal confine con l'Austria. Attualmente si trova presso il Museo Archeologico di Bolzano
Rimorchio di trattore mimetizzato con la corteccia dei larici, bruttino sì ma meno impattante per il paesaggio di un cassone di plastica bianca
In posizione più bassa vicino al torrente maso Gampl o Gampl Hof ha un muro che protegge la casa e il fienile dalle valanghe. Fino al 1910 era abitato tutto l'anno e gestito come "Albergo alpino Gampl"
Poco sopra si trova Maso Rableid o Rableid Alm a 2009 m.
Maso Rableid è anche una locanda alpina ed è aperto da maggio a inizio novembre. Si possono gustare le sue specialità casearie e dormire nelle sue tipiche camere tirolesi a prezzi molto modici (pernotto con colazione 25€)
La sua esistenza è documentata dal 1290. Dal 1876 è utilizzato solo per l'alpeggio estivo. Nel 1986 la malga fu distrutta da una slavina e successivamente ricostruita
Annessa alla malga c'è una cappella privata dedicata a S.Uberto patrono dei cacciatori e della natura. Nel corso del XVII secolo la peste infuriò in val di Fosse
Rableid Alm in estate (foto presa dal sito della malga)
Il maso possiede un grande terrazzo pavimentato con tavole di larice
Continuiamo a salire sulla strada ormai scomparsa sotto uno strato di neve alto una quarantina di cm. Dobbiamo farci la traccia e rimpiangiamo le ciaspole ma la prossima malga è ormai vicina. Sullo sfondo, nell'anfiteatro delle cime che chiudono la valle, si staccano le moli imponenti di Cima Grande Bianca e di Cima Fiammante
Ecco il grande pascolo di Maso Gelato o Eishof che da qui ancora non si vede perché nascosto dal quel dosso a sinistra
Cima Grande Bianca, Hohe Weiße 3278 m. a sinistra e la Kleine Weisse o Cima Bianca Piccola m 3.059 a destra.
La cima è una delle montagne più alte del gruppo di Tessa e si erge imponente di fronte all'Altissima, l'Hohe Wilde 3480 m.
Le sue pareti sono di mamo e hanno una colorazione diversa dalle altre montagne della valle
Maso Gelato si trova a 2076 m. ed è il più grande e frequentato dei masi della valle. E' anch'esso citato in un documento del 1290. Fino al 1897 fu l'insediamento permanente più alto delle Alpi orientali. Cima di Quaira 3464 m. sovrasta il maso a sinistra
Accanto al maso una lapide ricorda la morte di un ragazzino di Mitterkaser sepolto da una valanga nella primavera del 1877
Nel marzo 1973 la malga bruciò. L'attuale edificio è stato ricostruito dopo il 1981. Offre ristoro e possibilità di pernottamento. Il sentiero da qui prosegue verso il passo Passo Gelato Eisjoch 2895 m. e il rifugio Petrarca
Il maso in estate (foto dal sito della malga)

La bassa temperatura e la mancanza di sole non invitano a restare. Così dopo aver mangiato qualcosa scendiamo a valle in cerca del sole
La bassa temperatura e la mancanza di sole non invitano a restare. Così dopo aver mangiato qualcosa scendiamo a valle in cerca del sole
Ritorniamo a Maso Rableid, il più fortunato dei masi in quanto a sole, almeno in inverno. L'attività agricola dei masi si concentra nella produzione del latte: l'erba è impiegata come foraggio per i bovini. Il latte viene trasportato a valle ogni giorno e lavorato nelle latterie sociali di Merano e Bolzano
Lasciata anche Casera di Mezzo si ritorna nell'ombra




Entrati nella forra scorgiamo sul versante opposto una coppia di camosci scesi al torrente per bere
Uno dei colatoi lungo i quali si scarica la neve in inverno
Siamo ormai a pochi passi dalla Casera di Mezzo dove avremo occasione di parlare con Richard il proprietario. La sua famiglia vive qui da molte generazioni e lui conosce la valle come nessun altro. Qui la natura si è rivelata a volte pericolosa. Il primo febbraio 1986 in una sola notte cadde oltre un metro di neve che al mattino scese raggiungendo le case. L'anno dopo il rio Fosse si portò via una parte dei prati e la strada di accesso rimase chiusa per 10 giorni. Ci dice che quando nevica possono restare isolati per dei giorni, cosa a cui sono abituati e che a loro credo non dispiaccia. Per trovare una moglie invece bisogna obbligatoriamente scendere a valle
Quando saliamo in auto comincia a far notte ma il maso è ancora in piena attività. Oggi il lavoro della fattoria è ampiamente meccanizzato
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