Lago Lagostiel nel parco dello Stelvio



Lunghezza: 13,8 Km
Dislivello: 907m.
Tempo in movimento: 4h20
Altitudine max: 2461 m.
Difficoltà: facile

Il Lagostiel è un laghetto situato in val di Pejo nel Parco Nazionale dello Stelvio. Si trova a 2460 m. in una conca situata sotto Punta S.Matteo (3678 m.) e sopra il lago artificiale di Pian Palù (1785 m.). La salita al lago non pone problemi e l'anello può dirsi interessante sia dal punto di vista paesaggistico (si svolge in un anfiteatro maestoso con cime che superano i 3000 m.) che naturalistico (non è raro imbattersi in marmotte, cervi, camosci o avvistare l'aquila come è successo a noi). 
Parcheggiamo al rifugio Fontanino di Celentino 1675 m. provenienti da Pejo Fonti. Un cartello ci informa che il rifugio é chiuso per mancanza di personale, oggi succede anche questo. Imbocchiamo la strada forestale (sentiero 110b, sentiero delle Carbonaie) che risale il costone della montagna e dopo un tornante raggiunge la diga del lago Pian Palù (pannelli flora e fauna). Continuiamo ora sul 124b in direzione di malga Giumella 1950 m. che raggiungiamo all'altezza del quarto tornante. Dalla malga si continua sul sentiero 124 proveniente da malga Termenago e diretto a malga Paludei. Il tracciato fa parte del Sentiero Italia e presenta un tratto in saliscendi con bella vista sul verde lago di Pian Palù. Lo seguiamo fino a località Saline da dove parte il 141 diretto a Lagostiel  che si inoltra in salita in un bel bosco di abeti e larici (bacheca didattica). Superata diagonalmente la parte inferiore della val Ganosa con tratti abbastanza ripidi e usciti dal bosco ci attende una spettacolare vista sulla valle e le montagne che la circondano. Una maestosa aquila reale volteggia sopra di noi. In effetti tutta la zona è ricca di fauna selvatica e il sentiero fa parte del "Percorso della fauna" del Parco Naturale dello Stelvio. Fuori dal bosco il sentiero si fa meno ripido. Quando scorgiamo in basso il tetto di malga Paludei stiamo aggirando un costone dopo il quale il paesaggio gradualmente cambia e si presenta una verdeggiante conca pensile sospesa sulla vicina Val Piana. Superiamo in saliscendi ruscelli  e dossi e  costeggiamo un lago effimero già prosciugato dalla siccità di questa torrida estate. Poco più avanti si trova la nostra meta, il grazioso laghetto di Lagostiel, accerchiato da una zona torbosa. Una panchina fatta di listelli di legno tipo sdraio da spiaggia ci invita ad allungarci e a godere del severo e maestoso anfiteatro alpino che ci circonda. Sopra di noi incombono i valloni innevati che scendono da Punta San Matteo 3679 m., dal Monte Giumella 3549 m. e dalla cresta di Villacorna mentre di fronte si stende la lunga e ripida dorsale di Ercavallo (3068) che trova il suo culmine nel Corno dei Tre Signori (3360 m). Il posto è un'oasi di quiete. 
Il ritorno avviene ancora lungo il 141 che scende per magri pascoli fino a raggiungere l'impluvio della verde Val Piana dove si sentono fischiare le marmotte e fioriscono grandi macchie di rododendri. Scendiamo sul sentiero che costeggia il rio di Val Piana tralasciando il bivio con il 141a e iniziando un lungo traverso a sinistra  che ci  porta a malga Paludei 2106 m. dopo aver costeggiato un delizioso laghetto. La malga è situata su un bel poggio panoramico con un bivacco sempre aperto. Scendiamo ora lungo il sentiero 110b (Sentiero delle Carbonaie) diretto a malga Giumella passando per delle belle radure e larici secolari fino ad rasentare il Noce Nero, il ramo del fiume Noce che nasce dalle nevi del Corno dei Tre Signori.  Giunti al ponte del Palù (il termine Palù sta per palude) abbandoniamo anche questo sentiero, lo attraversiamo imbocchiamo il 110 che segue il profilo meridionale del lago artificiale. Arriviamo presto alla piccola e deliziosa malga di Pian Palù e seguendo la stradina di servizio del bacino sfioriamo malga Cellentino posta nei pressi della diga dove però troviamo sbarrato il passaggio lungo il suo bordo. Continuiamo allora sul 110 scendendo sul sentiero ben tracciato nell'ombrosa e umida valletta sottostante la diga arrivando poco dopo ad un ponticello che ci riporta al rifugio Fontanino di Celentino e al parcheggio
13/6/2022



Come arrivare: giunti in val di Pejo, laterale della val di Sole, si continua arrivando prima a Cogolo e poi a Pejo Fonti. Da lì si seguono le indicazioni per la forestale che porta al lago di Pian Palù / rifugio Fontanino (5 km) dove si trova un parcheggio a pagamento


Il rifugio Fontanino di Celentino quando siamo arrivati noi era chiuso per mancanza di personale! I fontanini di Celentino e di Pejo  sono le due sorgenti da cui sgorga l'acqua ferruginosa conosciuta fin dal XV °secolo per le sue proprietà benefiche 


Sul 110b. Ci troviamo in Val del Monte,  una delle due principali ramificazioni della Val di Peio, l'altra è la Val de la Mare


Sulla parete rocciosa sovrastante la strada si eseguono dei lavori di disgaggio. Questa valle vide aspri combattimenti durante la grande guerra che interessarono soprattutto la linea di cresta tra il passo dela Sforzellina e il Monte Mantello


La diga di Pian Palù 1800 m. è stata costruita negli anni '50 sul corso del Noce Nero, uno dei due rami del fiume Noce. Il bacino è lungo 1,8 Km, largo 0,5 Km e profondo 50 m.



Il punto di inizio del 110b, sentiero delle Carbonaie, diretto a malga Paludei. Ne percorreremo un tratto nel ritorno (da malga Paludei a ponte Palù). In varie epoche per produrre il carbone vennero effettuati dei tagli nei boschi, il più recente data della metà del 1800. Serviva per far funzionare le fucine che lavoravano il ferro estratto dalle miniere vicine


La mappa dei sentieri
 

Malga Giumella 1947 m.


A malga Giumella prendiamo il 124


Il lago Pian del Palù e la Valle del Monte da malga Giumella


Siamo ora sul 124 diretto a malga Paludei che segue in saliscendi il perimetro del bacino regalando grandi scorci panoramici. Giunti in località Saline lo abbandoniamo per imboccare il sentiero141 che subito sale ripido nel bosco. La segnaletica sull'anello è abbondante e dettagliata implementata lungo i sentieri da diversi pannelli sulla flora, fauna e le caratteristiche morfologiche della zona

Un'aquila reale volteggia per un po' sopra le nostre teste poi scompare lentamente dietro la montagna. Chissà, forse stava puntando ad Artax! Nel parco vivono 5 coppie nidificanti, di cui una tra le più longeve delle Alpi. Altre 7 coppie occupano le aree circostanti il parco. Come scritto nella presentazione, il sentiero che seguiamo fa parte del Percorso della Fauna così chiamato perché la zona protetta è ricca di selvaggina che si può avvistare in specie all'alba o al tramonto (caprioli, camosci, cervi, marmotte, ermellini e una grande varietà di uccelli)



Verso quota 2000 m. cominciamo ad uscire dal bosco e attraversiamo il versante inferiore della val Ganosa. Il sentiero si fa meno ripido e più aereo



Abbiamo superato 400 m. di dislivello dalla partenza del sentiero 141 quando arriviamo ad un punto panoramico sulla valle dove il sentiero supera una dorsale e si immette gradualmente nella Val Piana


Segue  un tratto in saliscendi. Sullo sfondo al centro la val Montozzo con il Corno dei Tre Signori (3360 m)

Da questo punto si vedono malga Paludei e il suo laghetto








Ora davanti a noi si apre la severa Val Piana. A sinistra le creste di Cima Villacorna (3347 m.) al centro il Monte Mantello (3484 m.)


Verso ovest è visibile l'inizio della val Montozzo che porta al passo della Sforzellina e al rifugio Buozzi, posti ai piedi del Corno dei Tre Signori, la montagna dalle cui nevi ha origine al Noce Nero, visibile in primo piano. L'altro ramo del fiume, chiamato Noce Bianco, nasce dal ghiacciaio del Cevedale. Dall'altra parte del passo ci sono l'alta Val Camonica e la Lombardia


Sento fischiare le marmotte ma mica le vedo

 Entriamo in una verde conca pianeggiante solcata da numerosi rigagnoli


La conca è sospesa sulla Val Piana. Passiamo vicino a un laghetto effimero ormai quasi prosciugato


Poco più in là scorgiamo la nostra meta, il laghetto di Lagostiel 2455 m. che si rivela essere un modesto laghetto alpino (Lagostiel vuol dire laghetto in dialetto solandro) facente parte di una zona paludosa



Per la nostra pausa pranzo ci attende una sinuosa sedia a sdraio a due posti fatta di listelli di legno sbiancati dal sole in tutto simile a quelle che si vedono nelle piscine dei grandi alberghi



Una coppia arrivata dopo di noi si è dovuta accontentare di un rialzo roccioso e comunque sembra incantata come noi del posto. Il paesaggio non si può definire di straordinaria bellezza ma è sicuramente per me molto affascinante. Sono catturato dall'aspetto severo delle cime sovrastanti e dalle loro dimensioni, quasi tutte con altezze superiori ai 3000 m., dal colore scuro delle loro rocce e dalle ombre profonde anche in pieno mezzogiorno, dalla vastità delle valli circostanti e dal silenzio che qui dimora, interrotto solo dall'incostante rumore del rio di Val Piana portato fin quassù dal vento. Un'oasi di pace



La Val Montozzo è una tipica valle glaciale pensile. A sinistra Punta di Ercavallo (3068 m.)


La Val Piana con cima Villacorna a sinistra, il monte Mantello e la Punta San Matteo a destra, montagne che fanno parte del gruppo Ortles-Cevedale



Per il ritorno si continua sul 141 che scende per magri pascoli arrivando sul fondo della Val Piana


Il grande anfiteatro di vette dal fondo della Val Piana





Ricovero per i pastori


Al bivio con il 141a noi continuiamo sul 141, direzione malga Paludei


Dopo un lungo traverso in discesa raggiungiamo un poggio erboso molto panoramico con un delizioso laghetto. Maurizio sembra caderci dentro ma è solo un effetto ottico 






Sotto il laghetto c'è malga Paludei 2106 m.


Un bivacco sempre aperto è stato ricavato nella casera dell'ex malga a cura del Parco Nazionale dello Stelvio


Il tetto in scandole

 
Dalla malga scendiamo lungo il 110 b direzione Pont del Palù. Nel rado bosco sopravvivono larici vecchi di 500 anni!



Il sentiero giunge nei pressi del Noce Nero e ne segue per un tratto il corso


Arrivati al Pont del Palù lasciamo il 110b, il Sentiero delle Carbonaie diretto a malga Giumella, attraversiamo il ponticello e ci innestiamo sul sentiero 110


Il Noce Nero visto dal Ponte del Palù


Raggiungiamo  la piccola ma deliziosa malga Palù, recentemente ristrutturata dopo essere stata investita da una slavina


Proseguiamo nel bosco a poca distanza dalla riva meridionale del bacino artificiale


Le acque del Noce Nero sono parzialmente intubate fino a Cogolo dove si uniscono a quelle del Noce Bianco proveniente dal Cevedale e più avanti a quelle del rio Careser provenienti dal bacino artificiale omonimo. A quel punto nasce il fiume Noce


Il colore dominante del lago è il verde smeraldo ma che può virare all'azzurro secondo le condizioni di luce


Giunti a malga Cellentino poca è la strada che ci resta per il ritorno. Trovato il passaggio sulla diga sbarrato non ci resta che scendere sul 110  nella valletta sottostante la diga fino a raggiungere il ponticello sul torrente che ci porta al rifugio Fontanino e quindi al parcheggio.

Scarica la traccia gps da Wikiloc


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