
Lunghezza: 7,7 Km
Dislivello: 574 m.
Tempo in movimento: 2h35
Altitudine max: 2333 m.
Difficoltà: facile
Questo anello è uno dei più frequentati nel gruppo delle Pale di S.Martino e più conosciuti in assoluto nelle Dolomiti. Nasce nel 2009 quando sulla cresta sommitale del Castellaz, una piccola elevazione posta di fronte al versante nord delle Pale vengono installati una statua di marmo raffigurante un Cristo Pensante e una grande croce in acciaio corten . La bellezza della statua, l'accessibilità del percorso e lo straordinario contesto dolomitico in cui si cammina decretano il successo immediato del trek che vede ogni estate un numero crescente di visitatori.
In inverno bisogna fare attenzione alle condizioni di innevamento perché entrambi i versanti dove passa il sentiero presentano tratti ripidi soggetti quindi a slavine. Quando ci siamo andati noi (12/3/2023) la neve era ben assestata e sicura.
Abbiamo preferito compiere la salita sul versante sud-ovest perché in gran parte ormai libero dalla neve e scendere lungo il versante nord rivolto sulla val Venegia, ancora innevato ma con neve assestata. Abbiamo trovato la traccia ben battuta anche se nella traversata della Costazza in alcuni avvallamenti si sprofondava un po'. Le Ciaspole non erano necessarie ma i ramponcini invece sono stati molto utili. Pochissime le persone incontrate. Nonostante la zona sia da noi molto conosciuta camminare ai piedi delle Pale suscita sempre una grande gioia ed emozione. La statua mostra un Cristo seduto in atteggiamento meditativo con lo sguardo rivolto verso la valle. La frase di Madre Teresa di Calcutta posta alla sua base invita a un momento di riflessione: “Trova il tempo di pensare, trova il tempo di pregare, trova il tempo di sorridere”

Come arrivare: arrivati a Predazzo in val di Fiemme si seguono le indicazioni per passo Rolle. Al primo tornante nella discesa verso S.Martino di Castrozza c'è un grande parcheggio gratuito



Partiamo dal parcheggio situato all'altezza del primo tornante scendendo dal passo verso S.Martino di Castrozza a 1960 m.. In primo piano il Cimon della Pala e cima Vezzana, poi cima Rosetta, cima di Ball e Sass Maor...

L'inizio del percorso


Seguiamo una pista pedonale battuta delimitata da paletti gialli e neri e diretta a Capanna Cervino e Baita Segantini. In due punti si attraversa la pista da sci (dare la precedenza agli sciatori)

Dopo alcuni tornanti siamo in vista di Capanna Cervino. La vista del versante nord delle Pale con il Cimon, la Vezzana e cima Bureloni ci entusiasma sempre e spesso ci fermiamo per ammirare il loro superbo profilo


Il Cimon della Pala ricorda il profilo del Cervino e Capanna Cervino è il nome di questo rifugio privato a 2084 m.

Superata Capanna Cervino dopo il secondo tornante abbandoniamo la pista battuta per seguire una traccia diretta al Castellaz che va a rimontare un dosso portandosi sotto i ghiaioni. Sullo sfondo sulla sinistra la Cavallazza, a destra la catena dei Lagorai con il Colbricon Grande e Piccolo

Il sentiero diretto alla cima è per la maggior parte ormai libero dalla neve e quella che rimane è ben assestata per cui non c'è pericolo di distacchi


Superato il versante sud si arriva a una selletta utile per riprendere fiato per l'ultimo strappo. La statua è lassù

Arriviamo senza troppa fatica al cospetto della statua. La figura meditativa e solitaria del Cristo Pensante colpisce per l'originalità della sua postura e per la felice collocazione. Alla base c'è la frase di Teresa di Calcutta citata all'inizio. Il suo sguardo assorto è rivolto verso la val di Travignolo, i Lagorai e il vastissimo orizzonte ad occidente

Dislivello: 574 m.
Tempo in movimento: 2h35
Altitudine max: 2333 m.
Difficoltà: facile
Questo anello è uno dei più frequentati nel gruppo delle Pale di S.Martino e più conosciuti in assoluto nelle Dolomiti. Nasce nel 2009 quando sulla cresta sommitale del Castellaz, una piccola elevazione posta di fronte al versante nord delle Pale vengono installati una statua di marmo raffigurante un Cristo Pensante e una grande croce in acciaio corten . La bellezza della statua, l'accessibilità del percorso e lo straordinario contesto dolomitico in cui si cammina decretano il successo immediato del trek che vede ogni estate un numero crescente di visitatori.
In inverno bisogna fare attenzione alle condizioni di innevamento perché entrambi i versanti dove passa il sentiero presentano tratti ripidi soggetti quindi a slavine. Quando ci siamo andati noi (12/3/2023) la neve era ben assestata e sicura.
Abbiamo preferito compiere la salita sul versante sud-ovest perché in gran parte ormai libero dalla neve e scendere lungo il versante nord rivolto sulla val Venegia, ancora innevato ma con neve assestata. Abbiamo trovato la traccia ben battuta anche se nella traversata della Costazza in alcuni avvallamenti si sprofondava un po'. Le Ciaspole non erano necessarie ma i ramponcini invece sono stati molto utili. Pochissime le persone incontrate. Nonostante la zona sia da noi molto conosciuta camminare ai piedi delle Pale suscita sempre una grande gioia ed emozione. La statua mostra un Cristo seduto in atteggiamento meditativo con lo sguardo rivolto verso la valle. La frase di Madre Teresa di Calcutta posta alla sua base invita a un momento di riflessione: “Trova il tempo di pensare, trova il tempo di pregare, trova il tempo di sorridere”

Come arrivare: arrivati a Predazzo in val di Fiemme si seguono le indicazioni per passo Rolle. Al primo tornante nella discesa verso S.Martino di Castrozza c'è un grande parcheggio gratuito



Partiamo dal parcheggio situato all'altezza del primo tornante scendendo dal passo verso S.Martino di Castrozza a 1960 m.. In primo piano il Cimon della Pala e cima Vezzana, poi cima Rosetta, cima di Ball e Sass Maor...
L'inizio del percorso

Seguiamo una pista pedonale battuta delimitata da paletti gialli e neri e diretta a Capanna Cervino e Baita Segantini. In due punti si attraversa la pista da sci (dare la precedenza agli sciatori)

Dopo alcuni tornanti siamo in vista di Capanna Cervino. La vista del versante nord delle Pale con il Cimon, la Vezzana e cima Bureloni ci entusiasma sempre e spesso ci fermiamo per ammirare il loro superbo profilo


Il Cimon della Pala ricorda il profilo del Cervino e Capanna Cervino è il nome di questo rifugio privato a 2084 m.

Superata Capanna Cervino dopo il secondo tornante abbandoniamo la pista battuta per seguire una traccia diretta al Castellaz che va a rimontare un dosso portandosi sotto i ghiaioni. Sullo sfondo sulla sinistra la Cavallazza, a destra la catena dei Lagorai con il Colbricon Grande e Piccolo

Il sentiero diretto alla cima è per la maggior parte ormai libero dalla neve e quella che rimane è ben assestata per cui non c'è pericolo di distacchi


Superato il versante sud si arriva a una selletta utile per riprendere fiato per l'ultimo strappo. La statua è lassù

Arriviamo senza troppa fatica al cospetto della statua. La figura meditativa e solitaria del Cristo Pensante colpisce per l'originalità della sua postura e per la felice collocazione. Alla base c'è la frase di Teresa di Calcutta citata all'inizio. Il suo sguardo assorto è rivolto verso la val di Travignolo, i Lagorai e il vastissimo orizzonte ad occidente

La corona di Spine è stata realizzata con il filo spinato delle trincee della prima guerra mondiale



La catena di Bocche con cima di Bocche e cima Juribrutto

Iniziamo la discesa soffermandoci ad osservare alcune costruzioni risalenti al conflitto mondiale 1915-18 quando la montagna fu teatro di guerra

Uno stol, caverna ricavata nella roccia dove trovavano riparo i soldati e l'armamentario bellico

La discesa avviene per tornanti e traversi Qui di neve ce n'è ancora molta perché siamo sul versante nord che dà sulla val Venegia

Nella parte bassa sotto ripidi pendii


In marcia per Baita Segantini. La traccia ora corre alla base della montagna ed esce in campo aperto in vista della Costazza


Artax azzarda un'uscita dalla traccia battuta ma sprofonda subito


Giunti a questo crocevia si può decidere se tagliare per Capanna Cervino accorciando l'anello o continuare per Baita Segantini

La traversata del pianoro che sta tra il Castellaz e la Costazza si rivela più lunga del previsto per via dei numerosi avvallamenti nascosti

Il Castellaz ricorda in effetti una rocca, un castello. In basso uno degli avvallamenti che insieme alla neve ora meno portante rallentano la marcia


Finito il pianoro ondulato ci aspetta il traverso sul versante nord della Costazza, una modesta elevazione molto panoramica che sovrasta Baita Segantini

Stiamo per arrivare al punto dove la traccia inizia la discesa verso Baita Segantini



Sotto un cielo rannuvolato e ventoso appare Baita Segantini 2200 m., oggi tutt'altro che affollata

Fu costruita nel 1936 dall'artista e guida alpina Alfredo Paluselli che qui visse in solitudine per 35 anni. Ancora oggi è gestita dai nipoti

E' dedicata al pittore trentino Giovanni Segantini


C'è un vento fastidioso e il sole è nascosto dalla nuvolaglia. Troviamo un posto tranquillo sotto il tetto per il nostro frugale spuntino bagnato però da un'eccellente bottiglia di Magdalener

Per accorciare il ritorno tagliamo qualche tornante

Questo giro ha confermato quanto avevamo letto sulle pagine web e siamo sicuri che non vi deluderà. Se lo fate in inverno è necessario però assicurarsi dello stato del manto nevoso per non correre rischi

La statua è dello scultore Paolo Lauton, ed è stata ricavata da un unico blocco di predazzite, un marmo locale e pesa più di 20 quintali. Accanto gli è stata posta un grande croce in acciaio cortèn opera di Pierpaolo Dellantonio così che sembra che il Cristo sia sceso dalla croce e stia meditando.
Le due opere sono state deposte sulla cima della montagna da un grosso elicottero dell'esercito italiano il 16 giugno 2009. Da quel giorno è nato il trek del Cristo Pensante
Le due opere sono state deposte sulla cima della montagna da un grosso elicottero dell'esercito italiano il 16 giugno 2009. Da quel giorno è nato il trek del Cristo Pensante
Questo video racconta la storia della statua del Cristo Pensante

Cane pensante

Tra il Cimon della Pala e cima Vezzana si vede il ghiacciaio del Travignolo, ormai purtroppo in via di estinzione. La prima ascensione del Cimon avvenne nel 1870 risalendo il ghiacciaio e poi deviando sulla grande parete. Successivamente fu trovata dalla parte opposta una via più semplice che tutt'oggi è la via normale alla cima

Tra il Cimon della Pala e cima Vezzana si vede il ghiacciaio del Travignolo, ormai purtroppo in via di estinzione. La prima ascensione del Cimon avvenne nel 1870 risalendo il ghiacciaio e poi deviando sulla grande parete. Successivamente fu trovata dalla parte opposta una via più semplice che tutt'oggi è la via normale alla cima

La catena di Bocche con cima di Bocche e cima Juribrutto

Iniziamo la discesa soffermandoci ad osservare alcune costruzioni risalenti al conflitto mondiale 1915-18 quando la montagna fu teatro di guerra


La discesa avviene per tornanti e traversi Qui di neve ce n'è ancora molta perché siamo sul versante nord che dà sulla val Venegia

Nella parte bassa sotto ripidi pendii


In marcia per Baita Segantini. La traccia ora corre alla base della montagna ed esce in campo aperto in vista della Costazza

Artax azzarda un'uscita dalla traccia battuta ma sprofonda subito

Giunti a questo crocevia si può decidere se tagliare per Capanna Cervino accorciando l'anello o continuare per Baita Segantini

La traversata del pianoro che sta tra il Castellaz e la Costazza si rivela più lunga del previsto per via dei numerosi avvallamenti nascosti

Il Castellaz ricorda in effetti una rocca, un castello. In basso uno degli avvallamenti che insieme alla neve ora meno portante rallentano la marcia


Finito il pianoro ondulato ci aspetta il traverso sul versante nord della Costazza, una modesta elevazione molto panoramica che sovrasta Baita Segantini

Stiamo per arrivare al punto dove la traccia inizia la discesa verso Baita Segantini

Sotto un cielo rannuvolato e ventoso appare Baita Segantini 2200 m., oggi tutt'altro che affollata
Fu costruita nel 1936 dall'artista e guida alpina Alfredo Paluselli che qui visse in solitudine per 35 anni. Ancora oggi è gestita dai nipoti

E' dedicata al pittore trentino Giovanni Segantini

C'è un vento fastidioso e il sole è nascosto dalla nuvolaglia. Troviamo un posto tranquillo sotto il tetto per il nostro frugale spuntino bagnato però da un'eccellente bottiglia di Magdalener
Per accorciare il ritorno tagliamo qualche tornante
Questo giro ha confermato quanto avevamo letto sulle pagine web e siamo sicuri che non vi deluderà. Se lo fate in inverno è necessario però assicurarsi dello stato del manto nevoso per non correre rischi
Scarica la traccia gps da Wikiloc
Vedi la mappa di tutte le escursioni del blog
Vedi la mappa di tutte le escursioni del blog
Home 🏠
Grazie per aver dedicato del tempo a scrivere questo blog
RispondiEliminaGrazie!
Elimina