Sentiero "Il Respiro degli Alberi" - Monte Cimone - Cimitero militare di Slaghenaufi


Lunghezza: 14,4 km
Dislivello: 703 m.
Tempo in movimento: 4h15
Altitudine max: 1527 m.
Difficoltà: medio


Ecco un bell'anello che ci farà apprezzare i boschi dell'altopiano di Lavarone regalandoci spettacolari scorci sul lago di Caldonazzo.
E' abbastanza lungo ma facile e adatto a tutte le scarpe.
Siamo sull'Alpe Cimbra, uno degli alpeggi più grandi ed estesi d’Europa e ricco di boschi. 
Il primo tratto, lungo circa 2,4 km, coincide con un percorso tematico a carattere permanente chiamato il "Respiro degli alberi" lungo il quale sono disposte opere di vari artisti ispirate all'albero quale fonte primaria di vita.
Segue un tratto in ripida salita (sentiero 222  attenzione ai segnali per terra) che porta alla sommità del monte Cimone 1526 m. Da lì camminando nei pressi del crinale ci si sposta verso est in leggera discesa fino a raggiungere il Belvedere Belem, uno splendido balcone panoramico affacciato sui laghi  di Caldonazzo e Levico e una parte della Valsugana. La vicina malga Belem, posta a metà percorso, rappresenta un punto ideale per una pausa ristoratrice. Da lì si continua in direzione della frazione Slaghenaufi nei cui pressi si trova un grande cimitero austriaco, interessante luogo della Grande Guerra, dotato di una serie di pannelli informativi con foto e carte topografiche dell'epoca. Ritornati sul sentiero si seguono le indicazioni per la Baita Incantata, uno chalet posto nei pressi di una pista da sci che offre un bel panorama sull'altopiano. Nei pressi della baita parte il percorso che conduce al Drago di Vaia ma visto che l'opera è stata distrutta recentemente da un incendio doloso continuiamo scendendo nel bosco fino a ritrovare il sentiero 223 delimitato da muretti e diretto verso la frazione di Gionghi. Poco prima di raggiungere la località, ad un bivio giriamo a destra verso la frazione Bertoldi. Da qui seguiamo le indicazioni per Lanzino lungo il Sentiero delle Sorgenti, un altro itinerario tematico che ci porterà nei pressi della frazione di Stengheli e poi fino al parcheggio.
Il percorso, ben segnalato, come detto offre diversi scorci panoramici sulla valle di Centa-Val San Nicolò, sui laghi di Caldonazzo e Levico, sulla Valsugana e sul vasto altopiano di Lavarone. Chi ama le passeggiate nel bosco lontano dai rumori lo apprezzerà sicuramente.
E' percorribile tutto l'anno, anche in inverno con le ciaspole 



Come arrivare: da Folgaria si seguono le indicazioni per Lavarone e per Virti sulla SS 349. Raggiunta la frazione di Lanzino si parcheggia in un piccolo parcheggio lungo la strada di fronte alla fontana della frazione. Attraversata la strada si seguono le indicazioni per il sentiero del "Respiro degli Alberi"









Il parcheggio è situato appena fuori dal villaggio 



Il pannello informativo del percorso. Il paese di Lanzino si raggiunge semplicemente attraversando la strada poi si continua seguendo le indicazioni





Usciti dal paesino giriamo a sinistra e raggiungiamo il vero inizio del sentiero. Qui c'è un parcheggio più grande e una zona dedicata alle esposizioni di opere d'arte. Sullo sfondo il Cornetto di Folgaria e la Vigolana



La prima opera del percorso è il cavallo Sleipnir, il possente cavallo a otto zampe di Odino, il dio della mitologia scandinava. Realizzato dall'artista Duilio Forte fa parte di una serie di 51 esemplari istallati in varie parti del mondo. Il cavallo è definito come il migliore cavallo che esista e diviso tra la montagna ordinata dell'uomo e il bosco, luogo della natura misteriosa 



L'ampia forestale si immerge pianeggiante nel bosco di Tomazol caratterizzato da una fitta vegetazione mista di conifere e latifoglie. Il percorso è lungo 2,4 km con un dislivello di 116 m.



Le opere degli artisti vanno ad occupare delle piazzole appositamente create lungo il percorso. Essendo fatte di legno sono soggette al degrado naturale pertanto la collezione viene continuamente arricchita con nuove creazioni. Il percorso tematico è stato realizzato nel 2014



Il titolo di quest'opera è "Le radici dell'anima". L'artista ha voluto rappresentare il flusso della vita in continua mutazione ed evoluzione. L'opera è stata parzialmente restaurata nel 2021 con l'apporto di nuovi rami di nocciolo a sostituzione del materiale degradato



Dal versante che guarda verso val Centa-S.Nicolò e la Vigolana  si spostiamo su quello affacciato sulla Valsugana. Ora il percorso tematico concede frequenti scorci sulla conca di Caldonazzo e i paesi limitrofi



L'opera si chiama Organum e vuole simboleggiare la coralità delle voci della natura. Ogni opera è corredata da un pannello descrittivo



L'opera si chiama "Ascolto" ed è composta da un'anima in ferro coperta da un intrecci di rami, Il bosco ha un suo respiro sempre mutevole che noi ascoltiamo grazie al "vento musicista"





Giungiamo ad un bel punto panoramico sul lago di Caldonazzo e sui paesi che lo circondano come Calceranica, Bosentino e Tenna. Qui finisce anche il sentiero tematico





Questo crocevia è posto alla base del monte Cimone. Il sentiero che 
ora seguiremo è il 222 diretto alla sua sommità



La salita nel bosco è ripida e si sviluppa con una serie di zeta dove la segnaletica è talvolta poco visibile. Si arriva su una forestale e da lì si gira a destra fino ad una radura



Dalla radura, dopo un momento di pausa, si ricomincia a salire a sinistra su sentiero meno ripido che conduce alla cima



Dalla cima del monte Cimone 1525 m. è visibile il settore iniziale della Valsugana con in basso a sinistra Levico Terme



Abbandoniamo la sommità diretti al Belvedere Belem su un percorso in leggera discesa nel bosco. Arrivati in località Hinderloch giriamo a sinistra e dopo pochi minuti arriviamo sul Belvedere Belem dove si trovano un parapetto in legno e delle panchine



Da  qui l'orizzonte è decisamente molto vasto. Si vedono i due laghi di Levico e Caldonazzo con i numerosi paesi e frazioni che li attorniano. Le nuvole di oggi impediscono di vedere la maggior parte delle cime dei Lagorai



A nord-est comunque si vedono alcune cime della catena come la Panarotta il Fravort 





Da qui passa anche il sentiero europeo E7 che parte dalle Canarie, attraversa l'Europa e finisce a Costanza in Romania



Ritornati in località Hinderloch raggiungiamo in pochi minuti la bella Baita Belem ormai chiusa. E' il posto ideale per la nostra pausa pranzo



"Abbracciare un albero è una pratica che risale all'antichità molto diffusa tra i Celti ed anche fra i Romani. Oggi è una pratica comune nei paesi nordici e si sta diffondendo anche in Italia."
L'albero per difendersi e comunicare produce una grande quantità di sostanze chimiche che disperde nell'aria. Fra le più benefiche per il sistema respiratorio e la ventilazione polmonare dell'uomo ci sono i terpeni che sono emessi in gran parte dalla corteccia e dalle resine. Possono essere assorbiti anche per contatto con l'albero





La baita di proprietà della SAT di Lavarone è molto frequentata in stagione ed è raggiungibile da Slaghenaufi (1,7 km)



Da baita Belem seguiamo ora il sentiero 223 in direzione della frazione Slaghenaufi





Giunti in vista dell'abitato decidiamo di fare visita al vicino cimitero di guerra austriaco che raccoglie le spoglie di 748 soldati austro-ungarici



Il cimitero si trova a poca distanza dal 223 e poco sopra la frazione di Slaghenaufi





Il cimitero di Slaghenaufi è sorto in vicinanza del luogo dove durante la Grande Guerra venne edificato un  grande ospedale austro-ungarico



Per il vicino fronte delle Vezzene l'ospedale militare di Slaghenaufi  fu di fondamentale importanza. Altri ospedali sorsero a Folgaria, Carbonare, Lavarone e a Monte Rovere


Si trattava di un esteso complesso di edifici in legno disposti su più livelli  





L'ospedale  era munito delle più moderne attrezzature dell'epoca e poteva accogliere e assistere 200 pazienti. Disponeva di due ambulanze



Nella struttura operava l'Ordine di Malta, un'antichissima istituzione laica e neutrale ancora oggi presente in oltre 120 paesi e ispirata agli stessi scopi umanitari della Croce Rossa



Tra il personale paramedico, impegnate come volontarie al fronte, figuravano alcune esponenti femminili dell'aristocrazia viennese come la contessina Edina Clama Gallas operante nel gruppo chirurgico. Appassionata di fotografia, fu lei a scattare le foto che raccontano la vita dell'ospedale 




Il primo novembre 1918, quando la guerra ormai stava finendo, medici ed infermieri lasciarono l'ospedale 
 


Il vicino cimitero di guerra ha conservato l'aspetto originario in virtù di precisi accordi tra l'Austria e l'Italia. Gli standschützen erano truppe reclutate tra le popolazioni nelle zone interessate dalla guerra  



Cosa unica fra tutti i cimiteri di guerra, sulle targhe delle croci in legno sono incisi i nomi dei soldati con la data di nascita, di morte e il loro grado. Sono 198 invece le croci di soldati ignoti 



Molti di essi morirono nella primavera del 1916 durante la
 
Strafexpedition. Tra di loro molti ungheresi e bosniaci. Alcune targhe riportano dei nomi italiani tra i quali quello di una ragazza di 20 anni morta nel 1918 
che prestò servizio come volontaria nell'ospedale militare 



In fondo seminascosta dagli alberi si vede la piccola cappella lignea eretta già all'inizio delle ostilità. Ricostruita nel 1954  restaurata nel 1992  ha mantenuto l'aspetto originario. Serviva per le funzioni funebri dei soldati deceduti





La mappa illustra la dislocazione degli ospedali e cimiteri militari nonché dei forti sull'altopiano di Lavarone



Prima di ritornare sul tracciato facciamo una breve visita alla frazione di Slaghenaufi. Molti nomi dei villaggi dell'altipiano sono cimbri o tedeschi e successivamente italianizzati. Il cimbro è un dialetto di origine bavarese



Ritornati sul sentiero, ad un successivo incrocio seguiamo le indicazioni per la "Tana Incantata", chalet in stile country. Arrivati in una radura incontriamo il bivio per arrivare al Drago di Vaia, opera lignea realizzata con i cascami degli alberi schiantati dal vento della tempesta Vaia. Purtroppo recentemente il Drago è stato completamente distrutto da un incendio e viene quindi a mancare il motivo della digressione. Proseguiamo dunque il cammino verso il vicino chalet posto su un'altura e ormai visibile 
 


La "Tana incantata" è una struttura ricettiva rustica situata sul monte Tablat raggiungibile anche con una seggiovia che parte dal paese di Bertoldi. Gode di un bel panorama sull'altopiano di Lavarone. E' aperta sia in estate che in inverno



Dallo chalet scendiamo lungo questa vasta radura utilizzata come pista da sci e arrivati al suo limite imbocchiamo un tracciato di Downhill-Freeride che sbocca sul prato sottostante la seggiovia. Ritroviamo qui il sentiero 223 e lo seguiamo in direzione di Gionghi. L'antico tracciato è delimitato da dei muretti a secco. Prima di arrivare al monumento di Franz Jung ad un incrocio giriamo a destra verso la frazione di Bertoldi



Bertoldi ospita il Bikepark Lavarone, una struttura ricreativa per gli appassionati del 
Downhill-Freeride



Entrati in paese stando sulla destra seguiamo le indicazioni per il Sentiero delle Sorgenti che come dice il nome va a scoprire le numerose acque sorgive della zona
  

Un'antica fontana di Bertoldi. 
Il suggestivo e antico sentiero si inoltra nuovamente in un bel bosco. Ad un incrocio gira a sinistra raggiungendo un gruppo di seconde case a schiera nella frazione di Stengheli (altro nome cimbro) ormai in vista della strada provinciale. Ora seguendo le indicazioni per Lanzino percorriamo l'ultimo tratto che sbocca nel bivio visto la mattina dopo aver superato il mese di Lanzino.
Essendo venuta a mancare l'attrazione del Drago di Vaia, una volta finita la visita al cimitero militare,  volendo si può accorciare il giro  scendendo da Slaghenaufi a Bertoldi sulla stradina asfaltata.

Scarica la traccia gps da Wikiloc

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