Cima Socede e laghi Lasteati




Lunghezza: Km 3,54
Dislivello: m 737 m.
Tempo in movimento: 3h
Altitudine max: m. 2169
Difficoltà: facile

L'escursione si sviluppa con una logica circolare piuttosto lineare. Una volta lasciata l'auto in Val Campelle, la prima parte del percorso serve a guadagnare quota per portarsi sulla dorsale. Il passaggio dal Passo Cinque Croci è il momento in cui il panorama cambia: si esce definitivamente dalla vegetazione e si entra in un ambiente di alta montagna dominato dal granito.
Proseguendo lungo il crinale verso Cima Socede, il terreno diventa più tecnico. La salita non presenta passaggi esposti, ma richiede attenzione per la natura del fondo. In vetta, a 2229 metri, la visuale sulla parete sud di Cima d'Asta e sulla catena del Lagorai centrale è completa. La presenza di manufatti bellici lungo la cresta è costante e integra il paesaggio naturale con quello storico.
Dalla cima, la traccia scende verso la conca dei Laghi Lasteati. Questa è probabilmente la sezione più isolata e severa del giro, dove il tracciato attraversa zone di deposito detritico prima di lambire gli specchi d'acqua.
La fase di rientro è più agevole. Si perde quota gradualmente verso il Rifugio Malga Consèria, dove il fondo stradale diventa più battuto e regolare. Il passaggio tra i pascoli della malga permette di completare l'anello e rientrare verso il punto di partenza, concludendo un itinerario che mette a fuoco le caratteristiche principali di questo settore: roccia granitica, laghi glaciali e resti della Grande Guerra.
16/10/2025




Il Rifugio Malga Consèria è un punto di riferimento centrale per chi frequenta questo settore del Lagorai. Si trova a 1847 metri di quota, su un ampio pascolo che si apre tra la Val Campelle e il Passo Cinque Croci. Malga Consèria non è solo un punto di riferimento per chi cammina, ma è una delle stazioni di sosta ufficiali dell'ippovia. Queste strutture sono attrezzate per accogliere i cavalieri e i loro cavalli, offrendo spazi per il ricovero degli animali (poste o paddock) e servizi dedicati. La presenza dell'ippovia contribuisce a mantenere i sentieri larghi e ben battuti, facilitando il passaggio anche a piedi



Guardando verso valle, la Val Campelle si presenta come un solco profondo, inizialmente dominato da pascoli aperti che poi cedono il passo a densi boschi di larice e abete rosso. È una valle che ha mantenuto un carattere piuttosto integro; l'assenza di impianti di risalita o di urbanizzazione pesante si traduce in un paesaggio visivamente pulito, dove le uniche tracce antropiche evidenti sono le strade forestali e le vecchie mulattiere che risalgono i versanti



Il Cocuzzolo dei Morti (1.993 m) è un'altura che sovrasta direttamente Malga Consèria e rappresenta uno dei punti più carichi di significato storico dell'intero giro. Si presenta come un rilievo tondeggiante e prativo, una sorta di balcone naturale che separa la conca della malga dal Passo Cinque Croci.
Il toponimo non è casuale ma è legato alla presenza di un cimitero militare austro-ungarico durante il conflitto



Il Passo Cinque Croci (2.018 m) è molto più di un semplice valico; è il vero spartiacque, sia fisico che simbolico. Si trova in una sella erbosa molto ampia che mette in comunicazione la Val Campelle con la Valle del Vanoi, ed è un punto in cui il paesaggio cambia bruscamente carattere. Dal punto di vista geologico, il passo segna il confine tra il Lagorai occidentale, caratterizzato dal porfido scuro, e il gruppo di Cima d'Asta, dove regna il granito grigio. Qui l'orizzonte si spalanca improvvisamente: la vista verso il massiccio della Cima d'Asta è una delle più imponenti di tutta la catena



Il nome deriva dalle cinque croci che si trovano sul valico. La tradizione popolare le lega alla memoria di cinque pastori o viandanti che avrebbero perso la vita durante una tempesta di neve, ma nel contesto del Lagorai, queste croci richiamano inevitabilmente anche il sacrificio dei soldati. Durante la Grande Guerra, il passo era un centro logistico fondamentale: vi passavano i rifornimenti diretti verso il fronte della Val Cia e del massiccio del Cauriol. A differenza di altri passi dolomitici più scoscesi, il Cinque Croci ha un aspetto quasi "pastorale" grazie ai suoi ampi declivi erbosi. Tuttavia, è un luogo molto esposto ai venti, dove il meteo può cambiare in pochi minuti. Camminare in questo punto dà una forte sensazione di spazio aperto; è il momento del giro in cui ci si sente davvero nel cuore della catena, lontani dal fondo valle e vicini alle cime più alte. Passando di lì, si percepisce chiaramente come questo valico sia stato per secoli, e continui a essere, il passaggio naturale per chiunque voglia attraversare il Lagorai centrale



Dal Passo Cinque Croci, la Cima d'Asta (2.847 m) si presenta con un impatto visivo che rompe completamente la continuità con il resto del paesaggio. Se fino a quel punto il Lagorai è fatto di creste scure e profili tutto sommato continui, guardando verso est il massiccio appare come una muraglia isolata, austera e nettamente più alta di tutto ciò che la circonda. Dalla sella del passo si ammira il versante occidentale del massiccio. A differenza del porfido che caratterizza gran parte della catena, qui domina il granito di Cima d'Asta. La roccia appare grigio chiara, quasi argentea sotto il sole, organizzata in enormi lastroni, pilastri e pareti verticali che le conferiscono un aspetto prettamente alpino



Dalla Cima Socede, grazie alla sua posizione centrale tra la Val Campelle e il massiccio di Cima d'Asta, si gode di una vista panoramica che copre gran parte dei Lagorai e dei gruppi montuosi limitrofi.
La cima e le sue creste sono letteralmente modellate dall'opera dell'uomo. Queste opere non erano solo linee di combattimento, ma servivano a proteggere i collegamenti logistici tra la Val Campelle e il Vanoi, permettendo l'osservazione dei movimenti nemici verso il massiccio di Cima d'Asta



I Lagorai sono stati teatro di scontri durissimi durante la Prima Guerra Mondiale, essendo situati proprio lungo la linea del fronte tra l'Impero Austro-Ungarico e il Regno d'Italia. Ancora oggi, camminando sulle creste, è impossibile non imbattersi in trincee, camminamenti, postazioni in pietra e resti di baraccamenti, come quelli visibili nei pressi di Cima Socede. La cima rappresenta uno dei punti più significativi del settore orientale del Lagorai per quanto riguarda le testimonianze della Grande Guerra. Durante il conflitto si trovava in una posizione tattica cruciale, inserita nel complesso sistema difensivo che sorvegliava il Passo Cinque Croci e la sottostante Val Campelle. Sulla sommità di Cima Socede è stato installata una ruota panoramica in metallo (una sorta di finto cannocchiale): è stata installata proprio per aiutare a dare un nome a tutte le montagne circostanti



Il monte Cengello si presenta come una massiccia piramide di granito scuro.
Per la sua forma piramidale è chiamata il Cervino dei Lagorai



Come il vicino Cocuzzolo dei Morti, anche il Col San Giovanni è profondamente legato alle vicende della Grande Guerra. Il colle è coperto da una vegetazione rada, tipica della quota, con ciuffi d'erba e rocce affioranti che in autunno si tingono di colori caldi, creando un contrasto netto con il grigio delle pareti granitiche circostanti



I Laghi Lasteati sono un gruppo di specchi d'acqua d'alta quota che conta, a seconda della stagione e del disgelo, tre bacini principali accompagnati da alcune pozze minori che possono scomparire nei periodi più secchi. Il lago maggiore è quello situato più a nord, incastonato in una conca rocciosa particolarmente suggestiva.





In autunno il colore giallo dell'erba contrasta con il blu delle loro acque



Durante le ultime glaciazioni il movimento dei ghiacciai che scendevano dal massiccio di Cima d'Asta ha scavato delle conche nel duro basamento granitico. Essendo il granito una roccia impermeabile, una volta ritirati i ghiacci, queste depressioni sono state riempite dall'acqua di fusione delle nevi e dalle precipitazioni, creando i bacini che vediamo oggi. Il termine "Lasteati" deriva proprio dalle "laste", ovvero le grandi lastre di roccia liscia e piatta tipiche del granito locale che circondano i laghi



A differenza di altri laghi del Trentino, i Laghi Lasteati non sono classificati ufficialmente come biotopo protetto ma l'area è sottoposta a vincoli di tutela molto stretti per proteggere la flora d'alta quota (come i rari muschi e i licheni delle zone umide) e la fauna alpina che frequenta questi abbeveratoi naturali, come i camosci e l'aquila reale. Altri abitanti del luogo sono il marasso e il tritone alpino





Il ritorno a malga Conseria avviene attraverso il sentiero dei laghi L35a che attraversa un bel bosco di larici e abeti per arrivare all'altezza del cocuzzolo dei morti. Dalla malga si scende a Ponte Conseria per il sentiero dell'andata

Scarica la traccia gps da Wikiloc


Commenti