Monte Stivo da malga Campo



Lunghezza: 9,11 km
Dislivello: 690 m.
Tempo in movimento: 4h
Difficoltà: medio
Altitudine max: 2056 m.

Il monte Stivo oltre che da S.Antonio è raggiungibile anche da malga Campo, situata sul versante che guarda la valle del Sarca e raggiungibile da Cavedine. Dalla malga il sentiero 623 conduce a località la Bassa Madonnina 1684 m. punto panoramico sulla Vallagarina. Da lì si prosegue con pendenze via via più marcate sul 617 fino ad un bivio dove si può scegliere se continuare sul 617 che raggiunge la vetta dello Stivo con un traverso sulla destra o procedere stando in cresta sul 617b. Prima di raggiungere la vetta si supera una zona di roccette in cui bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi.
Raggiunta la croce di vetta 2056 m. si scende al vicino rifugio Prospero Marchetti, posto in splendida posizione panoramica sul lago di Garda e sulla conca della "Busa". Per il ritorno si procede sul sentiero 666 detto del Coston o Senter dei Mughi che attraversa tra i mughi il vastissimo costone occidentale dello Stivo fino a raggiungere località Mandrie Alte 1785m. zona di pascolo. Si segue ora ad un bivio il sentiero 666b che scende lungo la Pala dello Stivo in un bosco di larici e faggi fino a raggiungere località Scaletta mentre lo sguardo si apre sulle pareti del Casale e del Brento e sui più lontani Gruppi di Brenta, Presanella e Adamello. Da località Scaletta si ritorna sul 666 diventato ora la forestale della Scaletta in direzione di malga Pedrini e ormai in vista delle due malghe Campo (di Drena e di Arco)

Escursione effettuata il 29/10/2025








Le due malghe Campo, di Drena e di Arco, si trovano a poca distanza una dall'altra



Prendo il 623 e inizio a salire verso località La Bassa





Le lisce pareti del Brento e del Casale (nicchie di distacco) testimoniano di enormi frane avvenute in diverse epoche storiche, l'ultima avvenuta nel medioevo (frana di Kas, 1080 d.c.), che diedero origine alle Marocche di Dro sconvolgendo il paesaggio del fondovalle. Queste frane crearono un accumulo di detriti che copre una superficie di oltre 13 chilometri quadrati, rendendo le Marocche di Dro la più grande frana post-glaciale dell'intero arco alpino.





Sullo sfondo a sinistra il Carè Alto, sulla destra la Presanella



Il versante boscoso del monte Stivo visto da località Madonnina-La Bassa



Bordala e il monte Creino



La Vallagarina con quello che resta delle anse dell'Adige. Il suo corso fu rettificato nel corso della metà dell'800 da parte dell'Austria. I lavori più massicci avvennero tra il 1850 e il 1860, in parallelo con la costruzione della Ferrovia del Brennero. Raddrizzare il fiume era necessario per creare lo spazio fisico e la sicurezza necessari ai binari



La cima dello Stivo con la croce di vetta



Ora lo sguardo può vedere il fondovalle della valle del Sarca con i suoi laghi di Cavedine e di Toblino. Come nel caso della valle dell'Adige la valle del Sarca è di origine glaciale



La rocciosa parete est dello Stivo è solcata da un canalone detritico



Il 667b si inerpica tra mughi e roccette. Nelle zone in ombra si è già installata la neve



Raggiungo agevolmente la croce di vetta dove spira un vento abbastanza forte e freddo ma in compenso la visibilità è ottima. Lo Stivo è una delle montagne più panoramiche delle prealpi trentine.



Sulla destra sotto di me la lunga catena dello Stivo-Bondone. In basso si scorge malga Campo



Nonostante si sia alla fine di ottobre il rifugio P.Marchetti è ancora aperto grazie all'afflusso di turisti stranieri provenienti dalle strutture turistiche del lago di Garda che nel corso degli anni hanno contribuito ad allungare la stagione di apertura del rifugio.
Il Marchetti fu inaugurato il 7 ottobre 1906. La sua costruzione fu una sfida vinta dalla comunità di Arco per avere un presidio alpino su quella che consideravano la "loro" montagna. Durante la Prima Guerra Mondiale fu gravemente danneggiato (lo Stivo era un punto di osservazione strategico). Venne ricostruito nel 1922, ma subì nuovi saccheggi durante il secondo conflitto mondiale. Solo nel 1954, grazie all'impegno della sezione SAT di Arco, tornò pienamente operativo. Oggi il rifugio è un esempio di gestione "green": ha ottenuto il marchio Ecoristorazione Trentino, è autosufficiente grazie a pannelli fotovoltaici e raccoglie l'acqua piovana per le necessità della struttura.







Il sottostante vasto pascolo di malga Stivo 1748 m. lungo il quale sale il sentiero 608 proveniente da località S.Antonio



Dopo la pausa pranzo mi avvio sul 666 o Senter dei Mughi o del Coston, un soleggiato e aereo traverso da dove si godono spettacolari visuali sul lago di Garda e sui lontani ghiacciai dell'Adamello e della Presanella. La vista spazia dal blu profondo del lago alle cime innevate dei ghiacciai occidentali creando un contrasto cromatico unico tra il calcare bianco, il verde dei mughi e il ghiaccio perenne in lontananza.



Bisogna comunque far attenzione a dove si mettono i piedi per via dei sassi e delle radici sporgenti su terreno tipicamente carsico. Le zone in ombra sono inoltre già coperte da uno strato di ghiaccio insidioso che avevo già incontrato sul tratto del 617b





In alto a sinistra si scorge il rifugio Marchetti



Arrivo in località Le Mandrie Alte dove ad un bivio imbocco il sentiero 666b, una scorciatoia che mi farà scendere più velocemente a valle. Qui il paesaggio cambia: dai mughi e dalle rocce della cima passo a radure erbose e poi ai primi boschi di faggio e larice. È una zona solitamente meno frequentata rispetto al al 666, ideale per godersi il silenzio della montagna



Raggiungo località Scalette a 1534 m. Da Località Scalette mancano circa 150-200 metri di dislivello per raggiungere il piano di Malga Campo. È il momento ideale per una breve sosta "idrica" e per allentare un po' i lacci degli scarponi



Il 666 va ora a coincidere con un stradina forestale in parte scavata nella roccia sotto il versante nord dello Stivo. Bisogna fare attenzione ad un successivo tornante e girare a sinistra per raggiungere malga Pedrini 1370 m.



Quando esco dal bosco in vista di malga Pedrini sono già nel cono d'ombra mentre il bosco sotto cima Palon è ancora illuminato dal sole



Una volta superata Malga Pedrini il sentiero si mantiene pianeggiante fino al parcheggio







In alto cima Palon 1915 m. in basso malga Campo di Arco





Il parcheggio si trova nei pressi di uno stagno. Prima di ripartire mi concedo qualche minuto per ammirare le cime delle dolomiti di Brenta da questo splendido balcone naturale

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