Parco naturale di Fanes - lago Parom

Lunghezza: 17,6 km
Dislivello: 1057 m
Tempo in movimento: 6 h
Altitudine max: 2386 m
Difficoltà: media

Il parco naturale Fanes-Sennes-Braies è uno dei più vasti parchi naturali della provincia autonoma di Bolzano. Si trova in gran parte nella zona ladina dell'Alto Adige e basta leggere i nomi delle sue montagne per sentire il fascino di questa lingua parlata da trentamila persone in cinque valli dolomitiche (Val Badia, Val Gardena, Val di Fassa, Ampezzano e Livinallongo). Si pensa che i Ladini discendano da un popolo che abitava gran parte delle Alpi. I Romani li chiamavano Reti. Il ladino è una lingua neolatina, diversa dall'italiano e simile agli idiomi parlati nei Grigioni svizzeri e nel Friuli. Il parco è caratterizzato da montagne imponenti che racchiudono al suo interno, quasi a proteggerli, vasti altipiani molto diversi per paesaggi e morfologia. Questa escursione esplora l'altopiano di Fanes, una zona ricca di laghetti e giunge ai piedi delle Conturines in un paesaggio naturale ancora ben protetto. Contando un'ora in più di cammino si può arrivare anche al lago Limo, a mio parere il lago più bello dell'altopiano. Il giro è un po' lunghetto (17,6 km) ma facile e adatto a tutti


Si parte dal parcheggio del rifugio Pederù 1548 m. al quale si accede provenendo da S.Vigilio di Marebbe in Val Badia attraverso la valle di Tamersc o Tamores, una bella valle glaciale lunga circa 10 km. L'accesso al parco è a pagamento (7€) 
Prendiamo il sentiero 7 e risaliamo per circa 1h45 il vallone che porta ai rifugi Lavarella e Fanes sull'omonimo altipiano. Il sentiero fa parte dell'Alta via delle Dolomiti n°1, un percorso di 125 km che parte dal lago di Braies e arriva a Belluno in 12 tappe
Dopo aver superato il torrente il sentiero sale vicino ad una sterrata attraversando una zona morenica e franosa coperta da una vasta mugheta e poi esce in campo aperto stando sulla sinistra orografica. La sterrata invece sale più sul versante destro ma in diversi punti sterrata e sentiero si uniscono. La zona che attraversiamo è soggetta al fenomeno del carsismo per cui a volte il torrente scompare per poi riapparire un po' più lontano
Vediamo da lontano il primo lago il cui nome è Lè Piciodel 1820 m, suppongo significhi " lago piccolino" in ladino. Lo rivedremo al ritorno da vicino. Le sue acque sono di un singolare verde lattiginoso
Superate alcune ripide serpentine si torna sulla sterrata a 1750 m. e si continua in moderata salita fino a raggiungere la bellissima Alpe di Fanes Piccola. Passiamo accanto a questo piccola accogliente malga-rifugio, la Ucia Pices Fanes (Rifugio Piccola Fanes) 2000m 
La zona pianeggiante è ricca di ruscelli , laghetti e pascoli idilliaci
Il paesaggio è bucolico e verdissimo. Queste sono le acque del torrente S.Vigilio, emissario dal lago Verde che forma una zona paludosa nei pressi della malga. Seguendo la conformazione della valle il sentiero giunge in una zona chiamata il “Parlamento delle Marmotte”, una grande anfiteatro naturale formato da gradoni di roccia dolomitica in fondo al quale scorgiamo il rifugio Lavarela 2042 m
Attraversando il pascolo in direzione del rifugio Lavarela. scorgiamo in lontananza il rifugio Fanes che vedremo da vicino al ritorno. Qui sotto ho messo alcune foto della conca di Fanes vista da un'altra prospettiva e scattate nel corso dell'escursione al lago Limo
La sterrata attraversa l'altopiano provenendo dal rifugio Pederù. In primo piano il rifugio Fanes e più lontano il rifugio Piccola Fanes
Il rifugio Lavarela e alla sua destra il "Parlamento delle marmotte"
Lasciato il rifugio Lavarela ci incamminiamo sul sentiero 12 che risale un costone di rado bosco dove si incontrano bellissimi alberi i cui tronchi, avvinghiati alle rocce, ricordano le pagine della saga di Tolkien 

Il lago Verde, il rifugio Lavarela e sopra il rado bosco attraversato dal sentiero 12 
Guardando indietro verso il Col Bechei
Stupenda questa valle!
Raggiungiamo infine uno splendido punto panoramico (2367 m)
Continuiamo ora a salire più agilmente in un paesaggio che diventa sempre più brullo
Il piccolo lago Parom è laggiù e a dire il vero non arriva certo a gareggiare in bellezza con i laghi sottostanti. Nel 1987 in una caverna di queste montagne, le Conturines, a 2800 m di altezza sono state ritrovate le ossa di orsi vissuti sulle Dolomiti in un periodo interglaciale tra i 60000 e 30000 anni fa, quando il clima era più mite di quello attuale. La specie, mai descritta prima di allora, è stata battezzata Ursus ladinicus. Era un orso erbivoro, sembra molto più grande dell'orso bruno e simile al grizzly, estintosi probabilmente a causa dell'arrivo di un nuovo periodo glaciale a cui non seppe adattarsi come fecero altre specie di orsi spostandosi in zone più miti. Altri animali che vivevano all'epoca sulle Dolomiti erano il lupo, il leone delle caverne (panthera leo spelaea) e la lince
Sotto l'ombra del Col Bechei Dessora si nota la chiazza del lago Limo. E' posto in una conca sopra l'altopiano e le sue acque quando illuminate dal sole sono di un azzurro profondo
Seguendo il sentiero potremmo arrivare alla Forcella Medesc 2591 m. da dove si gode un altro strepitoso panorama sulle Dolomiti e sul gruppo del Sella e poi scendendo potremmo arrivare a San Cassiano in Val Badia... ma per oggi il nostro giro si ferma qui

Nel ritorno seguiamo lo stesso sentiero fino al rifugio Lavarela 2042 m. poi sulla destra il sentiero 7-12 per il rifugio Fanes passando vicino al lago Verde
Il lago Verde 2043 m. ha tutte le tonalità di verde possibili 


Il rio S.Vigilio emissario del lago Verde
Capre al pascolo sulle rive del lago Verde 


Il rifugio Ucia de Fanes, molto frequentato
Dal rifugio parte il sentiero per il bellissimo lago Limo che si raggiunge in neanche mezz'ora ma che noi esploreremo in un'altra escursione
Sul ritorno lungo la sterrata che ci porterà a valle

La sterrata passa accanto al lago Piciodel 

L'antropologo austriaco Karl Felix Wolff raccolse con un lavoro che durò tutta la sua vita le saghe ladine che già al suo tempo stavano scomparendo per mancanza di persone in grado di tramandarle. Secondo lui nei racconti mitologici di queste valli come Il regno dei Fanes appaiono personaggi totemici e simbolici più antichi di quelli della tradizione fiabesca germanica 
Siamo ormai in vista del rifugio Pederù.


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