Alpe di Villandro



Lunghezza: 12 Km
Dislivello: 523 m
Tempo: 3h30
Altitudine max: 2197 m
Difficoltà: facile

Questa è una breve escursione invernale sull'Alpe di Villandro, un alpeggio tra i i più estesi d'Europa a circa 1700-2100 metri d'altitudine. E' un giretto rilassante e adatto a tutti, compreso i nostri amici pelosi e pensato per terminare in relax il 2019.  L'altopiano è situato a nord di Bolzano sopra la val D'Isarco sul versante est delle alpi sarentine e non lontano dal Rittner Horn (Corno del Renon) visto in una precedente escursione
L'Alpe è dominata dal monte Villandro 2509 m. e rappresenta il centro geografico dell'Alto Adige. Anche se il meteo non è stato favorevole ci ha comunque permesso nel pomeriggio di ammirare lo straordinario spettacolo delle Dolomiti Occidentali con lo Sciliar, l'Alpe di Siusi, il Sassolungo, il Sassopiatto, Il gruppo di Sella, le Odle, il Sass Putia e la Plose e tante altre cime

Come arrivare: superata la città di Bolzano si continua sulla A22 lungo la Val d'Isarco fino all'uscita di Chiusa. Qui si seguono le indicazioni per Villandro e l'Alpe di Villandro fino ad arrivare all'ampio posteggio a pagamento presso il rifugio Gasser  
Partiamo dopo aver preso un caffè al rifugio Gasser 1756 m. (Gasserhütte), un posto accogliente in tipico stile altoatesino
Seguiamo il sentiero 6 seguendo le indicazioni per la chiesetta Totenkirchl. Ben presto ci fermiamo per mettere i ramponcini perché ci accorgiamo che sotto la poca neve ci sono lastre di ghiaccio. I ramponi ora  ci permettono di procedere più spediti e sicuri, le ciaspole almeno adesso non servono in quanto il sentiero è battuto
Procediamo in leggera salita attraverso una vasta mugheta, un bosco dominato dalla presenza del pino mugo, un arbusto basso che forma spesso delle barriere impenetrabili. I suoi rami flessibili hanno la caratteristica di non spezzarsi sotto il peso della neve

Il sentiero che percorriamo è punteggiato dai 14 capitelli in legno della via Crucis che attraversa l'alpeggio e finisce alla chiesetta. Altrettanto avviene sul versante della val Sarentino

In Alto Adige spesso i sentieri sono delimitati da staccionate come questa. Oltre che a definire le proprietà e confinare il bestiame le recinzioni delimitano in estate il passaggio sui pascoli degli escursionisti proteggendo così il foraggio dal calpestio
Sull'Alpe di Villandro si contano più di 100 baite (hütte) come queste due; alcune di loro hanno grandi dimensioni e sono diventate punti di ristoro aperti anche in inverno
Uscendo dalla vegetazione in campo aperto possiamo ammirare la vastità dell'Alpe di Villandro (più di 20 km2


Un sguardo verso la strada percorsa. L'orizzonte verso le dolomiti, la cosa più bella da vedere da queste parti, purtroppo è chiuso da una bassa nuvolaglia 
I vasti pascoli sono punteggiati da numerosissime baite isolate
Un cartello posto ad un incrocio illustra la ricca sentieristica dell'Alpe
Inopinatamente siamo superati da una silenziosa mountain-bike dotata di grossi pneumatici e anch'essa  diretta alla chiesetta 
La bellezza di questi capitelli risiede nella loro semplicità e nelle sfumature delle fibre del legno
Arriviamo alla fine del pascolo dove comincia la breve salita che ci porterà alla chiesetta posta sul crinale. Vicino ad una baita circondata da una staccionata due vecchi tronchi formano una specie di porta simbolica

Poco distante si trova questa casetta nuova di zecca ricoperta interamente di scandole. Sono assicelle di legno usate in montagna per ricoprire i tetti a forte pendenza al posto delle tegole e che garantiscono un ottimo isolamento termico oltre che ad un risparmio sul materiale da costruzione
Arrivati alla Chiesetta dei Morti, la Totenkirchl a 2186 m. siamo investiti da impetuose raffiche di vento e nevischio risalenti dall'altro versante della montagna. Purtroppo la troviamo chiusa ed è un peccato perché ho letto che l'interno conserva un bel gruppo della crocifissione di grandezza superiore al naturale. Il nome della chiesa deriva dalle sue pareti ricoperte da tante piccole foto di coloro che su questi pascoli hanno vissuto. L’edificio fu eretto nel 1899 e nel corso degli anni ha subito molti restauri vista la sua posizione molto esposta ai venti.
Ancora oggi è meta di pellegrinaggi
Sul valico passa un lunghissimo muretto a secco che serviva a tenere separato il bestiame dei due comuni confinanti 
A quanto pare ad Artax piace mettere il muso sotto la neve per seguire le tracce odorose degli animali da tana
Un fochetta artica 
Dopo una velocissima pausa pranzo iniziamo il percorso di discesa lungo lo stesso tragitto dell'andata. Ora rimpiangiamo di non aver portato con noi le ciaspole perché così si sarebbe potuto percorrere il sentiero non battuto che dalla chiesetta corre  lungo il crinale realizzando così un anello più interessante 
Ora il tempo è migliorato e possiamo finalmente scorgere seppur velato dalle nebbie il fantastico profilo dei gruppi dolomitici che si trovano dall'altra parte della valle. Pochi sono i luoghi dove se ne possono vedere così tanti con un solo sguardo
Il Sassolungo e il Sassopiatto sono le montagne più imponenti di questa skyline dolomitica. Alla loro destra l'Alpe di Siusi, l'alpeggio più vasto d'Europa
Da sinistra le Odle, il gruppo del Sella e il Sassolungo

Qui finisce il pascolo e si rientra nel bosco
Dopo aver compiuto una digressione per scovare altri punti panoramici ed essere poi ritornati sul sentiero, ci imbattiamo in quello che un cartello definisce come "sentiero dei mughi". Consultiamo la mappa sul gps e capiamo che può rappresentare un'alternativa interessante per il rientro. Il breve sentiero attraversa una zona di mughi molto bella e va ad intercettare una stradina diretta al rifugio Gasser. Ogni tanto ci imbattiamo in passaggi sotto le fronde di grandi alberi come questo
Una volta arrivati sulla stradina non ci resta che seguirla assieme a dei gruppi di famiglie in uscita domenicale. Ci fermiamo spesso a scattare fotografie per tentare di catturare la bellezza di questi posti finché la luce lo permette

Lo Sciliar e il Rosengarten

Qui finisce la nostra escursione, breve e perfetta per una domenica di fine anno. Ritroviamo la Gasserhutte piena di gente e il parcheggio molto più affollato di quando eravamo arrivati noi. Il suo prezzo per l'intera giornata è di 4€ 




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