Cima Juribrutto

Lunghezza: 10, 7 Km
Dislivello: 868 m
Tempo in movimento: 4h
Altitudine max: 2705 m
Difficoltà: media

Nel gruppo di Bocche cima Juribrutto 2697 m.,  è la seconda cima piu alta dopo cima Bocche 2745 m. Posta di fianco alla sorella maggiore ne copia la forma: un versante dirupato sulla val si S.Pellegrino e uno poco inclinato e lastronato verso la val di Travignolo. Le due cime sono unite dai ricordi tragici delle aspre quanto inutili battaglie qui combattute nel corso della prima guerra mondiale. Il giro con le ciaspole è facile ma la discesa in val Juribrutto presenta tratti con pendenze da affrontare solo con  neve assestata. Essendo come cima Bocche una meta classica dello sci-alpinismo la traccia risulta sempre ben battuta ed intuitiva, un po' meno nella discesa in val Juribrutto. In caso di nebbia è utile la traccia gps vista la presenza di strapiombi soprattutto in prossimità della cima
Come arrivare: si risale la val di Fiemme fino a Predazzo quindi si segue la strada per il passo Rolle. Superato Paneveggio si prende sulla sinistra la strada per il passo Valles e si parcheggia nella piazzola dell'Agritur Malga Vallazza 1935 m. situato qualche tornante sotto passo Valles
L'Agritur Malga Valazza o Vallazza è chiuso in inverno
Il sentiero parte dietro la malga. Si affronta subito il tratto più ripido del giro seguendo la traccia che aggira dei dossi in un bosco che si fa sempre più rado mano a mano che si sale
Giunti alla fine del ripido tratto si esce su una selletta dove l'orizzonte si apre quasi all'improvviso sulle Pale di S.Martino
Sulla sella riprendiamo un po' fiato prima di attaccare un altro tratto abbastanza ripido
Alla fine del secondo tratto di salita giungiamo a una postazione di guerra dove delle croci in legno coperte di filo spinato ricordano i tragici anni della grande guerra. Cima Bocche ora è apparsa al di là del vallone che la separa da Cima Juribrutto. Quest'ultima era occupata dalle truppe italiane ma cima Bocche restò sempre un caposaldo austroungarico nonostante i ripetuti sanguinosi assalti delle Brigate Tevere e Calabria soprattutto dal versante sud.
Su Cima Juribrutto e su Cima Bocche si combatté ininterrottamente in estate ed inverno, dal maggio 1915 al novembre 1917. Lo scopo di queste battaglie sembra fosse quello ci alleggerire la pressione imperiale sul fronte dell'Isonzo.


"Dopo ottant'anni dalla fine della guerra i frantumi di ossa mal si distinguono dai sassi di dolomite e di calcare dei canaloni e delle pietraie assolate ove il verde non attecchisce. Frotte di turisti frettolosi e ignari fanno trekking nei pressi dei poveri residui di esseri umani o vi passano sopra veloci con gli sci, attutiti dallo strato di neve invernale.” 

"Cima Bocche è un tipico esempio della testardaggine dei nostri comandi nell'ordinare assalti a posizioni imprendibili e con un obiettivo sproporzionato ai sacrifici, con totale disprezzo della vita umana, che trovò il suo apice nelle offensive dell'Isonzo e del Carso. Ancora negli anni '20, nelle spianate e nei declivi intorno a Cima Bocche, giacevano insepolte numerose salme di soldati, soprattutto italiani. Oggi, tra le pietraie delle trincee e dei capisaldi smantellati dal cannone allora e dall'azione del tempo poi, ossa sbiancate si confondono con i ciottoli rocciosi.” (http://www.grandeguerra.com)
Dalle croci di guerra fino alla vetta che scorgiamo lassù le pendenze si fanno più dolci. Continuiamo a solcare una serie di dossi fino a raggiungere la cima 
Cima Bocche vista da cima Juribrutto. Tra le due sommità c'è un vallone che sale fino a forcella Grana o Juribrutto e che avevo ragggiunto nel corso di una precedente escursione invernale
La visuale dalla cima è vastissima. Verso ovest è visibile il gruppo del Latemar
Passo di S.Pellegrino. Fuciade, Cima Costabella e Cima Uomo in direzione nord-est
Catinaccio e Sassolungo si intravedono in lontananza a nord
Cima Bocche e Cima Lusia a ovest
Tira un vento freddo in vetta così ci abbassiamo un po' per mangiare qualcosa quindi iniziamo la discesa che ripercorre fino alle croci il sentiero dell'andata
Le Pale di S.Martino dai Lastei di Juribrutto
Verso est si distinguono il Pelmo, la parete nord del Civetta e l'Antelao
Decidiamo di scendere senza ripetere il percorso dell'andata ma facendo un anello che ci farà scendere in Val Juribrutto. Usciamo così dalla traccia e ci spostiamo verso ovest andando ad intercettare la traccia che dalla selletta va verso il lago Juribrutto. Sullo sfondo i Lagorai
Arrivati sul bordo della balza che scende alla selletta proviamo a tagliarla in diagonale evitando i tratti più ripidi. La neve è ben assestata e dunque non c'è pericolo di distacchi 
Sotto la neve però ci sono degli strati di ghiaccio che ci fanno fare divertenti scivolate senza conseguenze

Arriviamo così ad ricongiungerci con il 631 che da malga Valazza porta al lago di Juribrutto. Troviamo il lago addormentato sotto un candido manto nevoso. Sopra la conca si scorge il vallone che porta alla Forcella Grana o Juribrutto
Abbandoniamo la zona del lago e scendiamo verso la valle sottostante. Giungiamo così ad un incrocio di sentieri. Ora la direzione da prendere è malga Juribrutto seguendo il sentiero 629 che percorre tutta la valle. Non c'è però alcuna traccia battuta e ci dobbiamo affidare al gps ed all'intuizione nel disegnare un percorso più sicuro possibile. All'inizio scendiamo dolcemente sui dossi montonati del versante est della valle...
... per poi scendere decisamente sul fondovalle affrontando un tratto più scosceso. Mi piace tracciare il percorso nella neve vergine in una zona che non conosco, questo rende più intimo il contatto con la natura. Assieme alle nostre vediamo qua e là le tracce di camosci e lepri
 

Siamo infine sul fondovalle dove delle tracce di sci-alpinisti  scesi dal versante di cima Bocche ci fanno da apripista. A quanto pare la zona non è molto frequentata e questo la rende più bella. L'ombra ha già invaso la valle ma le Pale sono ancora in pieno sole
Iniziamo la discesa seguendo grossomodo il solco del rio Juribrutto. Il Cimon della Pala è la cima che si vede partendo da destra, seguono la Vezzana e i Bureloni
Nel punto dove la valle si restringe attraversiamo un ponticello
La valle poi si allarga nuovamente in una zona di pascolo. Alcune tracce di sci ora vanno verso sinistra ma noi seguendo il gps ci manteniamo sul versante destro. Dopo il pianoro la traccia segue più fedelmente il sentiero ben segnalato ed entra in un bosco via via più fitto
Uno sguardo all'indietro 
Sotto l'imponente muraglia rocciosa delle Pale corre quasi in piano la placida Val Venegia
Malga Juribrutto. Il nome locale di Juribrutto è Gereburt

Un poco prima di giungere alla malga si incontra questo crocevia. Noi seguiremo per il ritorno a malga Valazza il 629
Il sentiero lascia il pascolo di malga Juribrutto e si inoltra di nuovo nel bosco. Ci vogliono circa 45' per ritornare a malga Valazza recuperando in leggera salita un centinaio di metri
Su questo versante della montagna che dà sulla Val Travignolo incontriamo alcuni alberi schiantati. Siamo costretti ad aggirarne alcuni ma per fortuna non sono molti e non ci rallentano più di tanto, però fa pena vedere questi grandi tronchi spezzati. Il vento dev'essere stato tremendo quella notte 
Da un'apertura della foresta scorgiamo passo Valles con il suo rifugio dominati da cima Valles o Venegia 2305 m.
Ritroviamo infine malga Valazza alla fine di una giornata entusiasmante

Scarica la traccia gps da Wikiloc

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Commenti

  1. bellissima e descritta in maniera dettagliata. Mi piace seguire i tuoi viaggi anche se in mod virtuale. Ma io so che presto li metterò anche in pratica!!!

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