Rifugio Bolzano dalla Val Ciamin


Lunghezza: 19,5 Km
Dislivello: 1651 m
Tempo in movimento: 6h
Altitudine max: 2564 m.
Difficoltà: impegnativa

La via più frequentata per raggiungere questo famoso rifugio sullo Sciliar è il "sentiero dei turisti" che parte da Compatsch sull'Alpe di Siusi e passa per la Baita Saltner (dislivello: 790 m.; tempo: 3h20). Questa escursione parte invece da Bagni di Lavina Bianca in val Ciamin (Tschamintal) e raggiunge il Rifugio Bolzano 2457 m. in 4 ore attraverso la Gola dell'Orsara (Bärenfalle) superando un dislivello di 1280 m. Dopo aver dato un'occhiata all'Alpe di Siusi dal vicino monte Pez 2563 m. si prosegue sull'altopiano dello Sciliar con tratti in saliscendi e poi nuovamente in salita in direzione del Rifugio Alpe di Tires. Giunti ormai in vista del rifugio si abbandona il sentiero per scendere lungo un ripido canalone, il Buco dell'Orso (Bärenloch), andando a sboccare nell'alta Val Ciamin che si percorre poi fino a ritornare al parcheggio. I panorami che si godono lungo il percorso sull'Alpe di Siusi, il Sassolungo e Sassopiatto, le Odle e il Catinaccio sono tipicamente da cartolina. Purtroppo quando ci sono andato la giornata non era delle migliori e mi sono dovuto accontentare di qualche schiarita pomeridiana ma ormai ero quasi nel fondovalle. Il percorso è vario e alterna tratti impegnativi ad altri molto rilassanti, la segnaletica e il tracciato perfetti

Come arrivare: dalla A22 si esce a Bolzano Nord e si seguono le indicazioni per la Val di Tires. Raggiunto Tires si seguono quelle per Bagni di Lavina Bianca (Weisslahnbad), località posta sopra il paese. Un po' prima di arrivare ad una rotatoria si gira a sinistra raggiungendo un ampio parcheggio da dove parte il sentiero n.2 diretto al rifugio Bolzano attraverso il Bärenfalle (Gola dell'Orsara)
Mi sono messo d'accordo con degli amici di Bologna che stanno passando qualche giorno di vacanza a Siusi di ritrovarci al rifugio Bolzano e di fare un po' di cammino assieme. Loro partiranno da Compaccio (Compatsch) percorrendo il frequentato "Sentiero dei turisti". L'appuntamento è a mezzogiorno. Non conoscendo il  mio sentiero mi tengo largo con i tempi e parto alle 7 dal parcheggio di Lavina Bianca a quota 1172 m. 
Il sentiero per un po' sale e costeggia il versante orografico destro della Val Ciamin dove evidentissimi appaiono i danni causati dalla foresta Vaia al patrimonio boschivo 
Raggiunta una gola mi fermo un attimo nei pressi di questa caverna che un cartello dice essere stata luogo di culto preistorico 

Dall'altra parte della valle su un bel pascolo scorgo delle baite sparse. Da quelle parti passa una sterrata diretta in Val Ciamin che ricordo aver percorso qualche anno fa in inverno
Dopo 40' di avvicinamento raggiungo infine la Gola dell'Orsara (Bärenfalle), un impressionante intaglio nei contrafforti dello Sciliar che dovrò risalire lungo un ripido sentiero. Il termine tedesco Bärenfalle significa letteralmente "trappola per orsi"
Inizio a percorrere il sentiero che penetra nella forra e la risalgo su stretti tornanti. Tra queste altissime e strapiombanti pareti in un ambiente particolare e un po' claustrofobico la luce è tenue e il silenzio pressoché assoluto 
A momenti provo la sensazione di essere guardato dall'alto ma è solo frutto della mia fervida immaginazione
Dopo 50' di costante salita raggiungo questi ponticelli in legno che mi permettono di superare dei punti di frana 
Da bravo cane da ricognizione Artax scruta la valle in cerca di selvaggina

Poi s'imbatte in questo ligneo rapace notturno e credendolo vivo comincia a ringhiare
 
Sono ormai fuori dalla parte più incassata della gola e ritorno alla luce del sole
Dopo 1h50' dalla partenza raggiungo Sella Cavaccia 2019 m. (Tschafatsch-Sattel)  che segna la fine del Bärenfalle e mi concedo una breve pausa su un'artistica panca di legno ricavata da un tronco 
Entro nel bosco e continuo ora sul versante destro di questo vallone in direzione est. Sull'altro versante un po' più in basso vedo malga Sessel posta sotto il rifugio Bolzano che ancora non vedo
Il sentiero è diretto verso quella sella che raggiungo uscendo definitivamente dal bosco 
Attraverso il Rio Sciliar e poi continuo a salire girando a sinistra in direzione nord-ovest. Il tempo sta cambiando e dal fondovalle comincia a salire la nebbia
Mi trovo ora su un vasto pascolo tra i muggiti degli armenti. La segnaletica mi dice che sono ormai vicino al rifugio Bolzano e dopo un po' lo vedo apparire avvolto dalla nebbia mattutina 
Dopo 3h25 dalla partenza raggiungo il Rifugio Bolzano al Monte Pez a quota 2454 m. E' un grande rifugio costruito nel 1908 e di proprietà della sezione CAI di Bolzano. 
Pur essendo grande si respira un'atmosfera accogliente. Molti inservienti sono vestiti nei costumi tradizionali. Mi concedo un cappuccino nella sua grande stube. Sono in anticipio sull'appuntamento con i miei amici e decido di approfittarne salendo sul  vicino e panoramico Monte Pez
Quando esco dal rifugio la situazione è questa. Decido comunque di salire sul monte Pez anche perché spero che da lassù si possa bucare la coperta di nebbia

Dopo 15' sono in vetta ma la situazione non è migliorata. La croce di vetta del Monte Pez  si trova a 2564 m.
Dopo aver atteso invano una schiarita mi decido a scendere perché è quasi mezzogiorno ed i miei amici stanno arrivando   

Puntuali i bolognesi arrivano e decidiamo di mangiare qualcosa all'aperto. Nel giro di mezz'ora giungono numerosi gruppetti di escursionisti e le panche si vanno occupando velocemente. I miei amici sono diretti al rifugio Alpe di Tires dove pernotteranno, io invece li accompagnerò per un tratto per poi ritornare al parcheggio attraverso la Val Ciamin
Partiamo ora sul largo sentiero n. 4 diretto al rifugio Alpe di Tires
Dopo aver perso leggermente quota il sentiero attraversa l'altopiano dello Sciliar serpeggiando in falsopiano per poi cominciare lentamente a salire verso Cima di Terrarossa
Ecco lassù  Cima di Terrarossa 2655 m. Dopo essersi avvicinato alla base della montagna il sentiero si sposta sul suo versante destro. Da lì parte la ferrata Maximilian che percorrendo una serie di creste arriva al Dente di Terrarossa 
Il sentiero ci porta verso il profondo vallone che separa lo Sciliar dal gruppo del Catinaccio
La terra prende qui una colorazione decisamente rossastra
Arriviamo ad una sorta di valico da dove si può scorgere la sottostante val Ciamin e in lontananza nella foschia i Bagni di Lavina Bianca da dove sono partito stamattina  
Dal passo scendiamo con ripide serpentine verso il Buco dell'Orso (Bärenloch) alla cui testata si trova il rifugio Alpe di Tires, facilmente riconoscibile per via del suo nuovo tetto rosso brillante. Sullo sfondo il gruppo del Sella 
Zoom sul rifugio Alpe di Tires, recentemente  rinnovato
A sinistra, sopra il rifugio, spicca la tozza mole del Dente di Terrarossa; a destra del rifugio c'è il Molignon
Scorgo il sentiero n.3 che dovrò tra poco prendere per il ritorno. La sua traccia si stacca a mezza costa dal sentiero che sale al rifugio
E' arrivato il momento di salutare i miei amici. Sono passate circa 2h30 dalla nostra partenza dal rifugio Bolzano
Inizio la discesa nel Buco dell'Orso, una ripida gola che mette in comunicazione la Val Ciamin con l'altopiano dello Sciliar. In alcuni tratti esposti il sentiero è attrezzato con un cordino
Sorprendo una marmotta che per un lungo momento resta immobile cercando di mimetizzarsi tra le rocce, poi appena le giro le spalle fila a nascondersi sottoterra
Il Bärenloch è un vallone assai ripido e altrettanto impervio del Bärenfalle. La discesa è lenta
Lasciata alle spalle la parte più angusta e rocciosa del vallone ritrovo il  verde e rilassante paesaggio della val Ciamin
La segnaletica per il Bärenloch. Ci sono voluti 40' per arrivare a valle
Il tempo ha deciso finalmente di mettersi al bello così posso godere dello spettacolo di queste cime che dovrebbero essere quelle di Valbona o le Creste del Ciamin, in ogni caso fanno parte del gruppo del Catinaccio
Lasciata la testata della valle parzialmente invasa dai ghiaioni il sentiero scende sul suo versante destro ed entra in un bel bosco di conifere. Raggiunta una zona piuttosto pianeggiante entro in una splendida radura, il Rechter Leger, da dove posso ammirare la Cima del Principe che si erge in mezzo alla valle con il suo profilo simmetrico e imponente
A destra della Cima del Principe scorgo nell'ombra la Grasleitental, la Valle del Principe, dove si trova il rifugio Bergamo raggiunto in un'altra escursione
L'armoniosa bellezza del Rechter Leger 
Continuo lungo il sentiero che presenta tratti pianeggianti ed altri in discesa. Sento poco la stanchezza anche perché l'ambiente è incantevole e la temperatura è perfetta. Attraverso due ponti sul torrente e mi fermo a bere la fresca acqua di sorgenti incanalate in abbeveratoi ricavati da tronchi d'albero. Raggiungo un'altra radura, la Schafer Leger, dove c'è una baita. Nei dintorni della radura il bosco è stato in parte devastato dalla tempesta Vaia 
Abbandonata ad un bivio la sterrata scendo su un ripido sentiero diretto a Lavina Bianca. La valle in questa zona assomiglia ad un canyon invaso in alcuni punti da frane e alberi trascinati a valle 

Anche il tranquillo rio Ciamin è diventato tumultuoso e spumeggiante
Dall'altra parte della valle scorgo il Buco dell'Orsara; il suo aspetto da qui è ben diverso da quello visto stamattina
Per crescere quest'albero ha trovato un posticino su questo masso caduto da chissà dove. La forza della natura è prodigiosa!
Raggiungo la malga-rifugio Ciamin, situata alle fine del sentiero e posta vicino al ponte che attraversa il torrente. Non è troppo tardi e decido di fermarmi per un caffé. Mi mancano poche decine di metri per ritrovare il parcheggio. E' trascorsa 1h30 abbondante da quando ho lasciato il Bärenloch

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Commenti

  1. Bellissima spiegazione, grazie.

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    1. Ciao, ho notato che avevi un cane con te. Io sarò da quelle parti prossimamente e volevo fare la camminata con il mio cane, facendo il buco dell'orso in salita. A tuo avviso è fattibile? CI sono parti con scalette? Grazie mille Federico

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