Strada delle 52 gallerie (salita)
Lunghezza: 6,4 Km di cui 2,4 in galleria
Dislivello: 784 m
Tempo in movimento: 3h
Altitudine max: 1989 m
Difficoltà: media
Strada degli Scarrubbi (discesa)Altitudine max: 1989 m
Difficoltà: media
lunghezza: 6 Km
dislivello: 712 m.
Tempo in movimento: 2h30
Difficoltà: facile
Difficoltà: facile
La Strada delle 52 gallerie o della Prima Armata è giustamente considerata il capolavoro del Genio Militare italiano. Costruita per assicurare, al riparo dell'artiglieria austro-ungarica, costanti e sicuri rifornimenti alle truppe dislocate sul fronte del Pasubio, fu realizzata da non meno di 600 uomini nell'arco di soli 7 mesi, da marzo a dicembre del 1616. Parte da Bocca Campiglia a 1216 m. e arriva al rifugio Achille Papa a 1928 m. inerpicandosi e attraversando uno dei versanti più selvaggi e scoscesi del massiccio del Pasubio. Noi l'abbiamo percorsa in un giorno di nebbie che ci hanno purtroppo nascosto il grandioso panorama circostante. Periodo per andarci: da giugno ad ottobre. Proibito il transito alle mtb, cani al guinzaglio e bambini strettamente sorvegliati vista la forte esposizione e la mancanza di protezioni esterne
Come arrivare: da Rovereto seguire la SS46 in direzione di Vicenza. Superato il passo delle Fugazze si continua scendendo verso Valli del Pasubio. Dopo il rifugio Balasso, all'altezza di ponte Verde si prende la strada sulla sinistra che conduce a Passo Xomo. Si continua ora su strada assai dissestata fino al parcheggio situato in località Bocca Campiglia. Parcheggio a pagamento (6€ solo con monete). L'ultimo tratto di strada non è percorribile dagli autobus
Il portale d'ingresso della strada delle 52 gallerie. Dal 1° maggio al 31 ottobre la tariffa per il parcheggio è di €6 pagabili solo con monete. E’ possibile cambiare il denaro presso il Rifugio di Passo Xomo e malga Campiglia. La tariffa del comune di Posina appare esorbitante tanto più che per arrivarci si deve fare l'ultimo tratto di strada (da passo Xomo fino al parcheggio) ridotto in pessime condizioni e pieno di buche
Su queste lapidi sono registrati tutti i reparti dei due eserciti coinvolti nella guerra sul Pasubio. Lungo tutta la strada incontreremo molti pannelli che illustrano i diversi aspetti della sua straordinaria realizzazione
Mappa, altimetria, dati e segnaletica della strada
Dopo un primo tratto con alcuni tornanti raggiungiamo lo storico portale della prima galleria, costruito nel 1917
La strada, più precisamente la mulattiera, doveva essere larga tanto da consentire il passaggio di due muli caricati sia lateralmente che centralmente (2,20 - 2,50 m). La pendenza media è del 12% ma in alcuni punti si raggiunge il 22%. Alcune gallerie sono basse per cui risulta utile un caschetto anche per proteggersi dallo stillicidio del tetto. Bisogna inoltre munirsi di una torcia elettrica perché molte gallerie sono molto buie e il terreno spesso è scivoloso. Ogni galleria è numerata e sulla targa è inciso il suo nome. Sono nomi di generali, graduati e personaggi famosi ma anche dei reparti che contribuirono alla realizzazione dell'opera
Le gallerie furono scavate con l'uso di materiale esplosivo e di martelli perforatori ad aria compressa portata fin quassù grazie a chilometri di tubazioni e generata da due motori ad olio pesante situati presso la centrale di malga Busi. Presso la stessa malga si trovava anche la centrale elettrica che forniva l'illuminazione alle gallerie
Il percorso si inerpica sui contrafforti rocciosi della Bella Laita entrando e uscendo continuamente dai tunnel
La realizzazione dell'opera comportò anche la costruzione di un cantiere con vasti baraccamenti, la costruzione di telefori (teleferiche a mano), di sentieri di servizio e la posa delle tubazioni dell'aria compressa.
Le parti esposte sono spesso attrezzate sul lato roccia con un cordino metallico ma non vi sono protezioni sul versante verso la valle. All'epoca erano protette da un guardamano in tondino sorretto da paletti in ferro. Inoltre nei passaggi esposti a caduta valanghe la mulattiera era protetta da appositi tettucci
Un tratto della mulattiera che dà sulla valle
Le finestre nelle gallerie erano utili anche per l'appostamento dei pezzi di artiglieria. All'interno di alcune gallerie si trovavano dei pozzetti atti a ricevere l'esplosivo che sarebbe stato fatto brillare in caso di ritirata
Le finestre nelle gallerie erano utili anche per l'appostamento dei pezzi di artiglieria. All'interno di alcune gallerie si trovavano dei pozzetti atti a ricevere l'esplosivo che sarebbe stato fatto brillare in caso di ritirata
In questo tratto la strada guarda sulla sottostante val Leogra e sulla pianura veneta
In una galleria leggiamo delle frasi proiettate sul pavimento che ricordano lo spirito emulativo delle squadre intente al lavoro. La mulattiera fu realizzata dalla 33ª Compagnia minatori del quinto reggimento dell'Arma del Genio e da 6 centurie di lavoratori
Arriviamo alla 19ª galleria che oltre ad essere la più lunga (320 m.) segue una linea elicodale a 4 tornanti all'interno di un possente torrione roccioso dal quale sbuca sotto la sua sommità
La nebbia che sale dalla valle arriva fino all'interno dei tunnel. Le gallerie si susseguono senza soluzione di continuità e i nostri occhi si abituano al buio. Indispensabili in molte gallerie sono le luci dei nostri frontalini posti sui caschi tanto più che la giornata non aiuta. All'epoca della costruzione vennero usate le lampade ad acetilene
Dopo la 30ª e 31ª galleria entriamo nell'impluvio della Val Camossara e la strada compie un ampio giro che taglia a mezzacosta i suoi ripidi pendii tra la Bella Laita e il monte Forni Alti. Il tratto scoperto attraversava una zona impervia e ghiaiosa e fu necessario costruire due muri, uno a monte e uno a valle della strada, lungo i quali vennero disposte delle protezioni contro le valanghe
Val Camossara
In questo tratto la mulattiera aggira, tagliandone il ripido versante, il monte Forni Alti fino a giungere alla testa di Val Fontana D'Oro. Passiamo sopra tre profondi canaloni chiamati Vai (Vaio del Motto, di Mezzo e del Ponte)
Artax si accorge che sulle pendici erbose ci sono dei camosci, per niente turbati dalla nostra presenza
La strada incontra il sentiero 322 proveniente dal fondovalle e diretto al passo di Val Fontana d'Oro dove si trovava una cabina di trasformazione dell'energia elettrica
La strada ricomincia a salire leggermente attraversando lo sperone del Soglio Rosso e raggiungendo il suo punto più alto (m. 2000). In questa zona si trovavano numerosi baraccamenti e alloggiamenti per i servizi e i pezzi da artiglieria
Una caratteristica del Pasubio è certamente l'asprezza e il carattere assolutamente selvaggio dei suoi versanti
Attraversiamo una stretta cengia a picco sul Vaio sud e successivamente sulla val Canale e scendiamo quindi rapidamente all'interno dell'ultima galleria, la 52esima, dove si deve fare attenzione a non scivolare sulle umide gradinate.
Usciamo infine a pochi passi dal rifugio Papa che avevamo già visto nel corso di una precedente escursione illuminato dal sole. Oggi invece le nebbie lo nascondono spesso alla nostra vista. Decidiamo di fermarci su queste panche per la nostra pausa pranzo
Per il ritorno non ci resta che scendere lungo la camionabile degli Scarrubbi che all'epoca si trovava sotto il tiro delle artiglierie imperiali del prospiciente monte Maio; era anche esposta alle frequenti valanghe e non transitabile durante il periodo invernale.
La strada fu costruita dall'Esercito italiano per permettere l'accesso all'altipiano del Pasubio. Durante il primo chilometro la strada è pianeggiante e attraversa le guglie degli Scarubbi da cui prende il nome
I suoi numerosi tornanti, 12, possono essere tagliati seguendo le evidenti scorciatoie
Dopo circa due ore di cammino siamo in vista dei pascoli di malga Campiglia e il parcheggio a Bocca Campiglia lo raggiungiamo su un pezzo di strada pianeggiante
E' ormai tempo di transumanza e la strada del ritorno è invasa da un grande gregge di pecore
Scarica la traccia gps da Wikiloc
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