Rifugio Sennes

Lunghezza: 10,13 Km
Dislivello: 714 m
Tempo in movimento: 3 h
Altitudine max: 2136 m
Difficoltà: facile

In questa facile escursione nel parco naturale Fanes--Sennes-Braies che dal rifugio Pederù porta al rifugio Sennes l'uso delle ciaspole non è necessario dal momento che il gestore del rifugio si occupa di battere la stradina, utilizzata anche come pista da slittino per la discesa, mentre i ramponcini risultano utili nella prima parte. Se però come in questo giro si vuole seguire nel ritorno la scorciatoia per raggiungere il villaggio di Fodara Vedla (variante molto consigliata) le ciaspole potrebbero essere necessarie dopo una fresca nevicata. L'unico tratto impegnativo si affronta nella prima parte, quando si deve rimontare un bastione roccioso dentro uno stretto vallone. L'escursione regala una splendida vista sull'Alpe di Sennes, la Croda Rossa il monte Cristallo e il Sorapiss  

Come arrivare: uscire dalla A22 a Bressanone in direzione della Val Pusteria. Giunti a S.Lorenzo in Sebato girare a destra per la Val Badia e in seguito per S.Vigilio di Marebbe. Arrivati in paese seguire le indicazioni per il rifugio Pederù. Si posteggia presso il rifugio Pederù (m. 1548), situato in fondo alla Val Tamersc, che da San Vigilio di Marebbe porta nel cuore del Parco naturale di Sennes-Fanes-Braies

Troviamo il rifugio Pederù (1548 m) aperto con già un buon numero di auto parcheggiate. Mentre ci prepariamo sul bordo della strada siamo investiti da una nube puzzolente di nevischio sollevata da un mezzo cingolato che arriva a tutto gas  
Dopo il rituale caffè ci accingiamo a risalire il vallone soprastante il rifugio percorrendo una strada militare perfettamente battuta che serve anche agli slittini per il ritorno. In Alto Adige la tradizione degli slittini è molto diffusa. Si noleggiano presso i rifugi e si lasciano in un punto di raccolta a valle
La bella Val Tamersc di origine glaciale deve essere percorsa nella sue interezza per raggiungere il rifugio Pederü
Gli stretti tornanti sono ideali per le acrobazie di Artax
Dall'altra parte della valle un cingolato sale verso il rifugio Fanes
I ramponi qui facilitano la salita sui tratti ghiacciati
Dopo mezz'ora si raggiunge questo capitello che rappresenta la fine della parte più impegnativa del percorso
Dopo un'altra mezz'ora di salita più agevole raggiungiamo il bivio posto all'inizio dell'alpe di Sennes. Prendiamo la traccia a sinistra diretta al rifugio Sennes (Ucia de Senes in ladino) mentre l'altra traccia conduce al villaggio Fodara Vedla che visiteremo nel ritorno
L'orizzonte comincia ad aprirsi. Sullo sfondo la Furcia dai Fers 2534 m nel gruppo delle Conturines, ambita meta sci-alpinistica
Dopo un tratto in falsopiano il sentiero vira ad ovest risalendo il versante destro del vallone già ampiamente al sole

Alla fine della salita il sentiero ritrova la strada di neve battuta proveniente dal villaggio Fodara Vedla. Si continua ora su pendenze più leggere  
Uscendo dal bosco lo sguardo può spaziare ora sul vasto altopiano di Sennes, delimitato da una serie di cime dalle forme più varie. Sullo sfondo le Conturines
Continuiamo sulla pista battuta e superato un dosso appare la Croda Rossa d'Ampezzo 3146 m
Il vasto altopiano di Sennes con al centro la Croda Rossa. A destra si scorge il monte Cristallo 3221 m
La Piccola Croda Rossa e sinistra e la Croda Rossa a destra. Questa foto come altre nella pagina è dell'amico Maurizio che ringrazio
Alternando brevi salite a tratti quasi pianeggianti giungiamo in vista del rifugio Sennes posto in un'ampia conca delimitata da una serie di cime: a sinistra il Monte Sella di Senes, al centro il Passo di Sennes, a destra Cima di Riciogogn. Sono passate quasi 2 ore dalla partenza, pause comprese
Il rifugio è stato costruito nel 1937-39 dalla famiglia Palfrader vicino ad un antico villaggio composto da piccole baite



Più volte ammodernato, il rifugio in inverno è aperto anche nei giorni feriali. E' la seconda volta che ci vengo in inverno. La prima volta ero diretto al rifugio Biella distante circa 1h30' dal Sennes
Dopo la pausa pranzo iniziamo la discesa inizialmente sullo stesso tracciato dell'andata. Sullo sfondo da sinistra la Croda Rossa, il Piz Popena, il monte Cristallo e più lontano il  gruppo del Sorapiss. Sono le montagne che circondano Cortina d'Ampezzo, non molto lontana da qui
Il gruppo del Sorapiss
La Croda Rossa
Il cielo inizia a coprirsi. Per la serata è prevista una debole nevicata
A circa 1 km dal rifugio sulla sinistra spunta dalla neve questo crocevia che ci indica il sentiero per raggiungere il villaggio di Fodara Vedla. La traccia è anche una scorciatoia e fa parte dell'Alta Via delle Dolomiti n°1. E' malamente battuta ma per fortuna non si affonda nella neve. Bastano pochi passi fuori dal sentiero battuto per sentirsi completamente isolati e immersi in una natura bellissima
Dopo mezz'ora di cammino intercettiamo la strada che proviene dal rifugio e poco dopo raggiungiamo Fodara Vedla ancora addormentato sotto un'abbondante coltre bianca. Come il precedente è composto di baite e c'è anche un rifugio (chiuso) che si nota sulla sinistra. La strada serve anche da pista per gli slittini
La storia del villaggio risale alla Grande Guerra, quando le truppe austro-ungariche che occupavano la zona crearono qui un accampamento militare  
Finito il conflitto la residenza degli ufficiali abbandonata fu rilevata da una famiglia del posto e inizialmente usata per i mesi estivi in malga. Successivamente, in seguito allo sviluppo turistico della zona, fu trasformata in una struttura ricettiva, il rifugio Fodara Vedla

Lasciamo questo villaggio ricco di fascino e ci accingiamo a risalire una breve salita, l'ultima del giorno
Scendiamo poi lungo la strada che ora costeggia il lato sinistro della valle fino ad andare a ricongiungersi con il sentiero dell'andata
Ripercorriamo gli stretti tornanti dell'andata ...
...fino a raggiungere il rifugio Pederü

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