Monte Brento

Lunghezza: 8,5 Km
Dislivello: 541 m
Tempo in movimento: 2h30'
Altitudine max: 1558 m
Difficoltà: facile

Il monte Brento fa parte della catena del Casale o Dain Grande che divide le Giudicarie dal Basso Sarca. Mentre il versante est è una parete impressionante conosciuta mondialmente per i lanci dei base jumpers il versante ovest è boscoso e degrada dolcemente verso il Lomaso. Si tratta di una semplice passeggiata nei boschi con un solo tratto ripido nella parte finale. Il nostro obiettivo era quello di arrivare al Becco dell'Aquila da dove avvengono i lanci e ritornare per malga Valbona compiendo un anello ma il brutto tempo ci ha costretti ad accorciare il giro. La cima è assai panoramica e l'attraversamento della bella foresta di faggi ed abeti rossi è piacevole
Come arrivare: da Arco si raggiunge Varignano. All'incrocio tra via delle Grazie con via Vittorio Veneto si trova il pannello con le indicazioni per il rifugio-malga S.Giovanni al Monte. Non resta che seguire la strada che in 20' (10 Km) sale in località S.Giovanni al Monte a 1050 m  Posteggio presso la malga-rifugio
La malga rifugio è anche un agritur
Panorama verso la valle del Sarca e il lago di Garda. S.Giovanni al Monte è una conosciuta meta ciclo-turistica nonché punto di partenza per diverse escursioni 
Seguiamo le indicazioni verso il monte Brento
Raggiunta località Marcarìe ci incamminiamo sulla forestale Cargoni che qui coincide con il sentiero 408, proveniente da Arco e diretto al monte Casale. Prima della solita sbarra troviamo questo pannello ormai noto in Trentino. Dopo il reinserimento dell'orso  nel Trentino numerosi sono stati gli avvistamenti in questa zona. La catena del Casale come quella del Gazza non sono molto distanti dal gruppo del Brenta, area originaria dell'insediamento del plantigrado. Malvolentieri devo tenere Artax al guinzaglio
Raggiungiamo in breve Baita Cargoni 1182 m, situata in una radura nella faggeta. E' di proprietà del comune di Arco e data in comodato alla sezione locale della Sat. Poco dopo lasciamo il 408 diretto al monte Casale e seguiamo  sulla destra il 408b per il monte Brento
Segue un tratto in leggera salita che diventa poi pianeggiante in una bellissima foresta mista di faggi e di abeti dove la mancanza di panorama è compensata  dal canto di numerosi uccelli 

Ad un incrocio posto sul tornante di una forestale a quota 1320 m (1h dalla partenza) giriamo a destra seguendo le indicazioni per la cima. Inizia un tratto ripido lungo un po' più di un km, spezzato da un ripiano erboso dove si può tirare il fiato

Raggiungiamo il crinale dove un vasto panorama sulla Valle dei Laghi e la testata del lago di Garda ci attende, anche se le nuvole ostacolano molto la vista, soprattutto verso ovest. Il sentiero ora percorre la linea di cresta salendo verso la sommità dove a quota 1545 m è stata eretta l'immancabile croce (1h30 dalla partenza)

Dalla cima del Brento lo sguardo va verso la piana del Bleggio. L'avvallamento sullo sfondo è il passo Duron che conduce a Tione con a sinistra cima Sèra, esplorata nel corso di una precedente escursione
 Il lago di Cavedine. Il versante est del Brento è una parete rocciosa alta 1300 m. in alcuni punti priva di qualsiasi cengia. Ci troviamo in un ambiente rupestre dominato dal calcare dove una vegetazione pioniera ha occupato tutte le fessure e gli anfratti di roccia. Le pareti sono sormontate da cenge dove si sono insediati piccoli boschetti di faggi
Il sentiero continua sulla linea di cresta raggiungendo il becco dell'Aquila e poi scende verso malga Valbona. Purtroppo il tempo si è improvvisamente deteriorato e un temporale si sta avvicinando velocemente da ovest. La prudenza ci suggerisce  di scendere dal crinale, zona più esposta ai fulmini
Scendiamo in un avvallamento e poi lungo il versante ripido del bosco fino a ritrovare più sotto il sentiero dell'andata
Non ci resta che riprendere il sentiero nel bosco
Incontriamo una trappola per il bostrico. Sono trappole attrattive innescate con ferormoni per combattere questo coleottero che produce gravi danni agli abeti rossi

Nei pressi di Baita Cargoni  si trova questo tavolo composto da un grosso masso su cui è stata posta una lastra di calcare. Per un attimo pensiamo ad uno straordinario scherzo della natura o all'opera di qualche gigante locale ma poi ne vediamo un'altro che fuga ogni dubbio sulla sua origine
Baita Cargoni è il posto ideale per consumare il nostro pranzo al sacco allietato oggi da un buon bicchiere di Lacrima di Morro offerto da Maurizio
Ritornati a S.Giovanni la fontana fa la gioia di Artax
Ormai sotto la pioggia lasciamo il borgo non prima di aver dato un'occhiata a questa straordinaria casa arborea di cui ci piacerebbe conoscere la storia... (foto Maurizio)

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