Giro del Sengio Alto

Lunghezza: 12,6 Km
Dislivello: 409 m
Tempo in movimento: 3h45'
Altitudine max: 1551 m
Difficoltà: facile

Nelle prealpi venete, tra il gruppo del Carega ed il massiccio del Pasubio, sul confine tra Veneto e Trentino, si erge una piccola catena di carattere dolomitico orientata da nord a sud, il Sengio Alto. Il versante est guarda verso la pianura veneta con pareti e dirupi scoscesi, quello occidentale fa da testata alla Vallarsa e scende con un profilo più dolce fatto di boschi e pascoli. Questo facile giro contorna il gruppo del Sengio Alto su sentieri e mulattiere nella parte trentina e su una stradina in parte asfaltata nella parte veneta: è la cosiddetta strada del Re, inaugurata da Vittorio Emanuele III nel 1918 dopo essere stata nel corso della guerra importante collegamento di arroccamento per il Pasubio e il Sengio Alto. Una grossa frana staccatasi lungo un vallone ha reso necessaria la costruzione di un ponte sospeso lungo 105 m e alto 35 diventato subito un'attrazione turistica. Altri punti di interesse storico nei pressi del passo delle Fugazze sono il sacrario militare del Pasubio e l'attiguo museo della 1^Armata, testimonianze del vasto dramma che su questi monti si consumò nel corso della prima guerra mondiale 

Come arrivare: da Rovereto si segue la strada per la Vallarsa sulla tortuosa SP 46 del Pasubio in direzione di Vicenza. Un posteggio libero (piccolo) e un altro a pagamento si trovano al  passo Pian delle Fugazze di fronte alla strada per Campogrosso. Un' altra più grande area di sosta a pagamento si trova 50 m dopo il passo in corrispondenza della strada che porta al sacrario militare (3€ per la giornata)

Partiamo dal passo Pian delle Fugazze posto a quota 1163 m sulla strada provinciale per il passo di Campogrosso. La strada da tempo  è chiusa al traffico per i veicoli a motore per preservare dall'inquinamento le varie sorgenti che alimentano la Vallarsa. Il divieto di transito non si trova all'inizio ma un po' più avanti. Sul lato destro ci sono diverse piazzole per il parcheggio (a pagamento)
Arriviamo ben presto all'inizio del nostro sentiero contrassegnato con la sigla G18, direzione malga Boffetal. Seguiamo per un tratto la strada delle Sette Fontane poi il nostro sentiero entra nel bosco 
Il sentiero sale tranquillo in una bella faggeta
Dopo un'oretta sbuchiamo nel pascolo della malga Boffetal. Quella che si vede in alto è la selletta nord-ovest del Cornetto dove passa il sentiero 170 che collega i due valichi, Fugazze e Campogrosso e fa parte del Sentiero Europeo E5
Il vasto e ondulato pascolo di malga Boffetal
Ci troviamo sulla testata della Vallarsa. Di fronte a noi affumicato dai soliti nuvoloni estivi c'è il gruppo del Carega chiamato anche "Le Piccole Dolomiti" 
Siamo in vista di malga Boffetal o Bovental, punto di ristoro molto frequentato
Di lunedì però la malga sembra chiusa per cui procediamo. L'etimo del suo nome pare derivare dal termine cimbro bolf cioè lupo e quindi Boffetal significa valle del lupo
Presso la malga c'è questo crocevia ma noi dobbiamo seguire quel sentiero sulla sinistra dove si vede transitare una persona. E' il sentiero 173  che proviene dalla sottostante strada delle Sette Fontane e più avanti va ad innestarsi sul 170 presso una grande pozza d'alpeggio
Intorno a noi è tutto un fiorire di maggiociondoli i cui fiori sono  per noi tanto belli quanto velenosi mentre per altri animali come lepri conigli e cervi  risultano commestibili 
Liberatosi per un momento dalla nuvolaglia ecco apparire il Cornetto di Vallarsa 1899 m . La cima si raggiunge della selletta di nord-ovest con un sentiero in parte attrezzato o dal sentiero di arroccamento proveniente da cima Baffelan
Proseguendo sui pascoli sotto le guglie frastagliate del Sengio Alto ci alziamo gradualmente fino ad inoltrarci in una bella faggeta dove si trova il bivio con il sentiero 177 diretto al passo del Baffelan
Dopo due ore di piacevole cammino usciamo dal bosco in vista del passo di Campogrosso 1449 m. Tralasciando l'affollato rifugio T. Giuriolo ci incamminiamo su questa stradina sulla sinistra. Sullo sfondo malga Campogrosso. Il ciclista che si vede proviene da Recoaro distante circa 10 km dal passo, raggiungibile sul versante veneto anche in auto
Speravamo in una sosta con assaggio della ricotta locale ma di lunedì anche malga Campogrosso è chiusa; non ci resta che proseguire in leggera salita fino a superare un dosso che sarà il punto più alto della nostra escursione. Siamo già sulla strada del Re che come detto fu inaugurata da Vittorio Emanuele III alla fine della prima guerra mondiale. La strada è chiusa al traffico. Una lapide ricorda un incidente di un autobus che nel 1956 uscì di strada a causa della nebbia
Il passo di Campogrosso con il suo rifugio. Il valico mette in comunicazione la Vallarsa con la valle dell'Agno. Questa è sempre stata terra di confine, prima tra la Repubblica di Venezia e il Sacro Romano Impero e poi tra Italia e Impero Austro-Ungarico come testimoniano i cippi in pietra. Sulla destra la parete della Sisilla
La Sisilla è  una parete verticale alta 100 m che domina il passo e diventata ambita palestra di roccia. E' sovrastatata dalla statua di una Madonna ed è raggiungibile in 20' su un sentiero in parte attrezzato
Proseguiamo sulla strada del Re che scende dolcemente circondata dai maggiociondoli. Sopra di noi le alte pareti del Baffelan da dove sentiamo provenire delle voci di alpinisti che stanno compiendo un'ascensione
Purtroppo la giornata non è delle migliori. Una coltre nebbiosa  nasconde il paesaggio delle valli e dei paesini sottostanti  ma in estate qui è facile incontrare giornate come questa. L'ideale sarebbe venirci  in una tersa giornata autunnale
Dopo due km si abbandona la strada interrotta da una frana  per scendere lungo un sentiero che conduce al ponte sospeso
Una grossa frana aveva interrotto per anni la strada del Re. Nel 2016 sono iniziati i lavori  per la costruzione di un ponte sospeso terminati nel febbraio 2017. Il ponte è tutto in acciaio ed è dotato di corde antivento per limitarne le oscillazioni.  
Bisogna attraversarlo a piccoli gruppi evitando assembramenti visto che è stretto. E' lungo 105 m e alto 35 
Il ponte è dedicato al donatore AVIS e il perché si capisce leggendo queste righe
Attraversato il ponte e ritrovata la strada del Re arriviamo in mezz'ora al Sacrario militare (Ossario) del Pasubio, la cui forma ricorda quella di un faro. Fu eretto nel 1926 per la futura memoria dei terribili fatti bellici che interessarono il vicino Pasubio. Assieme ai resti di soldati italiani e austriaci contiene le spoglie del generale Pecori Giraldi che volle essere sepolto qui
Ogni anno agli inizi di luglio qui si commemora la più sanguinosa delle battaglie del Pasubio avvenuta il 2 luglio 1916
Il monumento è diviso in due parti: l'ossario che occupa ll basamento e contiene i resti dei soldati e il sacello la cui entrata si trova sul lato sud
Anche l'interno del monumento ricorda la struttura di un faro dove si accede ai piani superiori per mezzo di scale in pietra e di una scala in ferro
La frasi di quel tempo ci suonano perlomeno retoriche 
Accediamo al terzo piano attraverso questa scala. Al termine mi aspettavo di trovare un terrazzino ma ci sono solo delle finestrelle come avviene sulla sommità di un faro alto 35 m.  Da lì, tempo permettendo, si gode di un vasto panorama sulla Val Leogra e la pianura padana. Peccato che oggi il tempo sia mediocre e le finestre sporche...
Il piazzale antistante il sacello
Il panorama sulla valle Leogra dal piazzale
Annesso al sacrario c'è il museo della Prima Armata che però non abbiamo visitato preferendogli un caffè nel vicino bar
Vista sulle creste del Pasubio e sull'Incudine. Ci siamo stati nel corso di un'escursione l'anno scorso
Vista sul Cornetto di Vallarsa
Panoramica sul Pasubio. Nel cerchio rosso c'è il rifugio Papa.
Il rifugio Achille Papa sul Pasubio (foto Maurizio)

Dal sacrario bastano pochi minuti di cammino per raggiungere il parcheggio e il passo Pian delle Fugazze.

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