Alta Via di Neves


Lunghezza: 19 Km
Dislivello: 1162 m
Tempo in movimento: 6h30
Altitudine max: 2663 m
Difficoltà: media



L'Alta Via di Neves collega due rifugi, il rifugio Passo Ponte di Ghiaccio e il rifugio Porro passando ai piedi dei ghiacciai della Punta Bianca e del Grande Mesule nelle alpi dello Zillertal lungo le quali corre il confine italo-austriaco. Pur non presentando particolari difficoltà è un percorso lungo (6-8 ore) con un marcato dislivello (1162 m.) da affrontare con una buona forma fisica. Il paesaggio è quello severo e grandioso che si incontra attraversando le zone detritiche sotto i ghiacciai, ricche di corsi d'acqua, torbiere e macchie di neve. I colori dominanti sono il grigio della roccia e il bianco delle nevi perenni (purtroppo non più) in tutte le loro sfumature. Non mancano le chiazze di colore delle fioriture estive del doronico, degli eriofori e delle genzianelle. Escursione da fare in giornate di bel tempo dato che si tratta di camminare quasi sempre su rocce che in caso di pioggia potrebbero diventare scivolose


Come arrivare: si esce dalla A22 a Bressanone e si segue la statale della val Pusteria fino a Brunico, Seguire in seguito le indicazioni per la valla Aurina e arrivati a Molini di Tures quelle per la valle di Selva dei Molini lunga 20 km. Superato il paesino di Lappach (Lappago) si entra nella parte più alta della valle su una strada stretta e tortuosa che conduce al lago di Neves dove si trovano diverse aree di sosta.  L'area è a pedaggio (1h/4€, 4h/6€, tutta la giornata/8€). 
Partiamo di buonora da uno dei parcheggi situati sul bordo del lago; conviene avvicinarsi il più possibile al divieto di transito visto che la strada da fare è molta
Continuiamo lungo il sentiero di bordo lago fino a questo ponte dove giriamo a sinistra seguendo il cartello giallo per il rifugio Passo Ponte di Ghiaccio (Edelrauthütte), sentiero 26a, dato a 2h30 di cammino
Il lago di Neves è un lago artificiale, il più settentrionale d'Italia e con la diga più alta del'Alto Adige 

 Passiamo a fianco di Malga Neves
Dopo la malga manchiamo per disattenzione l'inizio del sentiero  26a  e giriamo a destra lungo una sterrata che finisce poco sopra in uno spiazzo. Invece di tornare alla malga seguiamo un sentiero che da lì parte e, attraversato il bosco, esce sul pascolo ricongiungendosi più sopra al 26a. NB.: la traccia gpx del percorso è stata corretta e rispecchia il percorso reale del 26a
Per ritrovare il 26a dobbiamo attraversare questo torrentello.  Il sentiero si trova poco lontano, dove si vedono le mucche
 Ormai sul sentiero giusto iniziamo la lunga marcia
La valle della Pipa (Pfeifholdertal) è ormai libera dalla neve che ancora la copriva a metà giugno, quando eravamo giunti in valle per salire al rifugio Porro
Siamo in un ambiente di alta quota dove solo l'erba sopravvive. I fischi delle marmotte risuonano nel silenzio mettendo Artax in stato d'allerta
Nella parte finale il sentiero divenuto più ripido si fa strada tra lo sfasciume e lungo un residuale nevaio
Dopo 2h15 siamo sotto il rifugio Passo Ponte di Ghiaccio, completamente ricostruito nel 2016 in stile moderno. E' situato sulla forcella che collega Lappago con la valle di Fundres
Il tempo sta cambiando e sulla sella soffia una gelida bavetta che ci spinge ad entrare all'interno
Il rifugio è una casa-clima di classe A costruita con i più moderni criteri architettonici ma che accanto ai giudizi positivi ha raccolto severe stroncature
La sala pranzo è caratterizzata da una grande vetrata panoramica, l'elemento più appariscente e contestato del rifugio. L'arredo è quello che si può trovare in un ristorante di città, stufa a parte
Iniziamo l'Alta Via di Neves, sentiero n.1, con un tratto un po' esposto dove bisogna attraversare una caduta d'acqua
Un cordino d'acciaio e una lamiera para-spruzzi facilitano il passaggio. Questo è l'unico tratto che esige tutta la nostra attenzione
Salutiamo il rifugio Passo Ponte di Ghiaccio che a dire il vero non ci ha entusiasmati 
La zona attira molti alpinisti che vengono qui per compiere escursioni sulla Punta Bianca, il Gran Pilastro e il Grande Mesule. Oltre l'Alta via di Neves passa da qui l'Alta Via di Fundres
Le immancabili genzianelle
Ad una curva appare il lago di Neves la cui vista ci accompagnerà lungo tutto il percorso 
L'Alta Via inizialmente scende leggermente e segue il profilo della montagna. Appare evidente il ritiro della vedretta della sovrastante Punta Bianca 3371 m. 
Attenzione a non scivolare durante l'attraversamento dei molti torrentelli!
Gli Eriofori crescono nelle paludi e torbiere di alta montagna. La cima della spiga è provvista una rivestimento cotonoso che protegge gli organi riproduttivi  dal freddo
Attraversiamo una zona paludosa dove l'acqua indugia prima di ritrovare la strada per scendere a valle
 Ora siamo a quasi metà del percorso e il lago è sotto di noi
Iniziamo a salire e ad una curva un nuovo grandioso paesaggio si presenta. Alla testata di un profondo vallone che scende verso il lago si vedono tra le nuvole le due vedrette di Neves, occidentale e orientale, divise da una cresta rocciosa che scende dal Grande Mesule 3478 m. La sua cima non si vuole mostrare cosi come è nascosta dalle nuvole la vicina Cima di Campo 3418 m. (Turnerkamp)  che chiude sulla destra la linea di cresta 
Dall'altra parte della valle si scorge il rifugio Porro che ci aspetta sotto il sole

L'Alta Via ora prende decisamente quota. Il suo fondo è ben sistemato e si cammina agevolmente su grandi massi piatti che in salita fungono da scalini

Il grande impluvio raccoglie le acque dei numerosi torrenti che alimentano il lago di Neves
Da qui si vede meglio la cresta di cime aguzze che separa le due vedrette
Arrivati a questo bivio prendiamo il sentiero che sale. Quello di destra, il 24a, scende verso il lago e può servire come via di fuga in caso di maltempo
Questa recente deviazione dell'Alta Via, realizzata perché il sentiero era stato distrutto da un una frana, ha il vantaggio di condurci più vicino al ghiacciaio
Arriviamo sulle sponde di questo laghetto che raccoglie le acque di fusione della vedretta. In mezzo c'è una grande placca di neve annerita. Il posto è ideale per uno spuntino
Qui incontriamo un gruppo di escursionisti provenienti dal rifugio Porro. L'Alta via è abbastanza frequentata in entrambi i sensi
Poco sopra il laghetto raggiungiamo il punto più alto dell'escursione a quota 2663 m. e iniziamo a scendere attraversando una zona ghiaiosa e un torrente
Segue un tratto pianeggiante dove si costeggia una zona umida 
L'attraversamento della zona umida 
Al centro della foto si vede il solco scavato dal torrente e la zona di ghiaie attraversate, nella parte alta la scura cresta rocciosa che separa le due vedrette di Neves. Continuiamo ora in leggera salita lungo un tratto caratterizzato da piccoli dossi e avvallamenti
Su un ponticello attraversiamo il torrente più grosso che si incontra lungo l'Alta Via
Per un momento le nuvole si diradano lasciando apparire Cima di Campo
Siamo ormai sull'altro versante della valle e in una zona d'ombra ecco apparire una piccola lingua di neve sulla quale le racchette fanno la differenza
Gli ultimi tratti in salita  prima della discesa verso il rifugio Porro
Siamo ormai in vista del rifugio e le nude rocce sono sempre più coperte dall'erba. Del rifugio Porro ho già parlato in questo post e qui non mi dilungo. Abbiamo impiegato quattro ore abbondanti per la traversata e ci resta solo il tempo per una breve sosta prima della discesa a valle
Il rifugio Porro (Chemnitzer Hütte) 2420 m e il passo Neves (Nevesjoch)

Iniziamo la discesa a valle che durerà un po' più di un'ora su un sentiero ben curato
Anche Artax sembra aver esaurito le sue batterie

Arriviamo ben presto a malga Neves di Sopra e dopo essere entrati nel bosco abbandoniamo il sentiero 24 per la più comoda forestale che darà un po' di sollievo alle nostre ginocchia 
L'anello si chiude sulle rive del lago che ha nel frattempo ritrovato nell'ora tarda del pomeriggio la sua consueta tranquillità



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