Giro dei masi alti di Kamauz



Lunghezza: 8,7 km
Dislivello: 609 m.
Tempo in movimento: 2h45
Altitudine max: 1764 m.
Difficoltà: facile


In Trentino la Valle dei Mocheni è una splendida valle ricca di bellezze naturali e rappresenta un'enclave linguistica che affonda le sue origini nel medioevo. Il mocheno è presente nei curiosi toponimi di origine germanica di alcune delle sue contrade. L'escursione di oggi si svolge sul versante or. sinistro della valle dove questa lingua germanofona è ancora parlata.
La valle digrada dolcemente con una buona visuale sulla vicina Valsugana mentre lo sfondo è dominato dall'imponente gruppo del Brenta che da qui sembra molto vicino.
Partiamo da Kamauz o Kamaovrunt, un villaggio situato sopra Roveda nel comune di Frassilongo e in un piacevole ambiente di media montagna ai piedi dei monti Fravort e Oscivart seguiamo per un lungo tratto una stradina asfaltata che risale il versante or. destro della valle. Raggiungiamo uno dopo l'altro i masi alti (Peirn, Lacha, Ton e Moscheton) tra campi coltivati e boschi dove regna il larice. Sopra malga Vulpis continuiamo su strada innevata e la direzione del percorso ora vira verso nord. Continuiamo portandoci vicino ad alcuni masi in ombra e immersi nel bianco torpore invernale poi ad un altro a partire dal quale la stradina diventa sentiero che si inerpica lungo la valletta che scende dal Fravort e dall'Oscivart. Raggiunta una mulattiera la seguiamo fino a Stoa'na il gruppo di masi più alto 1764 m. e luogo ideale per fare una sosta. Da lì segue un tratto pianeggiante fino ad una baita ritrovo dei cacciatori locali quindi il sentiero inizia a scendere dolcemente su una forestale che si porta su una larga dorsale boschiva danneggiata dalla tempesta Vaia. Ad un tornante imbocchiamo un sentiero (da non mancare) che accorcerà il ritorno a Kamauz. Tutta l'escursione si svolge in un ambiente suggestivo, solitario e un po' fuori dal tempo in cui l'uomo ha saputo sapientemente costruire il suo habitat nel rispetto della bellezza del paesaggio. Oltre che con le ciaspole in inverno l'escursione è godibilissima anche in autunno quando i larici infiammano il bosco
24/1/2022






Come arrivare: da Pergine Valsugana si seguono le indicazioni per la valle dei Mocheni. Arrivati a Canezza si prende la strada per Frassilongo che risale il versante sinistro inoltrandosi in una valle laterale. Dopo Frassilongo si continua raggiungendo la frazione di Roveda e infine Kamauz (Kamavrount) dove si parcheggia vicino alla chiesetta



Questo è il panorama che si gode dal parcheggio di Kamauz 1300 m. guardando verso ovest: in basso la parte iniziale della valle dei Mocheni, a sinistra uno scorcio della Valsugana poi la valle dell'Adige con la dorsale della Paganella e sullo sfondo il Brenta


La piazzetta di Kamauz con la chiesetta. Arrivati andiamo a bere un caffè in un vicino bar

Lasciamo Kamauz e seguiamo la strada che risale la valle. Mancando la neve le ciaspole le abbiamo lasciate in macchina, useremo invece i ramponcini nei tratti ghiacciati che troveremo più in alto



Il primo maso che incontriamo ci sembra in parte ristrutturato, cosa comune ad altri che abbiamo visto lungo il percorso. Non hanno la bellezza dei masi dell'Alto Adige e alcuni sono ormai fatiscenti ma conservano un carattere autentico che fa capire la durezza delle condizioni di vita e di isolamento degli abitanti della valle nei tempi passati



La popolazione proveniente dalla Boemia e dalla valle dell'Inn nel corso del 1400 e qui stabilitasi restò per molti secoli isolata e non si integrò con la comunità italofona residente sull'altro versante della valle. Una cosa simile avvenne con la popolazione cimbra dell'altipiano di Lavarone e Folgaria







A questo bivio saliamo a sinistra, l'altra strada invece va verso altri masi e gli impianti di risalita della vicina Panarotta


Anche qui la tempesta Vaia ha picchiato duro...

La toponomastica mochena dei masi ha precisi significati. Ad esempio Stoa'na in mocheno significa "fatto di pietra" e sta ad indicare un maso di alta montagna

I masi sono situati a poca distanza dalla strada

Intorno a questo maso c'è un piccola zona di pascolo

Questo sembra abitato

Arriviamo a a malga Bolbis o Vulpis, una piccola struttura turistica sempre aperta. Da qui in su cominciamo a "pestolare" sulla neve

Il vasto gruppo del Brenta si estende per quasi 40 km e occupa gran parte dell'orizzonte





Da qui la strada gira decisamente a sinistra in direzione nord-ovest

Questi masi sono abitati probabilmente solo in estate. Situati in una zona d'ombra i loro tetti conservano quasi intatta la prima neve di stagione


Arrivati a questo maso disabitato la stradina finisce davanti a un cancelletto. Essendo una proprietà privata si dovrebbe continuare a destra su un erto sentiero che sale lungo il confine della proprietà ma noi siamo attirati da una fontana al suo interno e dopo un attimo di esitazione apriamo il cancelletto

Come sospettavamo la fontana è riempita di ghiaccio, il che la rende ancora più suggestiva

Suggestiva anche la scultura in legno dalla quale sgorga ancora un filo d'acqua che va a poi a gelare per terra creando un laghetto ghiacciato

Usciti dalla proprietà dal lato opposto procediamo ora risalendo la valletta che scende tra il Fravort e l'Oscivart lungo una traccia che più sopra va a collegarsi ad una mulattiera che taglia il versante vallivo

Sullo sfondo il monte Oscivart 2234 m.

Raggiunta la mulattiera la percorriamo in direzione nord-ovest. Sullo sfondo il monte Fravort 2347 m.

I masi di Stoa'na sono situati nella parte più alta del percorso, a 1764 m. Sono tutti recintati e con i cancelli chiusi. Per i proprietari probabilmente servono da seconda casa e come fienili

Il cancello che sta tra gli ultimi due è aperto e una stradina porta ad una corte interna dove si trovano delle panchine e un tavolo utili per il nostro pic-nic. Sullo sfondo Cima Panarotta

La corte tra i due masi

Proseguiamo ora su un tratto pianeggiante...

...che ci porta ad una baita utilizzata come ritrovo per i cacciatori della zona



A saperlo si sarebbe potuto fare la pausa pranzo qui...



Inizia la discesa inizialmente lungo la forestale. Ad un tornante destrorso imbocchiamo una scorciatoia (attenzione, non è molto visibile) che scende lungo una dorsale boscosa dove Vaia nella sua furia ha aperto spazi che allargano la visuale







Siamo in vista delle prime case di Kamauz

Quando arriviamo in paese il sole è già basso e una luce calda inonda le valli

La montagnola a sinistra è Cima Celva e quella più a destra è il Calisio

Scarica la traccia gps da Wikiloc


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