
Lunghezza: 10,42 Km
Dislivello: 632 m.
Tempo in movimento: 3h30
Altitudine max: 2619 m.
Difficoltà: medio
La val Martello è una valle laterale della val Venosta. Fa parte del settore altoatesino del Parco Nazionale dello Stelvio. Parte dal paese di Laces e si estende per circa 30 km, da un'altezza di 950 m. fino ai 3769 m. del Cevedale. La valle è un'area ricca di paesaggi alpini spettacolari, e i ghiacciai qui sono un segno distintivo del paesaggio. L'escursione di oggi parte dal parcheggio nei pressi dell'albergo Shönblick e arriva al Rifugio Martello (Martellerhütte). Nel ritorno si continua sul sentiero glaciologico che ci riporterà a valle dopo essere andato a sfiorare la fronte di alcune vedrette (Alta e Ultima).
L'anello non presenta particolari difficoltà e non ci sono punti esposti. Il rifugio Nino Corsi è il secondo rifugio che raggiungereno nell'ultima parte del giro, punto di ristoro ideale dopo una giornata entusiasmante. Oltre che alla vista del ghiacciaio del Cevedale e del Gran Zebrù altri highlight della valle sono la Cascata Alta che con un magnifico salto di 220 m. va ad alimentare il torrente Plima. Quest'ultimo nel corso dei millenni ha scavato più a valle una spettacolare gola nelle stratificazioni rocciose creando un paesaggio mozzafiato. Il percorso della gola della Plima è stato recentemente implementato da installazioni artistiche in acciaio corten, come il "mestolo", la "falce", il "pulpito" e il ponte sospeso, che permettono agli escursionisti di avvicinarsi al torrente e ammirare la bellezza del paesaggio

Come arrivare: In val Venosta provenendo da Merano si esce dalla statale all'altezza di Laces 639 m. e si seguono le indicazioni per la Val Martello. Superato lo sbarramento del lago Gioveretto 1852 m. si continua risalendo tutta la valle. La strada nell'ultimo tratto presenta stretti tornanti che conducono all'albergo Shönblick (in italiano Bellavista) dove si trova il più alto parcheggio della valle a 2060 m. (a pagamento)

Un cartello didattico mostra i principali punti di interesse lungo il percorso che dal posteggio va fino alla vecchia diga e nel ritorno passa per il rifugio Corsi. Noi lo seguiremo e lo allungheremo andando fino al rifugio Martello

Dal parcheggio seguiamo la segnaletica (Plima Gorge Experience) e il sentiero 37 diretto al rifugio Martello. Attraversiamo la Plima, costeggiamo un laghetto e iniziamo a salire senza strappi. In questa prima parte del percorso la grande attrazione è la gola scavata dal torrente. Le 4 installazioni poste in luoghi particolarmente panoramici permettono di godere appieno dello spettacolo della forra
Le formazioni rocciose più comuni in val Martello includono il granito e il porfido, che conferiscono alla valle un aspetto spettacolare e variegato. Il torrente Plima scorre attraverso una gola profonda e suggestiva, creata dall'erosione glaciale nel corso dei millenni
La Plima nasce dai ghiacciai del Cevedale e dalle vedrette poste sul lato destro della valle

La maggiore delle attrazioni della gola è sicuramente questo ponte sospeso che si raggiunge facendo una digressione dal sentiero. Se si continua si arriva in breve al rifugio Corsi ma noi ritorniamo indietro e continuiamo sul 37


Superata la strettoia della gola e la balza rocciosa, la valle inizia a distendersi e il rifugio Corsi ora si trova quasi alla nostra altezza

Proseguiamo in saliscendi sul fondovalle dell'alta val Martello

Il ghiacciaio del Cevedale si trova alla testata della valle
Fino al XIX° secolo la lingua del ghiacciaio arrivava fino al fondovalle; lo sbarramento creato dalle morene aveva dato origine a un lago lungo 350 m. largo 150 e profondo 12 m. che in primavera spesso esondava causando gravi danni a tutta la valle. Per questo fu creata una diga che si intravede nella foto e che attraverseremo nel ritorno
Siamo sul sentiero glaciologico. Il sentiero è lungo circa 10 km e presenta un dislivello di 600 metri. Il tempo totale di percorrenza è di circa 4 ore. Lungo il sentiero si trovano numerosi pannelli che spiegano le caratteristiche geologiche e glaciali della valle. Questo sentiero offre anche viste spettacolari delle montagne circostanti e dei ghiacciai. Le tappe principali includono il Rifugio Nino Corsi, la diga, la cascata, la fronte della Vedretta Alta e il Rifugio Martello. Il sentiero ritorna al punto di partenza, ovvero il parcheggio del Rifugio Genziana.
Lasciato il fondovalle ora il sentiero si inerpica con una serie di serpentine sul ripido versante destro diretto al rifugio Martello. Dopo circa un'ora lo raggiungiamo


Il Rifugio Marteller Hütte si trova a 2.610 metri nel Parco Nazionale dello Stelvio. E' circondato da 15 vette oltre i tremila metri. Il rifugio offre una vista panoramica mozzafiato sulla Val Martello e sul Gruppo Ortles/Cevedale. È un punto di partenza ideale per escursioni e tour alpinistici in estate, mentre in inverno e primavera è perfetto per lo sci alpinismo
Dal Rifugio si possono ammirare il Cevedale Zufallspitze 3769 m. il Gran Zebrù 3851 m. conosciuto anche come Königspitze e la Cima Rossa di Martello conosciuta anche come Vorderer Rotspitze 3.033 m.
Da qui, si può salire fino alla Vedretta della Forcola (Fürkeleferner), una lingua di ghiaccio del Monte Cevedale, per ammirare le spettacolari formazioni glaciali e godere di viste panoramiche mozzafiato. Qualche anno fa ci eravamo arrivati salendo dal rifugio Larcher in val Venezia
Ghiacciaio del Cevedale
Ghiacciaio del Cevedale
L'alta val Martello dal rifugio. Si nota lo sbarramento della diga e il percorso sinuoso del torrente. In fondo il lago Gioveretto
Riprendiamo il cammino sul sentiero glaciologico che continua dietro il rifugio
Sotto il rifugio in una conca c'è un piccolo lago (non visibile nella foto). Il suo nome è Pozza Cuna di sotto (Untere Konzenlake) dove abbiamo visto alcuni escursionisti fare il bagno


Dopo il dopo aver lasciato il rifugio Martello ci aspetta un breve tratto in salita

Detriti morenici portati in basso dal movimento delle vedrette (una vedretta è un piccolo ghiacciaio alpino, spesso situato in una conca o su un versante montuoso). Il ghiacciaio e le vedrette si sono ritirati moltissimo in questi ultimi trent'anni

La val Martello vista dal Cevedale con le Vedrette sul versante destro (Google Earth)
L'acqua di fusione proviene dalle vedrette visibili in alto: Vedretta Alta a destra, Ultima al centro e Sarana a sinistra poste rispettivamente sotto cima Marmotta 3346 m. cima Venezia 3386 m. punta Martello 3357 m.
Il sentiero si fa piuttosto ondulato e attraversa una zona ricca di piccoli corsi d'acqua che poi vanno a confluire in quello che darà origine al grande salto d'acqua di 220 m. (Cascata Alta di Martello). La cascata parte da quota 2.400 metri
La Cima Rossa di Martello 3033 m. prende il nome dal colore delle rocce che la compongono. Queste rocce hanno una tonalità rossastra, dovuta alla presenza di minerali ferrosi. Questo colore distintivo rende la cima facilmente riconoscibile
Il rifugio Nino Corsi zoomato dal sentiero glaciologico
Ora si comincia a scendere a valle
Il tratto ripido del sentiero ma non esposto che scende a fianco della cascata offre alla sua fine spettacolari visuali sulla cascata

Questa cascata è particolarmente famosa per le sue imponenti formazioni di ghiaccio durante l'inverno che la rendono una meta ambita per gli appassionati di arrampicata su ghiaccio


Ormai sul fondovalle attraversiamo nuovamente la Plima
La Val Martello ha una storia di eventi alluvionali significativi, spesso legati ai cambiamenti climatici e al ritiro dei ghiacciai. Uno degli eventi più noti risale al 1891, quando una colata di fango e detriti distrusse 12 masi della valle e raggiunse perfino Laces. Questo evento fu causato dai cedimenti del ghiacciaio del Cevedale, che provocarono frane e inondazioni.
Per proteggere la valle da ulteriori disastri, fu costruita una diga alla fine dell'800. Questa diga, situata a quota 2.300 metri, è una delle più antiche della provincia di Bolzano e ha recentemente subito lavori di restauro per mantenerla funzionante e ridurre i rischi per la valle

Attraversata la diga il sentiero si sviluppa ora sull'altro versante. Ben presto siamo in vista del Rifugio Nino Corsi, noto anche come Zufallhütte, 2.265 m.
l Rifugio Nino Corsi prende il nome dallo scialpinista Nino Corsi. Costruito nel 1882 dalla Sezione di Dresda del DÖAV, il rifugio fu saccheggiato e danneggiato dopo la Prima Guerra Mondiale. Nel 1921, lo Stato lo assegnò alla Sezione CAI di Milano, che provvide alla sua ricostruzione nel 1927 e a una riqualificazione nel 1939
Il rifugio è il posto ideale per ristorarsi e ammirare per un'ultima volta la bellezza dell'alta val Martello. Dal rifugio il sentiero ormai diventato una carrozzabile (non aperta al traffico ovviamente) scende dolcemente fino al parcheggio.
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Superba relazione....affascinante,intrigante,colta e appassionata ! Ma due ore in movimento ...? Io dopo due ore " arfiavo " in salita come una caffettiera bolsa . E ancora non si vedeva il miraggio del rifugio ! M.
RispondiEliminaHai ragione cara vecchia scarpa, mai fidarsi dei gps...ho subito corretto!!
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