Cima Lusia

Lunghezza: 12,9 Km
Dislivello: 946 m
Tempo: 4,30
Altitudine max: 2505 m
Difficoltà: media


Una bella semplice e sicura escursione con le ciaspole nel gruppo di Bocche. Il percorso si svolge nella prima parte nel bosco e poi su pendio non ripido fino alla cima. Per il ritorno sono possibili  altre opzioni oltre a quella di scendere per il sentiero dell'andata come abbiamo fatto noi
Come arrivare: Da Predazzo in val di Fiemme si prende la strada per il Passo Rolle. Superata di poco Bellamonte si gira a sinistra in direzione degli impianti sciistici di Castelir - Alpe di Lusia dove si posteggia
Partiamo dal posteggio situato sotto gli impianti di risalita di Castelir 1548 m.e prendiamo il sentiero non numerato diretto a malga Canvere che sale lungo una dorsale boscosa sulla destra rispetto agli impianti 
L'inizio del  facile sentiero per malga Canvere
Indossiamo subito i ramponi perché il fondo è ghiacciato. Il bosco non è fitto e lascia filtrare molta luce
Incontriamo una prima baita. Sullo sfondo i Lagorai
Il sentiero sbuca sui pascoli di malga Canvere 1977 m. Sono passati circa 40' dalla partenza. Cima Lusia è lassù. Ci togliamo i ramponi per indossare le indispensabili ciaspole
Malga Canvere 1977 m. è circondata da un gruppetto di piccole baite. Il paesaggio è incantevole e si ha una prima visuale delle Pale di S.Martino. C'è un po' di gente. Alcuni prendono il sole seduti sulle panche, quelli con gli sci ai piedi sono diretti verso malga Bocche o verso le piste da sci di passo Lusia. Noi siamo pronti per attaccare le creste di cima Lusia
A pochi passi sulla forestale in direzione di passo Lusia c'è questo segnavia. Cima Lusia non è indicata perché non c'è un sentiero numerato ma essendo una frequentata meta sci-alpinistica basta continuare dritti in direzione del bosco seguendo le tracce nella neve 
Sulla traccia per cima Lusia
Durante la salita incontriamo due donne con gli sci ai piedi. Hanno una certa età ma un aspetto sportivo. E' loro intenzione raggiungere le due baite di Lusia e scendere poi per la pista da sci di Morea coniugando così una salita con le pelli di foca ad una discesa classica su pista battuta
A quota 1900 m. abbandoniamo definitivamente il rado bosco. Risaliamo la dorsale gibbosa con tornanti che mantengono pressoché costante la pendenza
Quando sono passate 2h40 dalla partenza e dopo aver superato un ultimo tratto leggermente più ripido raggiungiamo Cima Lusia 2505 m. Qui ci concediamo una lunga pausa visto che non c'è vento e la temperatura è perfetta per un pic-nic in alta quota. Il panorama è molto vasto 
Cima Bocche 2745 m. raggiunta in una precedente escursione invernale è la cima più alta della dorsale
Sotto cima Bocche si scorgono i laghi di Lusia ora ghiacciati e coperti dalla neve. Li avevo visti in una precedente escursione estiva
Visuale verso ovest con Cima Viezzena di fronte a noi. La dorsale prativa prende il nome di Lastei di Lusia e nasconde nella foto il sottostante passo di Lusia
Il gruppo del Catinaccio-Rosengarten. La valle sotto di noi è la val di S.Pellegrino
Cima Lastei di Lusia è a due passi da noi e si potrebbe raggiungere facilmente 
Dopo avere scartato l'idea di scendere ai laghi di Lusia sul sentiero 633 e raggiungere così malga Bocche o quella di fare le creste e scendere a passo Lusia, decidiamo di ripercorrere la traccia dell'andata.
Per le due altre opzioni saremmo dovuti partire prima ed ora è già troppo tardi. Inoltre non sappiamo se c'è una traccia battuta sul 633
Ad un certo punto della discesa esco dalla traccia per raggiungere un punto panoramico affacciato sul vallone che scende dai laghi di Bocche
Da qui si gode una vista meravigliosa sulle Pale
Artax sembra un orsetto uscito dal letargo
La lunga catena dei solitari Lagorai. La cima più a sinistra è il Colbricon, quella più alta è cima Cece
Uno dei pochi alberi schiantati lungo il sentiero. Mi aspettavo danni ben peggiori in questa zona. Certo che la tempesta qui ha imperversato ma per fasce ed in modo non uniforme
Artax sembra accusare un po' di stanchezza dopo le corse pazze in sù e in giù
Ritroviamo malga Canvere giusto in tempo per il tramonto
Restiamo incantati nel vedere la cura con cui cui sono tenute certe baite
Un tempo qui venivano i contadini di Predazzo e Bellamonte a tagliare il fieno che poi veniva portato a valle
Ci soffermiamo a lungo  per cogliere gli ultimi istanti di luce. Cerco nello zaino, trovo, perdo e ritrovo nella neve il frontalino per far luce lungo il sentiero per il ritorno. Quando arriveremo a Castelir infatti sarà già notte



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Commenti

  1. alcune immagini sono particolarmente emozionanti. La piccola luce accesa nella baita, i ciuffi d'erba secca rimasti scoperti dalla neve, in cui si sente la furia del vento . Il colore ambrato che prende la neve quando il sole sta per lasciare la Terra . Bravo MOreno, un incanto leggerti , oltre che seguire le immagini

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