Monte Zugna - anello Sinel/Foraora



Lunghezza: 6 Km.
Dislivello: 287 m.
Tempo in movimento: 1h50
Altitudine max: 1693 m.
Difficoltà: facile

Bella e interessante ciaspolata lungo i sentieri della grande guerra sullo Zugna, la montagna dove l'esercito italiano riuscì a tener testa al nemico impedendogli l'accesso alla Vallarsa e quindi alla pianura padana. L'anello nella prima parte segue nel bosco il sentiero del Sinel coincidente in parte con il Sentiero della Pace, il ritorno invece avviene lungo la forestale della Foraora e il sentiero 115.

Partiamo dal rifugio Coni Zugna 1628 m. scendendo lungo il sentiero 118 (sbarra) che attraversa la radura ed entra nel bosco. Al primo incrocio imbocchiamo il sentiero del Sinel segnalato sugli alberi con un bollo azzurro su quadrato bianco. Il sentiero durante la Grande Guerra collegava le retrovie italiane alla prima linea situata 260 m. più in basso nel punto più stretto della dorsale dello Zugna. Passato uno punto panoramico sulla Vallarsa il sentiero scende nel bosco su terreno ondulato e in costante discreta pendenza passando accanto a trincee e camminamenti. Dopo 1km raggiungiamo la valletta S. Lazzaro dove si trovavano un posto di medicazione e un comando di battaglione; sul suo lato est venne in seguito ubicato il cimitero di S.Matteo. Percorsi ancora 600 m. ora sul Sentiero della Pace raggiungiamo quella che fu la prima linea italiana. La lunga trincea recentemente restaurata e soprannominata il Trincerone fu la protagonista della dura battaglia tra i due eserciti che finì con l'arresto dell'avanzata dell'esercito imperiale del maggio 1916. Da qui si apre un vasto panorama sulla Vallagarina, Trento, il Brenta, la catena del Baldo e la Vallarsa. Tagliamo ora liberamente i sottostanti stretti tornanti della strada dello Zugna e attraversiamo la "terra di nessuno" raggiungendo la zona dove era appostata la prima linea austriaca (Kopfstellung). Poco sotto raggiungiamo ad un tornante l'inizio della forestale della Foraora 1375 m. (sbarra) che seguiremo per il ritorno. Anche lungo questo percorso incontriamo testimonianze della guerra (Roccione cuboidale, Roccioni dei Mitraglieri, stele). In questo settore il 23 maggio1918 fu tentata una vana e sanguinosa manovra di accerchiamento da parte delle truppe italiane. Il ritorno sulla Foraora, dapprima pianeggiante e poi in discreta salita, si svolge sul più soleggiato lato sud della dorsale. Dopo 2 km arriviamo ai Baiti del Robol 1516 m. Ora sul più ripido sentiero 115 rimontiamo un fitto tratto di bosco per finire nella radura sottostante il rifugio. La struttura (in inverno aperta nei fine settimana) merita una visita per la presenza di molto materiale fotografico e reperti bellici. Il suo affabile gestore, un vicentino grande esperto della montagna ci ha raccontato la storia del rifugio e le problematiche relative alla sua gestione
10/01/22



Come arrivare: da Rovereto si seguono le indicazioni per la Campana dei Caduti e giunti in località le Porte si continua sulla strada per Albaredo e la Vallarsa. Prima di entrare nel villaggio si trovano sulla destra le indicazioni per il monte Zugna. La strada è quella militare costruita dagli austriaci ora asfaltata e lunga 12 km che porta al rifugio Coni Zugna dotato di un ampio parcheggio





Il rifugio Coni Zugna a 1628 m. quando arriviamo è chiuso al pubblico ma ci vive il gestore che conosceremo al ritorno



Imbocchiamo il sentiero 118 diretto a Matassone e attraversiamo il pascolo della vecchia malga entrando nel bosco



Il pascolo della vecchia malga ora diventata rifugio. Sullo sfondo la cupola dell'osservatorio astronomico



Proseguiamo nel bosco fino a  un incrocio con le indicazioni per il sentiero del sentiero del Sinel (bollo azzurro su campo bianco). La traccia nella neve ci facilita la progressione che avviene in leggera discesa lungo il bordo che guarda sulla Vallarsa. Arriviamo a un punto panoramico sulla valle poi il sentiero si sposta più all'interno del bosco  









Il sentiero passa accanto a trincee


Arriviamo nella valletta di S. Lazzaro dove si trovava un comando di battaglione e un posto di medicazione


Accanto a due baracche furono costruite anche delle gallerie per il ricovero dei soldati evidenziate con le lettere dell'alfabeto


I soldati deceduti venivano sepolti nel vicino cimitero di S.Matteo che arrivò a contare 122 tombe (100 italiani e 22 soldati austro-ungarici)


Lungo il sentiero vi sono numerosi pannelli informativi numerati come questo



Dalla valletta S.Lazzaro partiva un camminamento che arrivava al trincerone. Nel gennaio 1918 venne parzialmente sostituito dalla galleria "Liguria" lunga 508 m. che sbucava nella "galleria D" del Trincerone



Continuando lungo la traccia 300 m. più sotto si trova questa stele in memoria dei soldati appartenenti al 29° reparto d'assalto caduti in battaglia. Fino al 1995 sul sentiero vi era anche una stele in memoria del veronese capitano degli alpini Aleardo Fronza qui caduto. A lui è dedicato il rifugio ai piedi del Catinaccio 



Duecento metri più in basso raggiungiamo la lunga trincea soprannominata il Trincerone, la prima linea italiana. Nell'ambito di un progetto di valorizzazione dello Zugna 
ad opera di varie istituzioni e associazioni locali 
la trincea è stata oggetto di un restauro con l'aggiunta ai ruderi di una struttura in calcestruzzo volta a ripristinare le sue dimensioni originarie. Tale intervento a molti non è piaciuto



Il Trincerone faceva parte del sistema di trincee posizionate nel punto più stretto del crinale della montagna dove la visibilità sulla Vallagarina e sulla Vallarsa è massima. Dagli austro-ungarici era chiamata Erster Felsen, prima falesia, per distinguerla da quella che stava sul versante sud del crinale verso i "Roccioni dei mitraglieri" (Dritter Felsen e Vierter Felsen, terza e quarta falesia)



Da qui gli italiani potevano scorgere la città di Trento, la loro meta e pure la Vallarsa, terra da difendere a tutti i costi per impedire agli imperiali di scendere nella pianura padana e accerchiare le divisioni attestate sul fronte est. Dalle loro postazioni gli imperiali potevano scorgere uno scampolo di lago di Garda e di pianura padana, il loro obiettivo



Il reticolo di trincee era completato da un sistema di gallerie usate dalle truppe per l'accesso agli avamposti e dal comando di compagnia. Una breve salita porta all'ingresso della galleria "D" collegata alla citata galleria "Liguria"



Nonostante ripetuti attacchi il sistema di trincee resse alla "Spedizione di primavera" del maggio 1916 (Strafexpedition) e gli imperiali furono costretti ad erigere una linea di difesa 150 m. più in basso (Kopftstellung) con degli avamposti a soli 40 m. dalla linea italiana, fatto unico su tutto il fronte, non solo italiano, della guerra. L'attacco si trasformò dunque in una guerra di posizione. Non tutti gli storici però sono d'accordo con la versione ufficiale. Qui si può leggere una ricostruzione diversa dei fatti



Vista della terra di nessuno (No Man's Land) dal Trincerone. Constatata l'impossibilità di conquistare lo Zugna da questo versante gli austro-ungarici tentarono un attacco a sorpresa a Passo Buole. Anche questo tentativo fallì. Le perdite in vite umane furono ingenti da entrambe le parti



Vista della Vallarsa dal Trincerone con il massiccio del Pasubio, altro teatro di guerra



Verso Trento



La Vallagarina,  i paesi di Marco, Mori e la val di Loppio. Sulla sinistra la catena del Baldo con l'Altissimo di Nago, sulla destra le pendici del Biaena



Poco sotto a circa una quarantina di metri dalla trincea italiana c'erano i primi avamposti austriaci chiamati dagli italiani i "Sassi Bianchi"






Dopo la guerra per quasi un secolo la zona era stata dimenticata e la ricrescita del bosco aveva nascosto tutto. E' stato necessario dapprima disboscare l'area per poter procedere al restauro dei manufatti comprendente anche un reticolo di gallerie quasi pari in estensione al sistema trincerato di superficie



Tagliamo alcuni tornanti arrivando alla prima linea austriaca e all'inizio della strada forestale della Foraora. In primo piano un grande pannello informativo. Nel progetto di recupero della zona si è prevista la realizzazione di un sentiero didattico ad anello di 1,5 km che parte dalle postazioni della retrovia austriaca, attraversa la terra di nessuno arrivando alla prima linea italiana e alle sue retrovie per poi ritornare alla postazione di partenza



Il percorso didattico parte all'inizio della forestale della Foraora



L'inizio della Foraora. La forestale contorna il versante sud della dorsale ed è il tratto più soleggiato dell'intero percorso



Per un buon tratto si cammina su terreno pianeggiante. Passiamo sotto al Roccione cuboidale che ospitava un sistema di gallerie austriache e sotto il Roccione dei mitraglieri 



Il 23 maggio 1918 partì un violento attacco italiano  su un fronte inferiore a 4 km volto ad aggirare le postazioni austriache appostate sullo Zugna Torta. In caso di successo avrebbe costretto gli austriaci ad abbandonare il settore 



La risposta austriaca fu altrettanto violenta anche grazie al fuoco di sbarramento effettuato a partire dalle batterie in linea di Rovereto, del Biaena e del Pasubio. L'attacco ad opera degli Arditi si risolse in un fallimento con la perdita di 453 fanti


Lo stesso 29° reparto d'assalto della Foraora il 2 novembre 1918 entrò vittorioso a Rovereto e il 3 a Trento 

"Quando arriva sulla Zugna la primavera
sparisce la neve, i prati riacquistano colore,
sulle tombe dei soldati che son morti in guerra
tra l'erba spunta sempre qualche fiore…"
Antonio Bruschetti, Ombre



Come si vede il tratto iniziale della Foraora è pianeggiante



Dopo 700 m. si inizia a salire verso la Val dei Eghei



Siamo finalmente al sole su terreno in dolce pendenza





Dopo 1,4 km dall'inizio della Foraora abbandoniamo la forestale per seguire questo ripido sentiero sulla sinistra diretto ai Baiti del Robol. Su questo percorso i ramponcini si rivelano molto utili



I Baiti del Robol si trovano in un piccola radura circondata da un fitto bosco



Ora seguiamo il sentiero 115 proveniente dal paese di Marco e diretto al rifugio Coni Zugna



Più sopra incontriamo altre casette immerse nel bosco



Il 115 esce nella radura sottostante il rifugio 



Approfittiamo del sole sedendoci sul terrazzo del rifugio chiuso al pubblico in settimana ma abitato dal gestore con il quale iniziamo una lunga conversazione su molteplici argomenti



L'interno del rifugio sembra quasi una succursale del Museo della Guerra di Rovereto





Sulle pareti  una ricca documentazione fotografica regolarmente implementata da un gruppo di appassionati attira la nostra attenzione 



Reperti bellici e oggettistica recuperata sulla montagna nel corso degli anni





La celebrazione del centenario della fine della guerra (1918-2018) è stata la grande occasione per un vasto pubblico di  riscoprire lo Zugna anche grazie al facile accesso da Rovereto e ha spinto le istituzioni ad iniziare l'opera di recupero storico di cui la montagna aveva grandemente bisogno







L'affabile gestore del rifugio è un giovane vicentino appassionato di montagna e grande esperto dello Zugna. Nonostante il brutto periodo passato a causa del Covid non ha intenzione di lasciare ed è ottimista riguardo al futuro. Gli facciamo i nostri auguri!

Video:


Scarica la traccia gps da Wikiloc




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