Monte Casale

Lunghezza: 11,5 Km
Dislivello: 689 m.
Tempo in movimento: 3h40
Altitudine max: 1631 m.
Difficoltà: facile

ll monte Casale si trova sulla dorsale che separa la zona del Bleggio dalla valle del Sarca, nel Trentino meridionale ed ha una sommità assai panoramica. Il versante ovest è molto boscoso e scende a valle con un'inclinazione poco accentuata mentre quello ad est è una vertiginosa parete di 1400 m. a picco sulla valle del Sarca. Pagando un tiket presso il ristorante Panorama a Comano, il paese posto ai piedi del monte Casale, si può arrivare in auto nelle vicinanze della cima. La nostra escursione invece parte da un parcheggio situato 3 km sopra Comano e segue il sentiero 411 nel fitto bosco da cui si esce solo in prossimità del parcheggio Le Quadre. Poco sotto i prati sommitali c'è il Rifugio Don Zio Pisoni, ombreggiato da maestosi platani e aperto tutti i giorni in luglio-agosto. Lungo la salita tra i prati ci fanno compagnia il Brenta meridionale e i ghiacciai dell' Adamello e della Presanella ma è soprattutto la vista sulla valle del Sarca con i suoi 4 laghi (Massenza, Toblino, Cavediene e Garda) a lasciarci a bocca aperta. Un osservatorio posto in una felice posizione permette, traguardando, di conoscere i nomi di tutte le principali montagne di questo vastissimo panorama. Per il ritorno abbiamo seguito invece la strada forestale allungando un po' il percorso. I boschi del monte Casale sono frequentati dall'orso ma anche questa volta non si è fatto vedere
Come arrivare: provenendo da Sarche e giunti a Ponte Arche alla rotatoria si gira a sinistra e successivamente si prende la direzione di Comano (da non confondere con Comano Terme). Si procede sulla stradina che sale dal paese verso il monte fermandosi dopo 3 km in un parcheggio nelle vicinanze di un ripetitore radio-tv
La  vertiginosa parete del monte Casale
Il nostro sentiero 411 sale su fondo a tratti piuttosto sconnesso e intersecando varie volte la forestale. L'ultimo tratto prima di arrivare ai prati è su una ripida erta cementata
Dopo  circa un'ora si arriva al parcheggio le Quadre
Poco sopra in località le Quadre c'è un crocevia di sentieri. Qui arriva anche il sentiero 408 proveniente da S.Giovanni al Monte, località situata anch'essa sulla lunga dorsale che dal Lomaso arriva fino alla Paganella, interrotta solo dalla forra del Limarò. A S.Giovanni al Monte ci eravamo passati andando sul monte Brento


Usciamo definitivamente dal bosco su una vasta prateria che assomiglia ad un campo da golf tanto l'erba è curata.

Vista sulla conca del Bleggio con i suoi numerosi paesini. Al centro dell'orizzonte montuoso spicca il monte Altissimo (alpi bresciane) e più a destra cima Sèra con il passo Durone

Cima Sèra sovrasta il paese di Rango. Sulla destra il monte S.Martino. Tra i due c'è il passo del Durone, un tempo l'unica via di comunicazione tra il Bleggio-Lomaso e la Val Rendena
Anche il Brenta meridionale è uno spettacolo. Al centro cima Tosa e cima d'Ambiez, a destra cima Ceda e cima Ghez
Dopo 20' di cammino dal parcheggio le Quadre arriviamo al Rifugio Don Zio 1610 m. La struttura si trova a 10 minuti dalla vetta ed è intitolata a Don Vittorio Pisoni, storica figura di prete organizzatore di escursioni e campeggi, chiamato "Don Zio". In settembre il rifugio è già chiuso, tranne che nei fine settimana ma ci vivono i gestori. E' la sosta finale di chi sale al Casale dalla ferrata Che Guevara
Siamo prossimi alla vetta e si inizia a vedere il lago di Cavedine. La valle del Sarca è delimitata ad ovest dalla catena dello Stivo-Bondone (il monte Stivo è sulla destra)
Il lago di Cavedine è stato originato da uno sbarramento di frana ed è utilizzato come bacino per scopi idroelettrici; un canale artificiale lungo 4 Km lo collega ai laghi di Toblino e S.Massenza
Siamo ormai sulla vetta a quota 1631 m.; 1400 m. più in basso ci sono i paesi di Pietramurata, Masetto e Borgo Nuovo
Il lago di Garda, in primo piano il monte Brento, altra cima della stessa dorsale e con simile conformazione. Sull'altro versante la lunga catena del Baldo
Sul fondovalle a sud del lago di Cavedine si nota la distesa franosa delle Marocche di Dro, la più grande frana dell'intero arco alpino e un biotopo molto interessante per la flora e gli uccelli che qui nidificano, sostano e svernano

A nord la dorsale del Gazza e della Paganella separa la valle dei laghi dalla valle del lago di Molveno, visibile in alto a sinistra. In basso i laghi Toblino e S.Massenza, le cui acque hanno cambiato colore dopo le ultime abbondanti piogge
In primo piano si vede il lago di Toblino con il suo castello costruito su una caratteristica penisola, dietro e a lui collegato  da un breve canale c'è il lago di S.Massenza. Anche se con le stesse origini e caratteristiche del più famoso Toblino, questo lago è stato sacrificato alle esigenze della produzione idroelettrica (centrale di S.Massenza). I due laghi sono di origine glaciale
Il lago di Toblino oltre ad essere, come il lago di Tovel, una nota attrazione turistica con il castello e la sua cornice romantica, è anche un importante biotopo che gode di un clima mite, una ricca vegetazione e della presenza di numerose specie di uccelli acquatici stanziali e migratori 
Maurizio all'osservatorio punta il suo binocolo verso il Brenta
In lontananza il lago di Molveno. La centrale di Santa Massenza sfrutta le sue acque tramite una condotta forzata in galleria ma in caso di eccessivo abbassamento del livello del lago lo rifornisce grazie ad una pompa

Sul Casale vediamo diversi bikers, molti dei quali provenienti dal lago di Garda lungo i sentieri che  percorrono la dorsale 
Dopo tanta bellezza ritorniamo in prossimità del rifugio dove sotto una tettoia pranziamo in buona compagnia
Scendiamo sui prati perfettamente tagliati 
Vista sulle propaggini meridionali del Brenta. Al centro il Castello dei Camosci 2529 m. domina la val di Ion, a sinistra la cima erbosa del monte Brugnol 2218 m. raggiunta in una precedente escursione

Per la discesa preferiamo la più rilassante forestale. Maurizio ci dice di aver visto in una precedente escursione sul Casale un'orsa con dei cuccioli. Che fortuna per lui! In effetti sono molte le segnalazioni della presenza del plantigrado nella zona ma anche oggi non si è fatto trovare all'appuntamento 

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