Corno di Tres



Lunghezza: 9,2 Km
Dislivello: 477 m.
Tempo in movimento: 2h39
Altitudine max: 1816 m.
Difficoltà: facile

Corno di Tres: un'altra escursione che regala grandi panorami 
con poca fatica. E' ideale per una giornata con buona visibilità ed ha il vantaggio di poter essere fatta in ogni stagione. Noi ci siamo andati a metà marzo. Il percorso è elementare e ben segnalato. 
Ci troviamo in val di Non a cavallo tra l'altopiano della Predaia, una vasta distesa di prati e boschi che digrada dolcemente ad ovest e la Costiera della Mendola, la lunga catena (35 km) dei monti d'Anaunia che separa le due valli precipitando sulla val d'Adige.  
Similmente al Roen 2116 m., la sua cima più elevata e al Penegal 1738 m., il Corno di Tres 1808 m. situato nel settore meridionale della dorsale è conosciuto per il notevole panorama a 360° che si gode dalla sua cima. Come nel caso della salita al Monte di Mezzocorona è diventato negli anni una frequentata palestra di allenamento per i locali (ciaspole, scialpinismo e in estate running, mountain-bike) e in inverno c'è sempre una traccia battuta. Possiamo quindi lasciare tranquillamente le ciaspole nel bagagliaio mentre i ramponcini risultano utili soprattutto nella ripida parte finale.  
Dopo aver parcheggiato presso il rifugio Predaia "Ai Todes'ci" 1400 m.  entriamo in uno splendido bosco lungo la forestale (sentiero 503) e dopo aver superato l'ampia radura del "Bus del Spin" continuiamo sempre su pendenze modeste fino a malga Rodeza (50'), ancora chiusa in questa stagione. Il suo terrazzo si presta ad una breve sosta mentre ammiriamo il vasto panorama sulla val di Non, le Maddalene e sul Brenta. Continuiamo ancora sulla sterrata sempre immersi nella foresta che concede in questo tratto un solo scorcio panoramico. Ad un successivo bivio (30' da malga Rodeza) proseguiamo a sinistra sul sentiero 500 in direzione del Corno. Giunti nei pressi della cima la sterrata si riduce a sentiero e inizia un ripido tratto (20') che conduce sulla sommità prativa (1h30 dal rifugio Predaia). Vastissimo e sorprendente il panorama a 360° che si gode dal Corno di Tres: ad est si scorgono il Catinaccio, le Dolomiti ladine di Fassa, le Odle, i Lagorai, verso sud le Cime di Vigo (così chiamata la parte meridionale della dorsale), sotto di noi la lunga e profonda val d'Adige con la Paganella e il Bondone, ad ovest la val di Non e sullo sfondo il Brenta, le Maddalene, l'Ortles, il Cevedale con Punta S.Matteo, infine a nord le Alpi di confine con il Similaun... . 
Nel riconoscimento ci è d'aiuto un osservatorio posto dalla Sat di Taio con i nomi delle cime più rilevanti da traguardare ma chi se ne infischia della toponomastica troverà comunque di che entusiasmarsi. Un antico capitello in marmo, un rudimentale altare e alcune panchine in legno con un focolare completano l'essenziale arredo della cima. 
Il ritorno avviene sul percorso dell'andata.
17/3/2023



Come arrivare: una volta arrivati in Val di Non a Mollaro si segue la SP13 verso Vervò e si continua fino al Rifugio Sores. Una stradina sulla destra conduce al Rifugio Predaia. Parcheggio gratuito presso il rifugio







Il rifugio Predaia 1400 m. è chiuso in questa stagione. Si trova in mezzo ad un'ampia radura con vasto panorama sulla Val di Non sul Brenta e sulle Maddalene. La denominazione "Ai Todes ci" ricorda che i pascoli della Predaia fornivano fieno in abbondanza anche ai contadini di lingua tedesca che abitano l'Alta Val di Non



Il panorama dal rifugio Predaia. A questa quota non c'è ormai più neve. Ora seguiamo la larga forestale (sentiero 503) che in moderata salita attraversa uno splendido bosco



Poco sopra il rifugio si trova la radura del "Bus de Spin"



Dopo circa 50' siamo in vista di malga Rodeza o malga di Tres 1570 m., anch'essa chiusa. Ci fermiamo per bere un po' di tè e ammirare il grande panorama del Brenta settentrionale ancora completamente innevato







Riprendiamo il cammino sul 503 ora su fondo innevato poiché  attraversa una zona ombrosa rivolta a nord







Arriviamo all'unico punto panoramico di questo tratto ombroso  Possiamo scorgere la Val Rodeza e parte dell'altopiano della Predaia con i suoi paesini e della val di Non. Sullo sfondo la catena delle Maddalene




A questo bivio finisce il 503 e noi proseguiamo sul 500 che scende dal Corno di Tres su normale sentiero di montagna. Il 
sentiero 500 chiamato anche Sentiero alpinistico attrezzato delle Cime (EEA) è uno dei più lunghi sentieri (52 Km) gestiti dalla Sat in accordo con il Cai di Bolzano e l'Alpenverein Südtirol. Normalmente si percorre in tre tappe. Collega Mezzocorona con il lago di Tret attraversando tutta la Costiera della Mendola 



Arrivati sotto il Corno c'è da fare un tratto ripido (20' di salita) dove si affrontano diverse zeta. Alla fine giungiamo in vista della cima a 1812 m. Il Corno di Tres in tedesco prende il nome di Tresner Horn. Tres è un paese dell'altopiano della Predaia



Il panorama è una sorpresa perché appare quasi d'improvviso. C'è della foschia ma si riesce a vedere comunque una gran quantità di montagne. Questa è la vista verso nord-est con il Catinaccio, le Dolomiti della Val di Fassa, le Odle, le Pale di S.Martino ecc. Sotto di noi la Val d'Adige



Verso ovest la lunga catena del Brenta. In primo piano il singolare capitello votivo in marmo



Qui in primo piano le cime di Vigo (Roccapiana, Cima D'Arza, Monte Cuc). Il lontananza nascosta dalla foschia la Paganella e a destra il Brenta



La lunga catena del Brenta (40 km). Si possono scorgere anche l'Ortles e il Cevedale 



La val d'Adige con i Lagorai sullo sfondo



...un posto ideale per la nostra pausa pranzo






L'osservatorio con le targhette delle cime più rilevanti da traguardare toglie ogni dubbio sulla toponomastica. Dopo aver raccolto una bottiglia lasciata o dimenticata sul posto da qualche escursionista ci avviamo verso valle sul percorso dell'andata. In alternativa al bivio si può decidere di scendere sulla sinistra (sentiero 500) fino alla Sella di Favogna 1563 m. e da lì prendere il sentiero 533 che arriva in località Lapide posta sotto il rifugio Predaia. In questo caso meglio munirsi di ghette o meglio ciaspole.

Scarica la traccia gps da Wikiloc



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