Anello Cristauta-Seceda



Lunghezza:12,8 km
Dislivello: 942 m.
Tempo in movimento: 4h
Altitudine max: 2522 m.
Difficoltà: media

Il Seceda è la meta ideale per chi vuole farsi un'idea di cosa siano le dolomiti. Vale per quelle frotte di turisti provenienti da tutto il mondo che guidate dai tour-operator sbarcano dalla funivia che sale da Ortisei. Dopo essere state iscritte nell'elenco dei siti Unesco (Unesco world heritage) le dolomiti hanno visto aumentare considerevolmente l'affluenza turistica. In effetti il Seceda è un luogo iconico di prima grandezza e altamente panoramico che inviterebbe alla contemplazione della natura ma attualmente minacciato dal turismo di massa e dall'overtourism a causa della facilità d'accesso.
Ci troviamo in val Gardena, a ridosso del gruppo delle Odle. Dall'altra parte della valle si ergono possenti le moli del Sassolungo, Sassopiatto, Sella e Catinaccio in contrasto con le 
dolci ondulazioni dei boschi e i pascoli dell'alpe di Siusi e di Plan de Gralba.  
La nostra salita al Seceda parte invece dal parcheggio di Cristauta 1753 m. in località Praplan, situato a monte del paese di Santa Cristina. Si seguono nel bosco le indicazioni per Col Raiser sul sentiero n.4 che sale sotto una forestale contornando il versante est del monte Pic con belle vedute sul monte Stevia e sul gruppo del Puez. Si esce dal bosco dopo 50' in vista di Baita Gamsblut 1952 m., posta in un magnifico punto panoramico sulla valle.
Continuiamo in leggera salita seguendo le indicazioni per Baita Troyer e poco dopo siamo alla stazione di partenza della seggiovia Fermeda  a quota 2040 m. Poco sopra Baita Cuca si arriva ad un importante bivio dove si gira a destra su una sterrata in leggera discesa diretta al Col Raiser. Ad un successivo bivio si gira invece a sinistra seguendo sempre le indicazioni per Baita Troyer (sentiero1). In questo tratto non bisogna lasciarsi sfuggire il Lech da Iman, un delizioso laghetto dove si specchiano in tonalità blu il Sassolungo e il Sella. Raggiunta Baita Troyer 2276 m. il sentiero 1 comincia a farsi più ripido. Nell'ultimo tratto si cammina anche su fondo cementato e sono state poste delle staccionate nei punti più ripidi.
Lo splendido panorama però aiuta a dimenticare la fatica. Arrivati a Forcella Pana 2444 m. si scoprono in basso la Val di Funes e in lontananza i pascoli di Rasciesa. Da qui l'erta scalinata che scende verso il sentiero 35 Adolf Munkel sembra essere stata definitivamente chiusa per frana. Dopo aver percorso un tratto in falsopiano lungo l'erboso inclinato versante, ad un bivio attacchiamo l'ultimo breve tratto in salita che ci porta alla somità del Seceda 2519 m.
Sulla sua piatta cima è stata posta una grande struttura circolare in ferro dove traguardando si possono identificare facilmente le montagne con un panorama a 360° e leggere i loro nomi. La ricerca è facilitata dal profilo dei monti inciso sulla struttura circolare del mirador. Degno di nota è anche l'imponente crocifisso in legno opera degli scultori gardenesi. Ma qui sono soprattutto le Odle con le loro cime aguzze e caotiche a dare spettacolo rubando la scena agli altri gruppi dolomitici.
Scendiamo infine al vicino ristorante della funivia proveniente da Ortisei e sempre affollato in tutte le stagioni 2462 m. Dopo un caffè continuiamo la discesa lungo il sentiero 6 o, come abbiamo fatto noi, tagliando i tornanti lungo il pascolo (l'erba era stata da tempo tagliata) in direzione della visibile Sella Cuca e di Baita Curona 2182 m. Da lì imbocchiamo il sentiero 6a che va a contornare per intero il versante nord-ovest del monte Pic, prima perdendo quota poi recuperandola con una breve salita fino a località Seurasass, altro stupendo balcone panoramico sulla val Gardena e le sue montagne.
Da lì la sterrata scende con tratti all'inizio ripidi passando nei pressi dell'omonima baita Seurasass e inoltrandosi in un bel bosco di pini cirmoli (sentiero 41 direzione Praplan). Ad una curva intercettiamo una scorciatoia segnalata (parcheggio Cristauta) che ci conduce sulla forestale incrociata la mattina e infine al parcheggio
Le foto provengono da due diverse escursioni lungo lo stesso tracciato



Come arrivare: in val Gardena sulla statale SS242, giunti a Santa Cristina si seguono le vie Dursan, Cisles e Pledinaz fino a scorgere le indicazioni per il parking di Cristauta (Praplan) posto a 2,5 Km, strada sempre asfaltata. Parcheggio a pagamento in estate. Coordinate del parcheggio per Google Maps:
DD
46.566338, 11.724601
DMS
46°33'58.8"N 11°43'28.6"E










Il parcheggio di Cristauta-Praplan è gratuito in primavera e autunno.
Dal parcheggio si continua sulla stradina fino a incontrare il sentiero 4 e la forestale. Le indicazioni sono chiare



Una porticina dà l'accesso al sentiero 4. A fianco sale la forestale





Il Sassolungo nello spendore di un mattino d'autunno



Sul sentiero 4 diretto al col Raiser



Un'apertura nel bosco permette di scorgere la valle con a destra lo Stevia e il Col da la Pieres



Alla Baita Gamsblut, posta in magnifica posizione, abbandoniamo il sentiero 4 e continuiamo sul sentiero che si vede al centro della valle, direzione Baita Troyer. Sullo sfondo le Odle



Arriviamo in breve alla stazione a valle della seggiovia Fermeda che sale al Seceda tagliando il pascolo e deturpando non poco il paesaggio



Continuiamo a salire e il panorama, sempre magnifico, si allarga



Arrivati all'incrocio
 con la stradina diretta al col Raiser, dal centro della valle il sentiero si sposta sul suo versante destro. 
Tutta la vallata è vocata all'alpeggio. Numerose sono le baite sparse qua e là collegate da stradine asfaltate o sterrate. Molte sono state  rifatte e alcune trasformate in frequentati punti di ristoro 



Verso sud-est la val Gardena è delimitata dal maestoso gruppo del Sella e le sue famose torri





Il delizioso Lech da Iman è situato poco lontano da Baita Troyer. Nella zona vi sono altre pozze simili altrettanto attraenti



Tra il Sella e il Sassolungo c'è il passo del Sella, anch'esso minacciato dall'overtourism



Baita Troier è 
chiusa al pubblico in tardo autunno. Ne approfittiamo per fare una pausa prima di attaccare la parte finale e più ripida del giro



In alto cima Seceda, la nostra meta



Due simboli due epoche



Dietro la baita c'è un mini zoo





La bizzarra formazione rocciosa di Pieralongia, vista più da vicino in questa escursione invernale, si staglia isolata in mezzo all'alpeggio. Probabilmente è quello che resta di una guglia staccatasi dalle sovrastanti Odle 





Sopra Baita Troier il sentiero si fa più ripido. Ora si vedono meglio le numerose baite disseminate su tutto l'alpeggio. Servivano di rifugio stagionale ai valligiani saliti per tagliare e raccogliere il fieno da portare a valle. Sullo sfondo, sotto il Sassolungo, si notano i pascoli del Ciampinoi e di Plan de Gralba. In primo piano invece il boscoso versante nord del monte Pic (
Pitchberg) 2363 m. Sullo sfondo a destra il gruppo del Catinaccio e l'Alpe di Siusi



L'ultima parte del percorso ha delle protezioni e il fondo è cementato. Si nota come l'erba risulta tagliata anche nei tratti più ripidi 



Finalmente eccoci a Forcella Pana dopo circa 2h30 di cammino! Ci aspetta un panorama sorprendente, verticale e totalmente in contrasto con quello rassicurante e "addomesticato" di prima. Qui dominano le rocce, i pinnacoli instabili e gli strapiombi 



La scalinata che scende in val di Funes a collegarsi con il 35, Sentiero Adolf Munkel, sembra essere stata definitivamente chiusa per frana. L'avevamo percorsa in occasione di questo bellissimo trek





La val di Funes e sullo sfondo le Odle di Eores. A sinistra i pascoli della Plose. In basso nella radura si scorge la GeislerAlm



Ora il sentiero 1 attraversa in piano il versante erboso in direzione di cima Seceda  


Attacchiamo infine l'ultimo tratto di salita per raggiungere la cima del Seceda su un tratto piuttosto aereo ma ben protetto



Qui le Odle, che in ladino sta per "aghi", si mostrano in tutta la loro primigenia e caotica bellezza. Da destra la Gran Fermeda 2814 m., l'aguzzo Sas de Mesdì 2762 m., la Gran Odla 2832 m., il Sas Rigais 3025 m. e la Furchetta 2832 m.



Qui si notano bene les stratificazioni di rocce sedimentarie che emergendo dal mare per i movimenti tettonici hanno dato origine alle dolomiti 200-240 milioni di anni fa



Dal grande osservatorio circolare si possono facilmente identificare tutte le cime visibili a 360°. Sono comprese anche le cime delle Alpi austriache come il Grosslockner 3798 m. e le Alpi svizzere






La tradizione ladina vuole che sulle cime e nei luoghi particolarmente suggestivi siano poste delle croci lignee. Questa è particolarmente imponente





La val di Funes, le Odle di Eores 2655 m. e sullo sfondo il Sas de Putia 2875 m.



Dal Seceda si vedono anche i vasti pascoli di Rasciesa a cui si può accedere anche con la funicolare che parte da Ortisei o da malga Brogles provenendo da S.Magdalena in val di Funes



Malga Brogles



Zoom sul rifugio Genova e passo Poma 2340 m.



Zoom sulla croce del Sass Rigais



Sul Seceda arriva la seggiovia la cui stazione a monte avevamo visto durante la salita. In primo piano il Col da la Pieres 2747 m. e lo Stevia 2555 m. Sullo sfondo il gruppo del Sella



Iniziamo la discesa in direzione del ristorante Seceda, arrivo del secondo troncone della funivia proveniente da Ortisei. Il ristorante è affollato anche in bassa stagione ma all'interno troviamo posto per bere un caffè 




Le stratificazioni rocciose del Seceda sono tra le più interessanti del panorama dolomitico e ben visibili dal sentiero 11 che da malga Brogles scende a Ortisei attraverso la 
val Cuecenes 



Il ristorante Seceda 2500 m. fa tutt'uno con la stazione d'arrivo della funivia



La val Cuecenes e Ortisei



Visto che l'erba è stata tagliata da un pezzo e non facciamo danni scendiamo dal ristorante in direzione di sella Cuca direttamente tagliando per i prati. In alternativa c'è il più lungo sentiero 6 che è la strada di servizio del ristorante. Nei pressi della sella c'è baita Curona. Contorneremo il monte Pic sulla destra attraversando il bosco visibile e arrivando su quel dosso erboso (Seurass)



Il Lech Sant è situato ai piedi del monte Pic





Siamo quasi a sella Cuca. Dalla sella prenderemo il sentiero 6a che si inoltra nel bosco prima in falsopiano poi in discesa fino a 
un ghiaioso vallone raggiungendo il punto più basso prima della breve salita 



Artax sembra perplesso ma il sentiero non presenta alcuna difficoltà. Solo 
in caso di pioggia bisogna stare attenti  alle radici sporgenti che possono risultare scivolose


Dopo aver superato una breve salita, l'ultima di questo anello, raggiungiamo località Seurasass che avevamo già esplorato in questa precedente escursione. Sullo sfondo la sommità del Seceda e il cavo della funivia



In questa foto il Sassolungo e il Sassopiatto sembrano sbucare dal sottosuolo!





Il versante gardenese del monte Pic o Pitchberg 2363 è erboso mentre quello nord è boscoso e dirupato. Da qui parte il sentiero per la cima  



Scendiamo prima dolcemente a valle ma poi la stradina per alcuni brevi tratti si fa decisamente ripida e con fondo cementato



Lo stesso paesaggio in una giornata di sole



Due graziose baite poste offrono panche per riposare un po' e bere un'ultima tazza di tè



La strada forestale passa a fianco di baita Seurasass2020 m. Ne approfittiamo per farci una birretta







Scendiamo lungo il sentiero 41 per un pò facendo attenzione a non mancare su una curva la scorciatoia segnalata per il parcheggio. Il sentiero sbuca sulla forestale che avevamo visto salendo la mattina e sueguendola arriviamo al parcheggio 



Un ultimo sguardo alle dolomiti prima di tornare a valle

Scarica la traccia gps da Wikiloc


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